Influsso dello stile italiano sulla musica europea ... - ridolfifrancesco.it
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Nel 1586 Simeone Verovio adottò il procedimento calcografico dell’incisione;<br />
questa tecnica, diffusa dal 1606 in Inghilterra e in altri paesi, prese il sopravvento<br />
sul procedimento tipografico, adottato in Francia.<br />
Nel secolo XVI in Italia con l’affermarsi della strumentazione si impongono nuovi<br />
tipi di composizione e si sviluppano quelli esistenti.<br />
Il “ricercare” è nominato per la prima volta in intavolature <strong>it</strong>aliane di liuto<br />
pubblicate dal Petrucci; intorno al 1550 a Lione furono pubblicati i “ricercari” di<br />
Giulio Segni da Modena. Lo sviluppo maggiore fu organistico e principale centro<br />
di irradiazione fu Venezia. La prima fase di questa forma fu pol<strong>it</strong>ematico,<br />
“ricercandosi” di ogni soggetto le più varie possibil<strong>it</strong>à di elaborazione; la seconda<br />
fase con i due Gabrieli (vedi oltre) tese invece al monotematico e in ciò precorse la<br />
fuga.<br />
Questa nel suo primo stadio fu scr<strong>it</strong>ta in <strong>stile</strong> contrappuntistico, fondata<br />
sull’im<strong>it</strong>azione e riproduzione successiva degli stessi disegni r<strong>it</strong>mici o melodici di<br />
due o più voci diverse sui diversi gradi della scala.<br />
La su<strong>it</strong>e, gruppo di danze classiche di corte, allora in grande sviluppo, in cui i<br />
pezzi allegri si alternavano a quelli lenti, nacque nel ‘500 dalla <strong>musica</strong> per liuto; la<br />
forma deriva nella sua essenza dalla pratica della danza nel Rinascimento <strong><strong>it</strong>aliano</strong>;<br />
essenzialmente strumentale, benché i balli e i balletti vocali di Giovanni Giacomo<br />
Gastoldi, di Sigismondo d’India e di Monteverdi (vedi oltre) siano anch’essi su<strong>it</strong>es,<br />
formalmente parlando, la forma della su<strong>it</strong>e si trova nell’edizione del Petrucci ed è<br />
la più antica forma di composizione strumentale a più tempi nella stessa tonal<strong>it</strong>à.<br />
All’origine si trova il binomio di danze <strong>it</strong>aliane ”pavana-saltarello o gagliarda”,<br />
oppure il trinomio ”pavana-saltarello-piva”; in segu<strong>it</strong>o il tipo più frequente è la<br />
serie di tipo francese “allemanda-corrente-sarabanda-giga”( fu Pier Paolo Borroni,<br />
o Baroni o Pier Paolo Milanese, sec. XVI, a portare a quattro le danze).<br />
Nella “part<strong>it</strong>a”, ossia divisa, ripart<strong>it</strong>a in più brani, viene variamente elaborata<br />
un’antica danza, analogamente al tema con variazioni.<br />
Comincia a formarsi intanto il genere della sonata; la “chanson” o canzone, forma<br />
di <strong>musica</strong> vocale ad una o più voci, dal carattere vivace, di impronta popolaresca e<br />
di tecnica semplicissima, ne cost<strong>it</strong>uisce la base. Quando comparvero le<br />
”chansons”franco-fiamminghe alla fine del secolo XV, la tendenza <strong>it</strong>aliana a<br />
trasferire le composizioni vocali sugli strumenti, spinse i compos<strong>it</strong>ori <strong>it</strong>aliani ad<br />
adattarle per strumenti solisti o gruppi strumentali; si cominciò poi a comporre<br />
brani di questo genere solo per strumenti, chiamandoli di sol<strong>it</strong>o “canzoni da<br />
sonare”. Il nome di “canzone” (strumentale) appare per la prima volta nelle opere<br />
di Marcantonio Cavazzoni (1523); solo nel 1530 appare a Parigi (chansons<br />
<strong>musica</strong>les pour orgue). In principio infatti la canzone è destinata all’organo; le<br />
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