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Influsso dello stile italiano sulla musica europea ... - ridolfifrancesco.it

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Gioacchino Rossini fu per circa un quarantennio dal 1825 il sovrano del mondo<br />

intellettuale parigino; dopo un breve soggiorno a Londra in cui compose una<br />

cantata in morte di lord Byron, a Parigi fece rappresentare numerose opere, “Il<br />

viaggio a Reims” per l’incoronazione di Carlo X, ”La donna del lago”, “Semiramide”,<br />

“Telmira”, “Ivanhoe”, “L’assedio di Corinto” (trasformazione di “Maometto II”), un<br />

rifacimento del “Mosè”, “Il conte Ory”, che avrà influenza sull’opera comica<br />

francese, “Guglielmo Tell” con un enorme successo. Compose lo” Stabat Mater”,<br />

“Soirées <strong>musica</strong>les”, “Pet<strong>it</strong>e messe solennelle”, molti brani per pianoforte e una<br />

marcia per il sultano Abdul-Megjid; fu considerato un grande innovatore, sulle<br />

sue orme procedettero Auber e Meyerbeer e Weber non poté reagire alla sua<br />

influenza. Con lui si ebbe l’avvento di un teatro nuovo, uno <strong>stile</strong> dinamico,<br />

quadrato, un’ispirazione r<strong>it</strong>mica di irresistibile slancio, un tono caldo e luminoso<br />

che attirarono un nuovo pubblico, quello delle masse.<br />

Vincenzo Bellini nel 1833 fu inv<strong>it</strong>ato a dirigere sue opere a Londra e a Parigi; le<br />

sue opere, tra cui “Norma”, furono molto applaud<strong>it</strong>e; “I pur<strong>it</strong>ani” fu rappresentata<br />

al Théatre <strong>it</strong>alien di Parigi con es<strong>it</strong>o trionfale.<br />

Gaetano Donizettti susc<strong>it</strong>ò delirante entusiasmo a Parigi tra il 1838 e il ’43 con le<br />

opere “La favor<strong>it</strong>a”, ”La figlia del reggimento”, “Les martyrs” (una rielaborazione<br />

del “Poliuto”), “Don Pasquale”, “Don Sebastiano”, ”Il duca d’Alba”, e a Vienna, nel<br />

’42, con “Linda di Chamounix” e “Maria di Rohan”; qui fu nominato maestro di<br />

corte. Contribuì in modo decisivo all’affermazione di questi musicisti l’impresario<br />

Domenico Barbaja che gestì i teatri di “An der Wien” e “Kärntenertor” di Vienna.<br />

Raggiunse il culmine, con i tre musicisti, il “bel canto”, valorizzazione della<br />

melodia vocale; il virtuosismo non era più un gioco, giacchè l’interprete doveva<br />

comunicare gli affetti interni in un canto che solo apparentemente poteva<br />

sembrare puramente esteriore, inteso non solo come bellezza di vocal<strong>it</strong>à, ma<br />

soprattutto come espressione di sentimenti.<br />

Ricordiamo che le prime opere di Wagner, “Rienzi” (1842) e “Lohengrin” (1850),<br />

subirono influssi dell’opera <strong>it</strong>aliana; egli era stato alunno di C. T. Weinling,<br />

organista e compos<strong>it</strong>ore, allievo di padre Martini a Bologna.<br />

L’arte di M. Glinka prende le mosse stilisticamente dal teatro <strong>musica</strong>le di Rossini;<br />

egli studiò in Italia con Luigi Zamboni, grande maestro di canto, e in Germania;<br />

nel 1826 fece rappresentare l’opera “La v<strong>it</strong>a per lo zar” con la quale si iniziò il<br />

teatro nazionale russo.<br />

Nello stesso periodo, tra i numerosi musicisti <strong>it</strong>aliani attivi all’estero, si distinsero<br />

Nicola Vaccai, autore di opere fortunate e di un metodo di canto ancora adoperato<br />

nelle scuole di <strong>musica</strong>, insegnante a Parigi e a Vienna; Saverio Mercadante che fu<br />

per due anni in Spagna e in Portogallo dove fece rappresentare sette delle sue<br />

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