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Influsso dello stile italiano sulla musica europea ... - ridolfifrancesco.it

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Grandi contrabbassisti furono Domenico Dragonetti (sec. XVIII-XIX) e Giovanni<br />

Bottesini; il primo, che istruì Beethoven sull’uso <strong>dello</strong> strumento, fu per<br />

cinquantadue anni in Inghilterra come primo contrabbasso del Teatro Reale e dei<br />

concerti di corte; il secondo fu solista acclamato in tutta Europa.<br />

Celebre fu la famiglia dei Besozzi, Alessandro, Antonio e Gaetano, oboisti,<br />

Girolamo, fagottista, attivi nel secolo XVIII; Carlo, oboista a Dresda, e Girolamo, a<br />

Parigi.<br />

Giovanni Giuseppe Ferlendi (XVIII-XIX sec.) fu uno dei più grandi oboisti del<br />

tempo, acclamato nei giri di concerti in tutta Europa, così come i figli Angelo e<br />

Alessandro.<br />

Carlo Michelangelo Sola fu insegnante di flauto a Londra, dopo avere dato lezioni<br />

ai figli di Madame de Staël a Ginevra.<br />

Tra i compos<strong>it</strong>ori attivi tra il XVIII e il XIX secolo, ricordiamo Valentino Fioravanti,<br />

operista fecondo, direttore del teatro S. Carlo di Lisbona, celebre in Europa per “Le<br />

cantatrici villane”; Gaetano Andreozzi, nipote di Jommelli, detto lo Jommellino,<br />

operista, fu maestro di corte a Mosca dove rappresentò “Didone abbandonata”e<br />

“Giasone e Medea”, fu poi maestro di canto a Parigi, compose “Gustavo, re di<br />

Svezia”, rappresentata a Madrid. Gennaro Antonolini dal 1805 fu maestro di corte<br />

e insegnante di canto a Pietroburgo, autore per i teatri russi di varie opere e di un<br />

oratorio. Sebastiano Nasolini compose 38 opere, rappresentate in Germania e in<br />

Inghilterra, oltre che in Italia, dal 1788 al 1816. Giovanni Paisiello, dopo essere<br />

stato in Russia, (vedi dietro), fu chiamato nel 1802 da Napoleone a Parigi;<br />

compose l’opera “Proserpina”, <strong>musica</strong> di vario genere e la “Marche funèbre à<br />

l’occasion de la mort du géneral Hoche”.<br />

Luigi Cherubini fu nel 1784 a Londra, nel ’87 a Parigi dove ottenne successo con<br />

l’opera “Démophon”; trasfuse nel melodramma settecentesco un vigore<br />

preromantico, inaugurando uno <strong>stile</strong> dai toni “eroici”, caratterizzato da una<br />

robusta orchestrazione; nel ’91 fece rappresentare “Lodoïska” che con oltre<br />

duecento repliche consecutive fu il più grande successo teatrale nel periodo della<br />

rivoluzione francese, e la “Medea”. Nel ’95 il musicista fu nominato ispettore del<br />

conservatorio; nel 1805 fu inv<strong>it</strong>ato a Vienna e vi allestì due opere, tra cui<br />

“Faniska”, destando l’ammirazione di Haydn e Beethoven il quale poneva il<br />

maestro <strong><strong>it</strong>aliano</strong> al disopra di tutti i musicisti del tempo, ricordando il suo <strong>stile</strong><br />

quando creò “Fidelio”. Nel ‘15 Cherubini andò di nuovo a Londra dove compose<br />

brani sinfonici su commissione della Società Filarmonica; nel ’16, tornato a Parigi,<br />

divenne professore all’Ecole Royale de musique e sovrintendente alle musiche di<br />

corte; poi dal ’22 al ’47 fu direttore del conservatorio. Compose, tra l’altro, il<br />

requiem per la morte di Luigi XVI che ispirò Berlioz, e la messa solenne per<br />

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