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Influsso dello stile italiano sulla musica europea ... - ridolfifrancesco.it

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Giovanni Ansani, Matteo Babini, Cesare Badiali (cantante di camera alla corte di<br />

Vienna dal 1842), Giovan Francesco Boccaccini (cantante di camera di Luigi<br />

Filippo, duca d’Orléans), Giulio Marco Bordogni, Claudio Bonoldi (insegnante al<br />

conservatorio di Parigi), Francesco Bussani, Gaetano Crivelli, Giacomo David,<br />

Domenico Panzacchi, Domenico Ronconi, (direttore dell’opera <strong>it</strong>aliana a Vienna e<br />

poi insegnante alla corte di Monaco di Baviera), Giuseppe Viganoni; tra i bassi<br />

Giuseppe de Begnis e inoltre c<strong>it</strong>iamo tra i tanti cantanti Luigi Bassi,Matteo Babini,<br />

Francesco Ceccarelli,Barbara e Carlotta Marchisio,Giovan Battista Rubini,Tommaso<br />

Marchesi,maestro di canto a Lisbona, i compos<strong>it</strong>ori Antonio Buzzolla,Luigi<br />

Balocchi,Gioacchino Albertini, Gaetano Marinelli, Angelo Tarchi, Vincenzo Novelli,<br />

anche organista, gli strumentisti Camillo Barni, Giuseppe Bacigalupo, Antonio<br />

Bruni, Giovan Battista Polledri, attivi in molti paesi d’Europa.<br />

E’ superfluo ricordare che le più famose scuole di canto fiorirono in Italia nel<br />

secolo XVIII, a Bologna, a Venezia, a Firenze, a Milano, a Roma e a Napoli;<br />

grandissimi maestri furono, oltre il Porpora, Leo, Mancini, Bernacchi e Pistocchi.<br />

Tra i teorici eccelse Fedele Fenaroli, insigne didatta; ebbero vasta risonanza “I<br />

partimenti, ossia basso numerato” (1800), ancora oggi in uso.<br />

Tra il XVIII e il XIX secolo nel campo della <strong>musica</strong> strumentale il pianoforte (per il<br />

quale ricordiamo che la più antica <strong>musica</strong> pubblicata fu una sonata di Ludovico<br />

Giustini nel 1732) si crea uno <strong>stile</strong> proprio, ben distinto da quello del<br />

clavicembalo, per mer<strong>it</strong>o di Muzio Clementi; nel 1766, appena quattordicenne, fu<br />

condotto a Londra da sir P. Beckford che l’aveva ammirato a Roma come<br />

cembalista; si fece conoscere come pianista e compos<strong>it</strong>ore dal pubblico londinese,<br />

dal 1802 al ’10 viaggiò in Germania, Austria, Russia, sia solo sia con allievi; dal<br />

’10 al ’32 fu di nuovo a Londra dove fondò la”Royal Philarmonic Society”, insegnò<br />

per molti anni, diresse il teatro d’opera <strong>it</strong>aliana; suoi allievi furono tra i tanti Field,<br />

Cramer, Moscheles, Kalkbrenner, Berger, Czerny, a loro volta promotori del<br />

movimento pianistico europeo. Beethoven lo ammirava e amava la sua sonata per<br />

pianoforte op. 25 n.5.<br />

Clementi fu detto “il padre del pianoforte”; le sue opere didattiche sono ancora<br />

oggi alla base di ogni corso pianistico, la sua ricerca tecnicistica aprì la via al<br />

sorgere del virtuosismo brillante.<br />

Tra i grandi esponenti dell’arte violinistica ricordiamo Giovan Battista Viotti; dopo<br />

trionfali viaggi in Svizzera, Germania, Polonia e Russia, suonò nel 1782 a Parigi ai<br />

Concerts spir<strong>it</strong>uels che lo proclamarono principe del violino; nel ’92 fu a Londra,<br />

acclamato nei concerti Salomon e vi divenne direttore d’orchestra al King’s<br />

theatre; nel ’98-1800 fu in Germania dove attese alla composizione, fu poi di<br />

nuovo a Londra per molti anni; nel ’18-’21 fu a Parigi, divenendo direttore<br />

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