Influsso dello stile italiano sulla musica europea ... - ridolfifrancesco.it

dà a Mozart lezioni che saranno per la sua arte di valido sostegno: il culto per il
contrappunto, l’amore per la solidità costruttiva, baluardo verso troppo facili
improvvisazioni, insegnamenti essenziali per lo sviluppo del fresco, arioso,
scintillante contrappunto mozartiano. Il musicista austriaco fu quindi a Firenze, a
Roma , dove ascoltò musica di stile polifonico come il celebre “Miserere” di
Gregorio Allegri, trascritto poi a memoria, e dove conobbe Quirino Gasperini,
violoncellista e compositore, di cui trascrisse “Adoramus te, Christe” a 4 voci; fu
poi a Napoli dove conobbe e capì l’opera di quella scuola e assistette a una
rappresentazione dell’”Armida abbandonata” dello Jommelli; compose l’azione
sacra” Betulia liberata”su libretto del Metastasio. Lasciata l’Italia nel ’71, vi ritornò
nello stesso anno per comporre e farvi eseguire”Ascanio in Alba” su testo del
Parini, e nel ’72 per la rappresentazione di “Lucio Silla” su testo di De Gamerra;
compose poi “Il sogno di Scipione” su testo di Metastasio. “La finta semplice”,
opera buffa all’italiana, fu rappresentata a Monaco nel ’75, “Il re pastore” a
Salisburgo nel ’76, “Idomeneo” su libretto di Varesco, per incarico dell’elettore di
Baviera, a Monaco nel ’81; nel ’82 Mozart compose “Il ratto dal serraglio”, opera
comica in tedesco, piena però di musica di tipo italiano, anzi napoletano,
richiedendo un bel canto esperto e per arie impegnative. Il suo teatro è
germogliato dall’opera italiana, da quello di Domenico Cimarosa, dai gradevoli
spunti melodici in abbondanza e finali d’atto di vaste proporzioni, articolati in più
episodi; lo stesso Giovanni Paisiello, conosciuto a Milano nel terzo viaggio, come
fecondo inventore di espressioni e formule incisive, fu più volte esemplato da
Mozart, come ha documentato H. Abert. Una sorta di studio preparatorio
sull’opera buffa italiana fu “Lo sposo deluso, rimasta incompiuta. Nel ’86 fu
rappresentata a Vienna e a Praga l’opera buffa “Le nozze di Figaro” su testo di
Lorenzo da Ponte, poeta ufficiale del teatro viennese, nel ’87 a Praga “Don
Giovanni”, opera tratta in parte da “Il convitato di pietra” del Bertati, in parte
ispirata allo scenario di I. Cicognini e a versioni popolari italiane (“Il convitato di
pietra”, opera famosissima ed esemplare, pubblicata a Bologna nel 1732, e
“Convitato di pietra, rappresentazione teatrale, stampata a norma dell’originale”,
Padova -1780, un’opera in cui il buffo si innesta al drammatico, misto di opera
seria napoletana e di carattere gluckiano. Il Da Ponte scrisse il terzo libretto per la
musica di Mozart,” Così fan tutte”, di genere buffo, rappresentata a Vienna nel
’90; nel ’91 fu composta”La clemenza di Tito”, su vecchio libretto, rimaneggiato,
di Metastasio, genuina opera seria napoletana. Nello stesso anno fu rappresentata
“Il flauto magico”, opera di puro carattere tedesco; tanto era amata in quegli anni
l’opera italiana che il libretto, scritto in tedesco da Schikaneder con l’intento di
realizzare un vero e proprio prototipo dell’opera tedesca (per dare l’avvio ad una
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