Influsso dello stile italiano sulla musica europea ... - ridolfifrancesco.it

comparsa dei bouffons in Francia data dal 1729, a cura di un Carignano; si
presentò a Parigi una coppia di attori-cantanti, Antonio Ristorini e Rosa Ungarelli;
nel giugno di quell’anno si dette al teatro dell’Opéra l’intermezzo “Serpilla e
Baiocco”, ma né questi bouffons né gli altri (un Riccoboni e una Minti), che nel ’46
rappresentarono a Parigi “La serva padrona” riuscirono a destare interesse, mentre
la stessa opera, rappresentata nel ’52 dalla terza e ultima compagnia dei
“bouffons” (proprio a quest’ultima fu dato questo nome) attirò su questi spettacoli
il clamore dell’intera Francia intellettuale. Il Bambini, famoso cembalista della
compagnia, un sorprendente accompagnatore di soli dieci anni, strappa grida di
ammirazione a J. J. Rousseau e rafforza il successo del Manelli, della Tonelli e
degli altri cantanti. Faceva parte della compagnia anche Vincenzo Ciampi,
cembalista e operista, già celebre a Londra, che riscosse un successo strepitoso
con “Bertoldo a corte” /1747) ed ebbe notevole influenza sulla storia del
“pasticcio”; ad essa si informarono M. J. Favart e J. A. Hiller nell’avviare il teatro
nazionale comico in Francia e in Germania (commedia musicale). In Inghilterra
introdussero il genere dell’intermezzo comico i cantanti Anna Maria Faini e
Antonio Lottini (sec. XVIII); T. A. Arne scrisse “Thomas and Sally” (1760), il primo
esempio di opera comica inglese, abile trasformazione de”La serva padrona”. A.
Dauvergne scrisse “Les troqueurs”, preceduta dall’opéra-comique in un atto “La
moquette trompée”, dallo stile libero e semplice che guarda al Pergolesi, e
compose altre opere buffe all’italiana. Nel ’53 ottenne grande successo Rinaldo da
Capua con la “Zingara”, rappresentata dai buffonisti a Parigi con il titolo di
“Bohemienne”. L’ambiente musicale francese restò subito diviso in due opposte
fazioni: da un lato i conservatori della tradizione lullista, rinvigorita dal Rameau,
dall’altro gli enciclopedisti, specialmente Rousseau, che salutavano con gioia
questi saggi di un teatro più “naturale” e più schiettamente musicale. Il Rousseau
anzi imita l’esempio pergolesiano con il “Devin du village”; nel suo Dictionnaire de
musique”alla voce “genio” afferma che ha del genio solo colui che sente la musica
e per sentirla deve andare a Napoli, altrimenti può restarsene in Francia e scrivere
musica alla francese; lo stesso dicono Voltaire e il tedesco Pisendel. L’opera buffa
Italiana vincerà completamente la partita solo per via indiretta, poiché sarà Egidio
Duni, emigrato a Parigi nel 1757 dalla corte di Parma, già famoso in Olanda e in
Inghilterra, colui che riuscirà a dare per la prima volta unità e stile al
frammentario genere di opéra-comique e aprirà la strada a tutta una serie di
fecondi compositori francesi, Monsigny, Gretry, Boïldieu, Auber, Hérold, Adam,
ecc. e più in là anche italiani. L’opera del Duni ”Le peintre amoureux de son
modèle” suscitò entusiasmo perchè la sua musica meglio si adattava alla prosodia
francese più di quella dei maggiori musicisti, compreso Rameau; altre opere
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