Influsso dello stile italiano sulla musica europea ... - ridolfifrancesco.it
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composizione in tre tempi in cui il primo(allegro) è la forma-sonata, il secondo<br />
(adagio) è nella forma dell’aria, il terzo ha per lo più forma di danza. In segu<strong>it</strong>o<br />
Haydn e Mozart svilupparono i germi gettati con tanta generos<strong>it</strong>à dal genio di<br />
Sammartini e di altri <strong>it</strong>aliani, oltre che di Stam<strong>it</strong>z e di Gossec.<br />
Per quanto riguarda il melodramma, diciamo che accanto all’opera veneziana si<br />
sviluppò in questo periodo l’opera napoletana, inizialmente di carattere serio, con<br />
scarsa importanza data agli strumenti, imperniata su di una serie di pezzi chiusi<br />
(arie, duetti, rec<strong>it</strong>ativi, cori finali, interludi orchestrali); erano opere, per cantanti<br />
solisti, che sembravano più di altre destinate ad evolversi in un susseguirsi di arie<br />
assolutamente prive di drammatic<strong>it</strong>à. La prima cura era la bellezza e la precisione<br />
del suono, con straordinarie esibizioni vocali (colorature, ombreggiature) che oggi<br />
possiamo solo immaginare; il fattore melodico raggiunse il suo apogeo, nacque il<br />
“Bel canto”, il culto del virtuosismo canoro, la superba tecnica vocale.<br />
Accanto al fondatore, Francesco Provenzale, emerge tra i musicisti della scuola<br />
napoletana Alessandro Scarlatti che all’opera seria conferisce una ricchezza e una<br />
profond<strong>it</strong>à di discorso <strong>musica</strong>le specie nelle parti orchestrali che acquistano<br />
notevole sviluppo. Egli è l’anello di congiunzione tra lo <strong>stile</strong> veneziano e il “Bel<br />
canto” che a lui deve il suo aspetto defin<strong>it</strong>ivo nell’aria e nel rec<strong>it</strong>ativo, principale<br />
caratteristica <strong>dello</strong> <strong>stile</strong> napoletano.<br />
Possono considerarsi suoi continuatori A. Hasse e G. F. Händel le cui opere, come<br />
le cantate, sono ricche di melodia notevolmente <strong>it</strong>alianizzata.<br />
Questi fu nel 1705 a Firenze presso G. Gastone de’Medici, poi a Roma dove studiò<br />
i classici della <strong>musica</strong> sacra (Palestrina, Carissimi, ecc.), passò di c<strong>it</strong>tà in c<strong>it</strong>tà<br />
molto applaud<strong>it</strong>o, di nuovo fu a Firenze dove rappresentò la prima sua opera<br />
“<strong>it</strong>aliana”, “Rodrigo”, quindi ancora a Roma. Il principe Ruspoli ne intuì sub<strong>it</strong>o il<br />
genio e lo ingaggiò nella sua residenza romana e nella villa presso V<strong>it</strong>erbo; lì<br />
aveva alle sue dipendenze una piccola ma scelta orchestra che eseguiva musiche<br />
in esecuzioni che rivaleggiavano con quelle della cerchia del cardinale Ottoboni, il<br />
cui palazzo (la Cancelleria) era il cuore della v<strong>it</strong>a <strong>musica</strong>le romana; decine furono<br />
le cantate scr<strong>it</strong>te da Händel, nel soggiorno v<strong>it</strong>erbese, alcune delle quali per la voce<br />
di Margher<strong>it</strong>a Durastanti; e si deve a lei il più grande successo romano di Händel,<br />
l’oratorio “La Resurrezione”, esegu<strong>it</strong>o nel 1708 a palazzo Bonelli, residenza del<br />
principe, con un apparato imponente e con una grande orchestra diretta da<br />
Arcangelo Corelli. Da Roma Händel si recò a Napoli (1708-’09) dove compose una<br />
serenata ”Aci, Galatea e Polifemo”. Il viceré di Napoli, card. Grimani, gli scrisse il<br />
libretto di “Agrippina”, rappresentata a Venezia nel ’10, accolta con entusiasmo.<br />
Nell’inverno <strong>dello</strong> stesso anno fu a Londra (dove pochi mesi prima era stata<br />
rappresentata la prima opera cantata interamente in <strong><strong>it</strong>aliano</strong> da artisti <strong>it</strong>aliani,<br />
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