Influsso dello stile italiano sulla musica europea ... - ridolfifrancesco.it
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(cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o dalla fusione dei due precedenti), che si componevano tra loro dando<br />
origine ad altre forme. I neumi erano scr<strong>it</strong>ti sopra il testo senza rigo né chiavi.<br />
L’espressione di canto gregoriano cominciò ad apparire alla fine del secolo VIII<br />
(fino allora si parlava di “canto romano”); esso decadde nel secolo XIV con lo<br />
sviluppo della polifonia.<br />
Verso il VI secolo si ha l’introduzione del canto romano in Irlanda; Venanzio<br />
Fortunato (VI-VII sec.) diffuse strofe e melodie di pretto stampo <strong>it</strong>alico in Gallia;<br />
Giovanni di San Martino, benedettino del secolo VII, trattatista di <strong>musica</strong> sacra,<br />
inviato dal papa in Inghilterra per insegnare il canto, compose ”Ordo romanus”,<br />
guida al retto apprendimento del r<strong>it</strong>o.<br />
IL concilio di Cloveshoe (747) fissa la concordanza del canto anglicano con quello<br />
romano, coltivato nelle scuole di Canterbury, York, Glasgow e anche da sovrani<br />
come Alfredo il grande (IX sec.) che tradusse opere di Boezio e Gregorio Magno.<br />
Dopo l’Inghilterra furono la Francia e la Germania ad accettare il r<strong>it</strong>o di Roma nel<br />
secolo VIII, segu<strong>it</strong>e dalla Spagna nel secolo XI.<br />
Alle pratiche corali del secolo VIII in Italia, Francia, Irlanda e Svizzera risalgono le<br />
prime manifestazioni del contrappunto, procedimenti come organum e diaphonia,<br />
per i quali il canto l<strong>it</strong>urgico nella sua posizione ufficiale era intonato dalla massa<br />
corale, mentre un numero ristretto di cantori veniva cantando quella melodia, non<br />
variata che in poche parti, ad una altezza inferiore di una quarta o di una quinta.<br />
L’avvento della dinastia carolingia segna il momento della massima diffusione del<br />
canto gregoriano; nel 745 Pipino il breve abolì il “cantus gallicanus” e adottò<br />
quello romano. La tradizione dei due cantori Petrus e Romanus, richiesti da Carlo<br />
Magno che desiderava maestri romani per il clero franco, e inviati da papa Adriano<br />
I nel 790, adombra quest’antica funzione di maestra dell’Europa, eserc<strong>it</strong>ata anche<br />
nel dominio <strong>musica</strong>le dalla Chiesa di Roma. Petrus si fermò a Metz dove fondò<br />
una scuola, rimasta per secoli famosa (cantus mettensis), recando con sé una<br />
copia autentica dell’antifonario di s. Gregorio, imposto dall’imperatore come base<br />
del canto l<strong>it</strong>urgico. Romanus, passando per San Gallo, si ammalò e lì si stabilì,<br />
fondando una scuola di canto e <strong>musica</strong> sacra, divenuta poi molto celebre; egli<br />
adottò il sistema delle lettere e dei segni, dal suo nome dette romaniani (le lettere<br />
a, c, m, t, ecc. ossia altius, celer<strong>it</strong>er, mediocr<strong>it</strong>er, trahendo, ecc. aggiunte alla<br />
notazione gregoriana, stanno a indicare variazione di movimento, color<strong>it</strong>o,<br />
sonor<strong>it</strong>à; i segni, piccole linee verticali e orizzontali, servono ad indicare<br />
particolari effetti di “r<strong>it</strong>ardando”).<br />
Papa Adriano I mandò inoltre Teodoro e Benedetto a Rouen e a Soissons; alla<br />
scuola romana si informarono anche altre scuole del nord e centro Europa<br />
(Aquisgrana, Fulda, Reichenau, Einsiedeln, ecc.).<br />
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