Influsso dello stile italiano sulla musica europea ... - ridolfifrancesco.it
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ispirazione; compose melodie cromatiche e poi le unì senza preoccuparsi<br />
dell’integr<strong>it</strong>à armonica (la sua <strong>musica</strong> sarà esaltata nel XX secolo, specialmente da<br />
J. Stravinskij).<br />
Lo sviluppo ulteriore è indirizzato verso il madrigale drammatico o dialogato,<br />
spesso di genere comico, che cost<strong>it</strong>uisce uno dei precedenti del melodramma<br />
(primeggiano in questo tipo Orazio Vecchi, Giovanni Croce, Adriano Banchieri,<br />
Alessandro Striggio senior), e più in là verso il madrigale concertato, a voce e<br />
strumenti; il suo posto infine sarà preso dalla cantata (vedi avanti).<br />
Ricordiamo anche Sigismondo d’India, dal 1622 al ’27 presso la corte sabauda,<br />
autore di madrigali in uno <strong>stile</strong> molto interessante per la chiara tendenza alla<br />
monodia.<br />
Verso il 1575 nelle corti di Mantova, Ferrara e Urbino cominciò a svilupparsi<br />
interesse per un nuovo genere misto di poesia, di scena e di <strong>musica</strong>, ancora<br />
informe, ma che è da considerarsi diretto precedente del dramma per <strong>musica</strong>: è<br />
questo l’intermedio delle tragedie e delle commedie erud<strong>it</strong>e, nel quale si<br />
comprendono parti vocali e strumentali con coro e senza. Esso era nato, secondo<br />
il concetto dei letterati del tempo, con il preciso comp<strong>it</strong>o di distrarre gli spettatori<br />
dalla troppa attenzione che il dramma richiedeva, in quanto più il dramma<br />
perdeva serietà tanto più doveva diventare spettacolare e allora lo spettacolo<br />
cominciava a prendere il sopravvento <strong>sulla</strong> narrazione. Così l’elemento<br />
drammatico decadeva e si affermava quello <strong>musica</strong>le, quasi presentando la sua<br />
ormai prossima rivoluzione melodrammatica; ad un atteggiamento di ostentata<br />
letterarietà si affianca un’ostentata <strong>musica</strong>l<strong>it</strong>à, anche se siamo ancora allo spir<strong>it</strong>o<br />
madrigalistico.<br />
Accanto all’intermedio una nuova forma drammatica si era nel frattempo<br />
sviluppata, destinata a riscuotere un improvviso successo, la favola pastorale; è<br />
considerato come primo esempio “Il sacrificio” di Agostino Beccari (1554),<br />
<strong>musica</strong>ta da Alfonso della Viola; la <strong>musica</strong> vi aveva parte non solo per cori e<br />
intermedi, ma anche per qualche scena che era parte integrante della<br />
composizione. Nell’ultimo ventennio del XVI secolo si formò intorno a Giovanni<br />
de’Bardi in Firenze una riunione (Camerata) di umanisti, letterati e musici, animati<br />
dal comune desiderio di un rinnovamento della <strong>musica</strong> dallo <strong>stile</strong> polifonico a<br />
quello che fu detto “ rappresentativo”, cioè al monodico, che essi intendevano<br />
modellare su quello degli antichi tragedi greci; si voleva introdurre la <strong>musica</strong> nelle<br />
tragedie e nelle commedie, ideando la forma in cui <strong>musica</strong> e teatro avrebbero<br />
meglio potuto fondersi.<br />
Anima della Camerata fu il Bardi; pensatore e consigliere fu Vincenzo Galilei, il<br />
padre di Galileo; poeta fu Ottavio Rinuccini; compos<strong>it</strong>ori principali Giulio Caccini,<br />
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