Influsso dello stile italiano sulla musica europea ... - ridolfifrancesco.it

J. Meiland, autore di lieder, introdusse il tipo della villanella italiana, resa popolare
in tutta Europa da Giovanni Ferretti (sec.XVI-XVII), autore di tali composizioni in
stile madrigalesco; ad esse si ispirerà il tedesco J. Schein in una sua opera.
La vivacità culturale e sociale del periodo fra Rinascimento e Barocco favorisce la
produzione di un repertorio musicale dai temi e dai caratteri popolari basati su
semplici strutture strofiche e su ritmi di danza; all’aulico madrigale si sostituisce a
poco a poco la canzonetta, leggera, galante, spiritosa, ambigua, a volte anche
dialettale, quasi sempre per voce sola -talvolta per due o tre voci dialoganti- e
basso continuo, in cui il protagonista è sempre e comunque l’amore.
Per quanto riguarda i musicisti italiani in altre parti d’Europa, sappiamo che in
Ungheria si recarono i compositori Pietro Bono, Giuseppe Biffi, Giovan Battista
Mosto e forse Claudio Monteverdi nel 1595; in Spagna Dionisio Memo e Gian
Pietro Flaccomio, compositore di corte presso Filippo III. In Polonia abbiamo sicura
notizia di un Diomede Cato, allevato colà sin dall’infanzia e divenuto famoso; il
grande madrigalista Luca Marenzio fu dal 1596 al ’98 a Varsavia come maestro di
Sigismondo III; furono alla sua corte Vincenzo Bertolusi, Alessandro Cilli, Vincenzo
Lilio, Francesco Milleville, Giulio Osculati, Alfonso Pagani, Annibale Stabile,
Fabrizio Tiranni che introdussero lo stile veneziano.
Un evento molto importante nella storia della musica fu la nascita e l’affermazione
della monodia accompagnata e del dramma in musica.
Sotto la spinta della scuola fiamminga, impersonata soprattutto da A. Willaert, era
venuta in Italia la moda di un contrappunto rigidissimo; gli artisti italiani che ben
diversamente erano ispirati, sentirono che la musica soltanto era capace di
esprimere i loro sentimenti, a scapito tuttavia della poesia. Occorreva equilibrare
le parti; verso la fine del ‘500 questo stato della musica vocale divenne argomento
di discussioni nei circoli italiani e si creò una critica poetica al servizio della
musica; si cominciò a prendere in considerazione il componimento poetico in
quanto espressione.
Per giungere ad una chiarificazione occorreva valorizzare la poesia che nella
musica doveva avere maggior risalto; il contrappunto passerà agli strumenti.
Così in Italia, in virtù di uno stile più raffinato, si andò sviluppando, come già
accennato, il madrigale lirico, con la tendenza verso la melodia che si libererà in
un puro canto monodico accompagnato; nei madrigali di Luca Marenzio la musica
è venata di sentimentale malinconia per le modulazioni del cromatismo,
sottolineanti le parole in uno spirito quasi romantico.
Gesualdo da Venosa (sec.XVI-XVII), sperimentatore solitario, si espresse con
estrema audacia stilistica, con l’esasperata tensione delle alterazioni cromatiche,
usate per ottenere nuovi effetti emotivi, dalla modernità di concezione e
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