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Influsso dello stile italiano sulla musica europea ... - ridolfifrancesco.it

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suonatore di cornetto, autore tra l’altro di canzoni su testo tedesco a quattro voci<br />

in <strong>stile</strong> di villanella; Alessandro Orologi che fu tra i primi a diffondere nelle corti<br />

austriache e tedesche il gusto degli strumenti a fiato (nel 1618 fu direttore del<br />

coro della cappella di Garsten); gli organisti Francesco Milleville (1590), Guglielmo<br />

de Formellis, Liberale Zanchi dal 1596 al 1612 (dopo essere stato maestro di<br />

cappella dell’arcivescovo di Salisburgo), Tiburzio Massaini, contrappuntista e<br />

compos<strong>it</strong>ore (già ad Innsbruck come cantore dell’arciduca Ferdinando, direttore<br />

nel ’91 della cappella arcivescovile di Salisburgo e poi a Monaco); Giovan Battista<br />

Galeno, cantore aulico (dopo avere serv<strong>it</strong>o l’arciduca a Graz e la corte di Monaco);<br />

l’organista Claudio Branieri; il liutista Giovan Battista della Gostena; Bernardo<br />

Dusi, celebre suonatore di trombone; Costantino Ferabosco, compos<strong>it</strong>ore;<br />

Francesco Maria Bazzini, tiorbista e compos<strong>it</strong>ore.<br />

Anche a Graz si avvicendarono numerosi musicisti e cantori <strong>it</strong>aliani; al servizio<br />

della corte arciducale fu il grande organista Annibale Padovano dal 1566, maestro<br />

di cappella dal ’70 al ’75, che introdusse in Austria lo <strong>stile</strong> veneziano, un<strong>it</strong>amente<br />

a Dionigi Fabbri, Annibale Perini e Francesco Rovigo, organisti e compos<strong>it</strong>ori, tra i<br />

primi rappresentanti della <strong>musica</strong> strumentale. Il Fabbri resse interinalmente la<br />

cappella dal ’75 al’81; fu suo successore Simone Gatti, suonatore di trombone, a<br />

corte dal ’72, che chiamò Ercole e Mattia Ferabosco, suonatori di trombone, e<br />

Orazio Cornazzani, organista, passato poi ad Innsbruck.<br />

Pietro Antonio Bianco o de’Bianchi, detto Annutini, fu al servizio dell’arciduca<br />

Ferdinando dal 1597 al 1611, fece venire presso la cappella di corte a Graz molti<br />

musicisti <strong>it</strong>aliani che diffusero il nuovo <strong>stile</strong> monodico (vedi avanti), tra i quali<br />

ricordiamo Bartolomeo Cesana; con il Bianco entrò in Austria lo <strong>stile</strong> concertante<br />

di Ludovico Grossi da Viadana che aveva applicato lo <strong>stile</strong> monodico anche alla<br />

<strong>musica</strong> sacra, segnando l’inizio del tramonto della polifonia di impronta<br />

fiammingo-veneziana fino allora in auge in Austria (ricordiamo che il Viadana nel<br />

1596 aveva ist<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o il basso continuo, forma di accompagnamento con il liuto o<br />

con il cembalo a fondamento e sostegno del pezzo <strong>musica</strong>le; Agostino Agazzari,<br />

organista e compos<strong>it</strong>ore-sec.XVI-XVII- divulgherà il sistema nel trattato ”Del<br />

suonare sopra il basso con tutti gli strumenti” in cui è già delineato il concetto di<br />

strumentazione).<br />

Nel 1581 fu a Graz Mattia Ferabosco; dopo un soggiorno a Monaco e a Ratisbona<br />

nel ’85, rientrò e fu nominato nel 1603 vicemaestro della cappella di corte sotto la<br />

direzione del Bianco; dal’11 la resse interinalmente fino al ’14.<br />

Ad Innsbruck fu al servizio della corte dal 1581 al ’85 il liutista Camillo da Crema.<br />

Le corti di Baviera e Sassonia fecero il possibile per avere dall’Italia musicisti di<br />

prim’ordine; a Monaco troviamo il liutista Cosmo Bottegari al servizio di Alberto V,<br />

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