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Influsso dello stile italiano sulla musica europea ... - ridolfifrancesco.it

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policromia di quella vocale con impianti tematici assai liberi e vaghi, con la<br />

prevalenza di un discorso più fluido e vario, di un fare piuttosto improvvisatorio.<br />

Altrettanto importante è la figura di Claudio Merulo (Merlotti) per le musiche<br />

organistiche (toccate, capricci, ricercari, ecc.) che sviluppano al di là delle<br />

posizioni gabrieline il senso e la tecnica della scr<strong>it</strong>tura strumentale pura, in un<br />

fluido discorso cui il virtuosismo dona nuovi splendori di suono.<br />

Si chiamavano sinfonie sia le composizioni vocali-strumentali (come le Sacrae<br />

symphoniae di G. Gabrieli), sia quelle puramente strumentali, di varia forma e<br />

destinazione (per esempio gli interventi brevi dell’orchestra tra i pezzi vocali nel<br />

melodramma). Nel secolo XVII il nome è spesso sinonimo di sonata che, quando<br />

era esegu<strong>it</strong>a da più di tre strumenti, diventava un pezzo sinfonico nel senso<br />

moderno. A partire dalla seconda metà del secolo si dissero sinfonie le<br />

introduzioni ad opere di teatro (per lo sviluppo della forma vedi oltre).<br />

Una tecnica violinistica embrionale andava sorgendo dalle fior<strong>it</strong>ure e dai piccoli<br />

contrappunti con i quali gli strumentisti, improvvisando, ornavano le loro parti; i<br />

principi sui quali si basavano le improvvisazioni furono teorizzati da Giovanni<br />

Bassano da Venezia che nel 1585 scrisse “per insegnare ai musicisti l’arte di<br />

eserc<strong>it</strong>arli nelle diminuzioni e nelle variazioni “.<br />

A partire dal secolo XVI si sviluppa pertanto la strumentazione, quando gli<br />

strumenti cominciano a sost<strong>it</strong>uirsi alle voci; si scrivono i primi trattati sulle<br />

tecniche di esecuzione. Grande esecutore oltre che musicologo, Silvestro Ganassi<br />

del Fontego, suonatore di flauto dir<strong>it</strong>to, lasciò per il suo strumento<br />

l’importantissima opera “Fontegara” (1535), scrisse per la viola la celebre “Regola<br />

Rubertina” (1544).<br />

Di Vincenzo Galilei che scoprì tre inni greci del II secolo d.C. e fu uno dei pionieri<br />

<strong>dello</strong> <strong>stile</strong> monodico abbiamo importanti trattati: “Il Fronimo”, dialogo sopra l’arte<br />

del bene intavolare e rettamente suonare la <strong>musica</strong> di liuto (1568) e “Dialogo della<br />

<strong>musica</strong> antica e moderna” (1582).<br />

Un notevole trattato sul modo di suonare l’organo e il clavicembalo è quello di<br />

Girolamo Deruta, dal t<strong>it</strong>olo “Il transilvano”, dedicato al principe Bathory di<br />

Transilvania, in forma di dialogo, composto di due parti: la prima, pubblicata nel<br />

1593, si int<strong>it</strong>ola ”Dialogo sopra il vero modo di sonare organi e instrumenti di<br />

penna”, una somma di istruzioni tecniche, come per esempio la d<strong>it</strong>eggiatura;<br />

l’altra parte è del 1609 e vi sono esposte dottrine contrappuntistiche e istruzioni<br />

circa la trasposizione e la registrazione organistica. “Il transilvano”, opera che<br />

sembra per molti aspetti precorrere i tempi, cost<strong>it</strong>uisce uno dei cardini<br />

dell’evoluzione della tecnica organistica e cembalistica.<br />

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