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Esposizione della regola di diritto romano nemo pro parte testatus ...

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RTCDI E DOCUMENTI<br />

def"onto, la quale ritrovasi nell' ere<strong>di</strong>tà: benché varie fra loro fos-<br />

sero le spiegazioni speciali. Altri <strong>di</strong>sse, che come in un uomo non<br />

possono esistere qualità contra<strong>di</strong>ttorie, così anche un uomo non<br />

può essere rappresentato per qualità contrarie '. Altri sostenne,<br />

che, essendo la rappresentanza <strong>di</strong> una persona, dev' essere uni-<br />

forme Ed altri scrisse, che come la persona vivente non potè<br />

avere due patrimoni, così neppure può avere dopo la morte due<br />

ere<strong>di</strong>tà, appunto perché 1' ere<strong>di</strong>tà tien la sua vece 3 . Spiegazioni<br />

tutte, che, mentre hanno apparenza gran<strong>di</strong>ssima <strong>di</strong> verità, sono<br />

però poco idonee a sod<strong>di</strong>sfar pienamente. Qualità, che siano ve-<br />

ramente contra<strong>di</strong>ttorie, non possono al certo coesistere nella per-<br />

sona medesima: non può un in<strong>di</strong>viduo esser insieme ricco e po-<br />

vero, dotto ed ignorante, buono e malvagio. Ma non è spiegato<br />

come simile contrarietà, insofferente <strong>di</strong> coesistenza, si trovi fra<br />

la rappresentanza testata e la intestata; la quistione resta inso-<br />

luta. Una è senza dubbio la persona rappresentata dalla ere<strong>di</strong>tà:<br />

ma è pure indubitabile che tale rappresentanza pub avere in sè<br />

stessa qualche <strong>di</strong>fformità. Si può avere piìi ere<strong>di</strong>, o per testamento<br />

o ab intestato, fra loro <strong>di</strong>fferentissimi e nelle qualità fisiche e nelle<br />

morali, e per le parti che toccano a cadauno. Perché non si ac-<br />

cetta anche 1' altra <strong>di</strong>fformitàt, che un erede sia testamentario e<br />

1' altro legittimo? La <strong>di</strong>fficoltà torna iutiera. Finalmente se una<br />

è 1' ere<strong>di</strong>tati che tiene le veci del clefonto, una la rappresentanza<br />

che fanno gli ere<strong>di</strong>; pur non è, come or ora ricordavamo, oppo-<br />

sto a tale unità il molteplice numero, non le è contraria la <strong>di</strong>-<br />

versità delle persone degli ere<strong>di</strong>. Non s' intende ancora perché<br />

alla medesima sia opposta la <strong>di</strong>versità <strong>della</strong> quale si <strong>di</strong>sputa.<br />

L' indagine fu ripresa stu<strong>di</strong>osamente da Haubold in una <strong>di</strong>s-<br />

sertazione pubblicata in latino nell' a. 178S : De causis cur idem<br />

et testato et intestato decedere non possit; ove assegna quattro ragioni<br />

' Così Gomez I. resol. 3. n. 3, e 10. n. 27.<br />

2 Finn. ad § 5. I. de hered. n. 4.<br />

" Cujae. e<strong>di</strong>z. napol. VIII. 745.

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