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Esposizione della regola di diritto romano nemo pro parte testatus ...

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DI STORIA E DIRITTO 1 7<br />

relativamente all' ere<strong>di</strong>tà, è una evidente ir<strong>regola</strong>ritá anche se<br />

1' una o l' altra legislazione si riguar<strong>di</strong> da per se, e non nel re-<br />

ci<strong>pro</strong>co confronto e concorso. Ond' è che Papiniano 1. 15. § 2. de<br />

ino ff e. testar. nel riportare un' eccezione alla nostra <strong>regola</strong> (ecce-<br />

zione, <strong>di</strong> cui ci occuperemo in seguito), esprime essa <strong>regola</strong> non<br />

nella anormalità del concorso delle due cause, testata ed intestata,<br />

ma in quella <strong>della</strong> imperfezione e parzialità <strong>di</strong> una delle due, <strong>della</strong><br />

intestata, " nec absurdum videtur, <strong>pro</strong> <strong>parte</strong> intestatulli videri ,,.<br />

E Trifonino 1. 19. § 2. de castr. pecul. prende <strong>di</strong> mira la parzialità<br />

<strong>della</strong> causa testata quando <strong>di</strong>ce " miles al initio pi •o <strong>parte</strong> festatus po-<br />

tuerat mori. „ Quin<strong>di</strong> è pure, che <strong>pro</strong>ssima alla <strong>regola</strong> nostra ve<br />

n' è un' altra nel dritto <strong>romano</strong>, la quale solo dalle cose esposte<br />

riceve spiegazione pienamente sod<strong>di</strong>sfacente: vale a <strong>di</strong>re che pilino<br />

possa morire con più testamenti, e che il testamento secondo at-<br />

terri necessariamente il primo in modo che una espressa conferma,<br />

fattavi <strong>di</strong> questo, possa valere soltanto per dritto <strong>di</strong> fedecommesso,<br />

1. 12. § 1. de injusto rupto. Dappoichè il testamento è per sua na-<br />

tura il complesso <strong>di</strong> tutte le <strong>di</strong>sposizioni relative alla famiglia;<br />

onde non s' intende la coesistenza <strong>di</strong> due o più testamenti.<br />

Anche più spiccata si scorge 1' ir<strong>regola</strong>rità, se si riguar<strong>di</strong>no<br />

la parziale causa testata e la parziale intestata nel loro concorrere;<br />

appunto perchè il cennato inconveniente d' imperfetta legislazione<br />

si presenta duplicato: ed è per questo, che la nostra <strong>regola</strong> suol<br />

essere espressa sotto questo aspetto dove la sua ragionevolezza<br />

è più perspicua. Si aggiunge ancora in questo punto <strong>di</strong> vista l'altro<br />

inconveniente che si avrebbero insieme applicate due legislazioni<br />

<strong>di</strong> tipo affatto <strong>di</strong>stinto. Che ogni legislazione debba essere auto-<br />

noma e non mista con legislazioni estranee, e principio elemen-<br />

tare <strong>di</strong> gius pubblico, ai romani notissimo '. E questa la <strong>di</strong>sso-<br />

Sui testi <strong>di</strong> Gajo 1. 9. de just. el jur. e comp. I. 1. è composto il 1. I.<br />

de jur. nat. cent. et ciu. quod quisque populus sili ipse constiluit, i l ipsius <strong>pro</strong>prium<br />

civitatis est, vccaturque jus civile, quasi jus <strong>pro</strong>prium ápsius civátatis ,,. Gaje<br />

stesso 1. 1. pr. de a. r. d. <strong>di</strong>ce ` jure civili, id est jure <strong>pro</strong>prio civitatis nostrae ,.<br />

E nel fragm. Dosith. 1. si legge ` Jus civile 2yero <strong>pro</strong>prium est cirium <strong>romano</strong>-

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