Esposizione della regola di diritto romano nemo pro parte testatus ...

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1 0 STUDI E DOCUMENTI mila, ed ancor più (« •rz`s v. pí ')c 7.zs 8:a:/Jp J; • x c-! ,:aaíou; » e Tacito Ami. 14. 44. afferma " nationes in familiis habemus ,,. Nè hasta ancora. Anche i liberti rimanevano in rapporto familiare col patrono, onde ne prendevano il nome , e sovente restavano nella sua casa '. Ed i numerosi clienti, trovandosi in rapporti di soggezione e di relativo patrocinio ' colla persona alla quale se applicaz•issent ' e co' suoi figli 1 , aveano con quella e con questi comunione di famiglia 6 . La cerchia della famiglia, in tanti modi dil,a tata, si estendeva finalmente sino ai vasti e non ancora ben delineati confini della Mens — Tante le persone comprese nel lato significato della famiglia; le cose, i beni, in proporzioni tal- volta quasi incredibili. I possedimenti di alcuni padri di famiglia, segnatamente per le fatte occupazioni dell' alter publicus ', aveano tali estensioni da sembrare regni piuttosto che patrimoni. — Su queste persone, e su questi beni esercitavano i padri di famiglia i più grandi poteri. Non solo delle cose potevano uti et abati; ma sui discendenti loro esercitavano i gravissimi dritti della patria potestà, estesi anche rapporto alle mogli per via della in manum conventio; e dei servi disponevano liberamente in forza della po- testìi dominicale; veri signori nella famiglia. L'esercizio di così importanti diritti sopra un' associazione tanto estesa si raggruppava in un atto complessivo e solenne; e que- st' atto era il testamento. In esso il capo della famiglia dispo- neva de' beni, premiando i benemeriti, ed allontanandone gl' in- degni; ai servi dava la libertà; ai sottoposti alla sua patria ¡)otestìL, o alla sua manus, lasciava tutori in supplemento e sosti- tuzione dell' autorit , propria: a tutto, e per tutti, provvedeva. ' C f. 1. 2. § 1. de asU et laLit., 1. 5. § 1. de his gai effuder. rei dejecer. Plin. epist. 2. 17. 0. 2 Gen. 5. 13. 8 Cicer. De oral. 1, 30, 177. ' Fragm. natie. 308. S Fest. y . Patronas. 6 Ct'. 1. 195. § 2. fi. de V. S. Hygin. 115, Sicn1. Macc. 137. 19.
DI STORIA E DIRITTO Quindi è, che le leggi nel testatore non viddero il semplice in- dividuo, ma il capo della famiglia. E, non per stretta necessità logica, ma per ragione di prossima analogia, ravvisarono iii esso il carattere di legislatore domestico, in quel suo atto complessivo e solenne una legislazione, relativamente alla famiglia, piena e completa. Che il testatore venga dalle leggi riguardato come capo di famiglia, paterfamilias, lo afferma espressamente Cicerone Dc invent. IL 50. e Ad Ilerenn. 1. 13. dicendo che le dodici tavole avean dato al " paterfamilias„ la potestà di disporre per testamento " super familia pecuniaque,,. Precisamente per questa ragione nel testamento per aes et libram si faceva la mancipazione "familia pecuniaque tua... esto mihi emta ,,, e nomavasi familiae mancipatio, Gaj. 11. 103. 104., Ulp. XX. 9. Il carattere legislativo su tutto il complesso della famiglia è segnalato dalla famosa legge decemvirale " Uti legassi! suae rei, ita jus esto ,,. È per questo che dai testatori è adoperata nella espressione della volontà la forma legislatoria " Ileres esto; tutor esto; liber esto; sumito; habeto; damnas esto, etc. „ E trovasi anche in monumenti fuori della collezione giustinianea, che i testatori chiamino legge il loro volere. Così in quel testamento di uo111 nativo della Gallia lionese, munito de' dritti di cittadinanza ro- mana, che fu scritto nella buona epoca della nostra giurispru- deriza, ed è stato ritrovato l' a. 1863 nella biblioteca eli Basilea, leggiamo: " Loco autem buie LEX hace in perpetuum dicitur: ne quisquam post me dominium potestatemque eorum locorum habeto etc. „ '. Il pen- siero, che il testamento sia un complesso di leggi familiari, fa dire a Cicerone Philipp. II. 42. „ In publicis actis nihil est leg gi yravius: in privatis firmissimum testamentum „. Questo carattere di codice familiare scritto dal paterfanrilias, che è impresso nel testamento romano, vale a spiegare de'punti rilevantissimi del testamento medesimo. Ne spiega in primo luogo uno de' più essenziali requisiti, la necessità di non preterire i sui heredes, cioè le persone sottoposte al patrio potere del testa- Cf. Bruns Fontes jur. ronfi. ant. pag. 152. 11.
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