Verso una maggiore integrazione dell'agricoltura nella ...

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30.06.2013 Views

L’area di studio: i comuni di Assisi, Bastia Umbra, Bettona e Cannara Per quanto riguarda la coltivazione dell’olivo, la Regione Umbria ha richiesto e ottenuto il marchio comunitario DOP Umbria 75 , differenziando la produzione di olio extravergine di oliva in cinque sottozone. La Valle Umbra è stata suddivisa longitudinalmente, per cui Assisi appartiene alla zona dei Colli di Assisi e Spoleto, mentre Bettona e Cannara rientrano nella zona dei Colli Martani. Anche per la viticoltura i due versanti della Valle risultano divisi tra la fascia collinare di Assisi, per cui è stata creata un’apposita zona di produzione denominata Vini DOC “Assisi”, e la fascia collinare di Bettona e Cannara che è stata invece inserita nella zona di produzione Vini DOC “Colli Martani” 76 . Tab. 5.4 - Variazione percentuale numero di aziende zootecniche e numero di capi (1970-2000). Fonte: Elaborazione su dati Censimenti ISTAT Infine dall’analisi dell’andamento degli allevamenti si notano variazioni all’interno dei Comuni e tra le tipologie di allevamento. Gli allevamenti suini mostrano una riduzione nel numero delle aziende, a fronte dell’aumento della dimensione produttiva (per aumento del numero dei capi) di quelle rimaste attive, mentre per gli allevamenti bovini la riduzione ha riguardato sia le aziende che il numero dei capi. La contrazione dei bovini è avvenuta soprattutto nel decennio 1970- 75 Il Disciplinare di Produzione dell’olio extravergine di oliva DOP Umbria è stato pubblicato con Reg. CEE 2325/97 in GUCE n. 322 del 25/11/1997. 76 Le aree di produzione dei vini di qualità della Regione Umbria con Denominazioni di Origine Controllata (D.O.C.) sono: Torgiano, Orvieto, Montefalco, Colli Amerini, Colli Perugini, Colli Martani, Colli del Trasimeno, Colli Altotiberini, Assisi, Lago di Corbara, Rosso Orvietano. 91

L’area di studio: i comuni di Assisi, Bastia Umbra, Bettona e Cannara 1980, quando la maggior parte delle aziende sono state poste davanti all’alternativa fra la specializzazione dell’attività o l’abbandono dell’allevamento. Rispetto a questi andamenti negativi fa eccezione Bettona, che registra invece un incremento dei capi sia negli allevamenti bovini che suini. Per questi ultimi, in particolare, va considerato il ruolo di spinta che ha esercitato fino agli anni Novanta il Salumificio di Bettona, la cui attività è stata recentemente rilevata, sia pure in dimensione ridotta, dal “Salumificio Umbria” del Gruppo Valtiberino. Nel corso degli anni la “filiera corta”, che si era costituita anche con il sostegno della Banca locale, si è disarticolata e il sistema di allevamento si è prevalentemente orientato verso la soccida. Bettona ha quindi perso i vantaggi derivanti dalla lavorazione e dalla commercializzazione delle carni, incrementando invece gli svantaggi procurati dall’alta concentrazione degli allevamenti, pari al 24% della regione, e relativi allo smaltimento dei reflui zootecnici. 92 Fig. 5.12 Impronta agraria strutture e principali colture (variazione 1970-2000) Aziende Zootecniche Olivo Vite Foraggere Ortive Aziende 60 40 20 0 -20 -40 -60 -80 1971-2001 Occupati Seminativi SAT SAU Boschi Fonte: Elaborazione su dati Censimenti ISTAT 1971-2001 Questa situazione, aggravata dalla più generale crisi, che sta attraversando in questi anni l’intero comparto suinicolo in Italia, ha generato conflitti sociali che hanno imposto la drastica riduzione degli allevamenti e del numero dei capi. Per quanto riguarda gli allevamenti ovini, dopo il positivo andamento nel numero dei capi registrato nel decennio 1960-1970, c’è stata una flessione del numero sia delle aziende che dei capi nel decennio successivo. Per quanto riguarda infine gli altri

L’area di studio: i comuni di Assisi, Bastia Umbra, Bettona e Cannara<br />

1980, quando la maggior parte delle aziende sono state poste davanti<br />

all’alternativa fra la specializzazione dell’attività o l’abbandono dell’allevamento.<br />

Rispetto a questi andamenti negativi fa eccezione Bettona, che registra invece<br />

un incremento dei capi sia negli allevamenti bovini che suini. Per questi ultimi, in<br />

particolare, va considerato il ruolo di spinta che ha esercitato fino agli anni Novanta<br />

il Salumificio di Bettona, la cui attività è stata recentemente rilevata, sia pure<br />

in dimensione ridotta, dal “Salumificio Umbria” del Gruppo Valtiberino. Nel<br />

corso degli anni la “filiera corta”, che si era costituita anche con il sostegno della<br />

Banca locale, si è disarticolata e il sistema di allevamento si è prevalentemente<br />

orientato verso la soccida. Bettona ha quindi perso i vantaggi derivanti dalla lavorazione<br />

e dalla commercializzazione delle carni, incrementando invece gli svantaggi<br />

procurati dall’alta concentrazione degli allevamenti, pari al 24% della regione,<br />

e relativi allo smaltimento dei reflui zootecnici.<br />

92<br />

Fig. 5.12 Impronta agraria strutture e principali colture (variazione 1970-2000)<br />

Aziende Zootecniche<br />

Olivo<br />

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1971-2001<br />

Occupati<br />

Seminativi<br />

SAT<br />

SAU<br />

Boschi<br />

Fonte: Elaborazione su dati Censimenti ISTAT<br />

1971-2001<br />

Questa situazione, aggravata dalla più generale crisi, che sta attraversando in<br />

questi anni l’intero comparto suinicolo in Italia, ha generato conflitti sociali che<br />

hanno imposto la drastica riduzione degli allevamenti e del numero dei capi. Per<br />

quanto riguarda gli allevamenti ovini, dopo il positivo andamento nel numero dei<br />

capi registrato nel decennio 1960-1970, c’è stata <strong>una</strong> flessione del numero sia delle<br />

aziende che dei capi nel decennio successivo. Per quanto riguarda infine gli altri

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