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Verso una maggiore integrazione dell'agricoltura nella ...

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Tematica della ricerca<br />

ve la percentuale del bilancio dell’UE destinata all’agricoltura è in progressiva<br />

diminuzione dal 71% nel 1984 al 33% previsto per il 2013), incidono anche la<br />

fluttuazione dei prezzi dei prodotti (che variano notevolmente da un anno<br />

all’altro) e l’aumento dei costi delle materie prime e delle lavorazioni. Sono da<br />

segnalare anche le difficoltà ad adeguare le strutture e i processi di produzione<br />

alla regolamentazione europea, soprattutto in materia igenico-sanitaria.<br />

c- Dati relativi alla riduzione di suolo agricolo. Dal 2001 al 2008 il consumo<br />

di territorio in Italia è aumentato ancora mediamente del 7,8%, con punte tra il<br />

12% e il 15% in Basilicata, Puglia e Marche e un picco del 17,8% in Molise. Durante<br />

questo periodo le regioni in cui le superfici edificate si sono più estese, in<br />

valori assoluti, sono il Lazio, la Puglia e il Veneto. In Veneto in particolare si sono<br />

persi oltre 100 chilometri quadrati di aree agricole. L'Osservatorio Nazionale<br />

sui Consumi di Suolo, nel primo rapporto 2009, rileva come in Germania, Olanda,<br />

Gran Bretagna, Svezia e Svizzera i governi cambino le leggi urbanistiche per limitare<br />

fino ad azzerare i consumi di suolo, mentre in Italia non abbiamo neppure dati<br />

attendibili (Osservatorio, 2009) e il Governo italiano sembra puntare su un nuovo<br />

boom edilizio 49 .<br />

In questo contesto le ipotesi formulate, che il lavoro di ricerca si propone di verificare,<br />

sono le seguenti :<br />

1. Si ritiene che per preservare gli spazi agricoli sia necessario considerare nel<br />

processo di pianificazione territoriale la struttura socio-economica delle aziende<br />

presenti nel territorio e le strategie degli imprenditori agricoli, ponendo al centro<br />

dell’attenzione l’unità aziendale. Infatti, il mantenimento degli spazi agricoli dipende<br />

dalle strategie degli imprenditori, in evoluzione nel contesto attuale a causa<br />

della riforma della PAC del 2013, dello stato di crisi del settore (aumento dei costi,<br />

fluttuazione dei prezzi di vendita dei prodotti, globalizzazione del mercato) e<br />

della struttura socio-economica delle aziende (elevata età media degli imprenditori<br />

agricoli, difficoltà ricambio generazionale, polverizzazione aziendale, offerta<br />

dei prodotti frammentata). Si ritiene che il 2013 in Italia sarà un “anno soglia” oltre<br />

il quale si potrebbe verificare <strong>una</strong> diminuzione del numero di agricoltori e di<br />

terre coltivate sia a seguito dei processi di urbanizzazione che dell’abbandono di<br />

molti agricoltori di <strong>una</strong> agricoltura part-time accessoria e quindi poco remunerativa.<br />

2. La seconda ipotesi che viene formulata considera che fino ad ora i parametri<br />

adottati <strong>nella</strong> pianificazione delle aree agricole siano stati subordinati<br />

all’espansione della città sulla campagna dove la “vocazionalità” dei luoghi e la<br />

strategia di sviluppo delle città hanno prevalso sulla funzionalità dell’agricoltura.<br />

Questo ha portato ad <strong>una</strong> scarsa considerazione degli spazi agricoli non “di pre-<br />

49 Nella manovra finanziaria del 2008 era stato inserito un “Piano nazionale di edilizia abitativa” (art. 11 DL 112/2008),<br />

rilanciato con un secondo provvedimento annunciato il 6 marzo 2009 e denominato “Piano Casa” con “l’intento di rilanciare<br />

-in un periodo di crisi- un settore chiave per la nostra economia” (www.governo.it).<br />

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