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Verso una maggiore integrazione dell'agricoltura nella ...

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Tematica della ricerca<br />

tà. Gli strumenti di intervento suggeriti sono: la zonizzazione dei terreni in base<br />

alla loro qualità, con un orizzonte temporale almeno quindicennale e dunque capace<br />

di garantire certezza e stabilità, la regolazione del mercato fondiario e<br />

l’indennizzo per le attività danneggiate dalla pressione urbana (Merlo, 1978).<br />

A metà degli anni Ottanta emerge la «necessità di ricercare un assetto territoriale<br />

meno legato all’emergenza dell’espansione insediativa e più finalizzato alla<br />

ricerca di qualità infrastrutturale e ambientale» (Erba, 2007: 75) e di un orientamento<br />

più operativo che privilegia gli “interventi” piuttosto che le “analisi” e le<br />

“interpretazioni”, che viene ritenuto necessario per «evitare l’estendersi di fenomeni<br />

di compromissione ambientale, di sub-ottimale utilizzo delle risorse territoriali,<br />

di decadimento della qualità complessiva della vita nelle nostre città» (Camagni,<br />

1994: 13). Il pianificatore viene sollecitato a svolgere le funzioni: di “valutazione<br />

e previsione” in particolare delle esternalità negative dei processi di diffusione<br />

insediativa; di “suggeritore” e “progettista” di “utopie territoriali”, per la<br />

“definizione delle priorità dei temi affrontati” e di valutazione tecnica di alcuni<br />

vincoli territoriali non-contrattabili (Camagni, 1994: 17).<br />

A partire dagli anni Ottanta vengono avanzate proposte di metodo (di cui si riportano<br />

solo i riferimenti bibliografici e le tipologie senza entrare nel merito) alcune<br />

delle quali trovano anche applicazione concreta, per l’elaborazione e la definizione<br />

di:<br />

interventi ammissibili sulle singole zone agricole per tipologia produttiva (Falasca,<br />

1983);<br />

indicatori specifici per valutare il consumo di suolo sia da un punto di vista<br />

quantitativo, che qualitativo (Borachia, Paolillo 1990; Paolillo, 1994; De Carolis,<br />

1994);<br />

strumenti operativi di intervento per la riduzione del differenziale nei valori<br />

fondiari tra città e campagna (Camagni, 1994) e per la valutazione di procedure<br />

per la trasformabilità dei suoli (Properzi, 1999);<br />

sistemi di incentivo per favorire lo sviluppo di un’attività agricola vitale e sostenibile<br />

(Muraro, 1994);<br />

metodi di zonizzazione delle aree agricole a livello regionale: basati su indicatori<br />

costruiti su base censuaria che tengono conto della struttura produttiva agricola<br />

(Prestamburgo, 1982), delle interazioni tra urbano e rurale (Franceschetti,<br />

1990), delle relazioni tra tutti i settori produttivi associati a indicatori sociali e<br />

demografici (Polelli, 1987); oppure basati su un approccio statistico-descrittivo<br />

(Zappavigna, 1987) o analitico-qualitativo (Baldini et al, 1987);<br />

zonizzazione delle aree periurbane basata su indicatori di interazione dell’uso<br />

del suolo costruito-non costruito (Venturelli, 1983) o attraverso la definizione<br />

dell’uso ottimale del suolo con la procedura M.U.D.S (Las Casas, 1983) o secondo<br />

criteri soggettivi elaborati dall’autore (Tortoreto, 1999);<br />

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