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Verso una maggiore integrazione dell'agricoltura nella ...

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3 Tematica della ricerca<br />

Questo capitolo, relativo al progetto di ricerca, è strutturato in quattro paragrafi.<br />

Nel primo paragrafo viene presentato lo stato dell’arte sul tema del rapporto tra<br />

gli spazi agricoli e gli strumenti urbanistici in Italia, nel secondo paragrafo vengono<br />

esplicitate le domande di ricerca, mentre gli ultimi due sono dedicati alla trattazione<br />

delle ipotesi, che il lavoro intende verificare e alla validazione del territorio<br />

di indagine prescelto.<br />

Il paragrafo, relativo allo stato dell’arte, è il più articolato sia perché è stato analizzato<br />

lo sviluppo del dibattito scientifico a partire dalle sue origini (databili<br />

nel nostro paese agli anni Quaranta con l’approvazione della prima legge urbanistica),<br />

sia perché si è cercato di collegarlo alle trasformazioni delle normative e<br />

degli strumenti urbanistici dello stesso periodo. Questo quadro è stato finalizzato<br />

ad evidenziare <strong>una</strong> domanda di ricerca attuale e ancora “aperta”, a cui rispondere<br />

attraverso il presente lavoro.<br />

3.1 Lo stato dell’arte: il rapporto tra gli spazi agricoli e gli strumenti<br />

urbanistici in Italia<br />

La legge urbanistica del 1942 (L n. 1150/1942) ha affidato al livello istituzionale<br />

com<strong>una</strong>le la regolazione del suolo urbanizzato e urbanizzabile attraverso due<br />

tipi di strumenti: il Regolamento edilizio (RE), da un lato, e i Programmi di Fabbricazione<br />

(PdF) e i Piani Regolatori Generali (PRG), dall’altro. Il RE è uno strumento<br />

prettamente "tecnico", di cui tutti i Comuni si devono obbligatoriamente<br />

dotare, che si limita a disciplinare gli aspetti tecnico-estetici, igienico-sanitari, di<br />

sicurezza e di abitabilità degli immobili e delle loro pertinenze e a fissare le procedure,<br />

che disciplinano l’attività edilizia del comune. Il PRG nasce come strumento<br />

per regolare la crescita urbana, per diventare, soprattutto dopo l’istituzione<br />

delle Regioni, uno strumento di pianificazione del territorio com<strong>una</strong>le. La sua adozione,<br />

prima consigliata per città con più di diecimila abitanti (L n. 2359/1865<br />

su “Espropriazione per causa di pubblica utilità”), viene resa obbligatoria con la<br />

legge n. 1150 per i comuni espressamente indicati in appositi elenchi, approvati<br />

con Decreto del Ministro dei Lavori Pubblici (funzione trasferita alle Regioni con

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