Verso una maggiore integrazione dell'agricoltura nella ...
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L’evoluzione del concetto di spazio rurale e di agricoltura nel territorio e <strong>nella</strong> Politica<br />
Agricola Comunitaria<br />
e del paesaggio, attraverso «metodi di produzione agricola compatibili con le esigenze<br />
di protezione dell’ambiente e con la cura dello spazio naturale» (Regolamento<br />
2078/1992), <strong>nella</strong> cura dei terreni abbandonati, <strong>nella</strong> utilizzazione di terreni<br />
a beneficio del pubblico e delle attività ricreative. Con la Conferenza Europea sullo<br />
Sviluppo Rurale (Conferenza di Cork) del novembre 1996 23 ,l’UE definisce i<br />
principi dello sviluppo rurale identificandoli in: approccio integrato (multidisciplinare<br />
nell’ideazione, multisettoriale nell’applicazione e con dimensione territoriale);<br />
diversificazione delle attività economiche (iniziative private e collettive<br />
capaci di svilupparsi autonomamente); sostenibilità e sussidiarietà (approccio dal<br />
basso nell’impostazione e <strong>nella</strong> progettazione).<br />
Considerata la diversità delle aree rurali dell’Unione e la possibilità di molteplici<br />
modelli di sviluppo a livello locale, la politica di sviluppo rurale deve seguire<br />
il principio della sussidiarietà. Deve essere il più possibile decentrata e basata sul<br />
partenariato e sulla cooperazione tra tutti i livelli considerati. Particolare importanza<br />
deve essere attribuita alla partecipazione e alle iniziative che provengono<br />
dalla base stimolando la creatività e la solidarietà delle comunità rurali. Con la<br />
dichiarazione di Cork prima e nei progetti LEADER poi, l’UE promuove<br />
un’attività di valorizzazione dello spazio rurale, finalizzata alla tutela dei valori e<br />
dei fattori produttivi direttamente legati al mondo rurale, con l’obiettivo di rivitalizzare<br />
e sostenere il tessuto socioculturale, seriamente minacciato dal predominio<br />
delle realtà urbane ed industriali e dai fenomeni di abbandono e degradazione socio-economica.<br />
Infatti, <strong>una</strong> delle questioni principali che deve essere affrontata<br />
nell’applicazione di questa nuova politica riguarda la sua dimensione territoriale:<br />
«quando si devono predisporre interventi di politica economica, quali le misure di<br />
sviluppo rurale che hanno <strong>una</strong> valenza regionale» bisogna tener conto che «la<br />
modificazione di <strong>una</strong> variabile di politica economica può condurre a risposte diverse<br />
nei diversi territori, in altri termini essa può avere differente valenza locale<br />
e non un’unica valenza globale» (Pecci, Sassi, 2007:1). Ne deriva la necessità di<br />
«valutare e valorizzare le potenzialità endogene di aree rurali [..] a tipologia differenziata»<br />
ai fini della pianificazione dello sviluppo rurale (Men<strong>nella</strong>, 2006:15)<br />
Ma è con il Regolamento 1257/1999 sul sostegno allo sviluppo rurale da parte<br />
del Fondo Europeo Agricolo di Orientamento e di Garanzia (FEAOG), che viene<br />
avviata la politica di sviluppo rurale riconosciuta come il secondo pilastro della<br />
PAC, con l’obiettivo di «ricostruire e rafforzare la competitività delle zone rurali,<br />
contribuendo in tal modo a mantenere e a creare posti di lavoro in queste zone»<br />
per evitare lo spopolamento delle campagne.<br />
23 Sempre nel 1996 è stata sottoscritta, da parte degli Stati membri del Consiglio d’Europa, anche la Carta Rurale Europea<br />
in cui sono definiti i principi direttivi per <strong>una</strong> politica di gestione, sviluppo e tutela delle aree naturali e rurali. Lo spazio<br />
rurale viene definito come “il territorio costituito dallo spazio agricolo, destinato alla coltivazione e all’allevamento, e<br />
dello spazio fondiario non agricolo destinato a diversi usi dall’agricoltura, in particolare all’insediamento e alle attività<br />
degli abitanti nell’ambiente rurale” (art.2).<br />
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