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Verso una maggiore integrazione dell'agricoltura nella ...

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Considerazioni conclusive<br />

del territorio che si rifanno ad <strong>una</strong> sua immagine sempre più virtuale, costruita<br />

sulle aspettative del consumatore urbano piuttosto che sulla realtà produttiva delle<br />

pratiche (Milone, Ventura, 2009). Anche la riscoperta della tipicità e l’eccessivo<br />

potenziamento degli aspetti fruitivi del territorio comporta dei rischi se non si riesce<br />

a «creare <strong>una</strong> nuova coerenza tra risorse disponibili e nuovi bisogni» che,<br />

diversamente dal passato, non riguardano le sole comunità rurali, ma non possono<br />

neppure rappresentare la sola proiezione dei ceti urbani (Di Iacovo 2004).<br />

Sintetizzando quanto emerso nel capitolo sette, tre sono le principali categorie<br />

di aziende presenti nell’area di studio che trovano corrispondenza negli scenari<br />

delineati:<br />

-aziende pluriattive non professionali di piccole dimensioni con <strong>una</strong> produzione<br />

limitata, sufficiente per l’autoconsumo e per la vendita di piccoli quantitativi,<br />

che sono state definite in abbandono;<br />

-imprese di piccole dimensioni che non presentano forme di diversificazione<br />

aziendale e non hanno <strong>una</strong> dimensione economica stabile, che sono state definite<br />

in transizione;<br />

-imprese professionali di medie-grandi dimensioni, che vendono i loro prodotti<br />

sul mercato nazionale o aziende pluriattive dinamiche che presentano forme di<br />

diversificazione aziendale, che sono state definite in permanenza.<br />

Condizioni che favoriscono l’equilibrio tra la funzione produttiva e la funzione<br />

protettiva sono la:<br />

- promozione dell’accorpamento di più aziende in transizione o in abbandono<br />

in modo tale da aumentare le dimensioni e quindi anche il reddito. Esso potrebbe<br />

essere incoraggiato attraverso azioni di ricomposizione fondiaria che cerchino,<br />

soprattutto nell’area della piana di Assisi, di mantenere la maglia poderale ancora<br />

leggibile (considerando la sua importanza paesaggistica emersa sia nel Piano di<br />

Gestione UNESCO che nel PPR dell’Umbria);<br />

-protezione dalla pressione urbana delle imprese (molto grandi, grandi) (es. le<br />

imprese ad indirizzo cerealicolo) localizzate in prossimità dei centri urbani di pianura,<br />

in modo tale da garantire <strong>una</strong> loro stabilità economica che, se venisse compromessa,<br />

potrebbe portare all’abbandono dell’attività a seguito di frammentazioni<br />

e parcellizzazioni;<br />

- previsione della possibilità di costruire strutture (es. serre) compatibili con<br />

l’attività economica e con il contesto paesaggistico in cui sono inserite, garantendo<br />

la funzionalità delle attività presenti nel territorio che potrebbero, se non agevolate,<br />

essere delocalizzate;<br />

- promozione della “ricomposizione degli oliveti”, come previsto dal Piano di<br />

Gestione Unesco, incoraggiando e sostenendo la produzione di un olio di qualità<br />

attraverso, ad esempio, la creazione del “Marchio Assisi”, tra l’altro auspicato dagli<br />

imprenditori della zona, prevedendo anche forme di sostegno all’etichettatura<br />

del prodotto. Il problema principale dell’area è il rischio “abbandono” di molte<br />

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