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Verso una maggiore integrazione dell'agricoltura nella ...

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L’evoluzione del concetto di spazio rurale e di agricoltura nel territorio e <strong>nella</strong> Politica<br />

Agricola Comunitaria<br />

zione; e presuppone che l’attività agricola produca, oltre ai beni primari, servizi,<br />

attrezzature ed elementi di paesaggio socialmente fruibili, e che per questo venga<br />

retribuita» (Cobello, Simonetti, 1997).<br />

Nonostante siano state identificate a livello europeo due interpretazioni di parco<br />

agricolo come <strong>una</strong> «istituzione di governo del territorio, formalizzata», che si<br />

inquadra in normative di tipo territoriale o ambientale, oppure <strong>una</strong> «aggregazione<br />

volontaria ed attiva di attori» (Fanfani, 2006: 61), le esperienze analizzate si avvicinano<br />

soprattutto alla seconda tipologia. Infatti si possono considerare “patti<br />

sociali” sottoscritti da tutti gli attori, coinvolti <strong>nella</strong> sua istituzione e <strong>nella</strong> sua gestione:<br />

l’amministrazione com<strong>una</strong>le, gli imprenditori agricoli e i cittadini. Il patto<br />

si fonda sulla comune volontà di salvaguardare e tutelare il territorio agricolo<br />

(amministrazione com<strong>una</strong>le), attraverso la difesa di <strong>una</strong> funzione economica,<br />

quella agricola (imprenditori agricoli), tenendo conto di <strong>una</strong> domanda sociale<br />

sempre più ampia di fruizione degli spazi e di prodotti eco-compatibili a km. zero<br />

(cittadini). La risposta a queste nuove domande sociali impegna gli imprenditori<br />

agricoli ad adottare un modello di agricoltura ecosostenibile e multifunzionale capace<br />

di offrire, oltre a prodotti agro-alimentari di qualità, anche servizi di carattere<br />

ricreativo, educativo e socio-ambientale. Tra gli obiettivi del Parco spesso emerge<br />

anche la volontà di conservare il patrimonio naturale, storico e culturale presente<br />

nell’area.<br />

I progetti agriurbani, nascono con l’intento di garantire <strong>una</strong> tutela agli spazi<br />

agricoli e <strong>una</strong> partecipazione attiva degli agricoltori nelle scelte di pianificazione<br />

territoriale. Quindi l’obiettivo principale è di garantire la permanenza della destinazione<br />

d’uso agricolo dei terreni negli strumenti urbanistici e di limitare i vincoli<br />

all’attività. Ne deriva anche il riconoscimento degli agricoltori come imprenditori<br />

capaci di fare le proprie scelte in base al mercato e al territorio, ma consapevoli<br />

del loro ruolo di mantenimento del paesaggio e delle risorse naturali (Fleury,<br />

2005). Questi progetti si propongono di far avvicinare gli abitanti degli spazi periurbani,<br />

«ignorants des réalités agricoles et du fonctionnement d’une exploitation,<br />

[ma consapevoli] sur le rôle essentiel de l’agriculture dans la gestion de leur<br />

espace de vie», all’agricoltura sfatando le «images stéréotypées, bucoliques et pittoresques»<br />

della campagna (Poulot, 2007).<br />

La finalità principale dei progetti integrati territoriali è quella di promuovere<br />

lo sviluppo socio-economico di specifici ambiti territoriali. Secondo i principi del<br />

partenariato, della sussidarietà e della programmazione negoziata, questi progetti<br />

cercano di individuare e sperimentare nuovi modelli di governance a scala intercom<strong>una</strong>le.<br />

Ogni Regione all’interno del proprio Piano di Sviluppo Rurale (PSR)<br />

ha fornito indicazioni specifiche che, nel caso del Lazio, sono volte alla definizione<br />

di un insieme coordinato ed organico di operazioni, riferibili a più misure<br />

dell'Asse III (“Migliorare la qualità della vita nelle zone rurali e promuovere la<br />

diversificazione delle attività economiche”), attraverso l’istituzione di partenariati<br />

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