Verso una maggiore integrazione dell'agricoltura nella ...
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Conflitti e contrasti in atto una soluzione temporanea per fronteggiare l’emergenza ambientale dell’attività zootecnica. A fronte dell’intesa raggiunta con gli allevatori, si è riacceso il conflitto con il Comitato per l’Ambiente dopo che l’Amministrazione comunale aveva dato il suo consenso alla costruzione di una seconda laguna per lo stoccaggio dei liquami. Questa decisione, senza un preliminare studio di impatto ambientale, veniva giudicata dal Comitato del tutto incompatibile con i progetti di sviluppo turistico del territorio, annunciati dallo stesso Comune. Il contraddittorio si è inasprito quando il Comitato, dopo aver denunciato a più riprese sulla stampa locale la situazione ambientale di Bettona, ha presentato in una trasmissione televisiva a diffusione nazionale le criticità provocate dagli allevamenti suinicoli (eccessivo numero di capi, per di più allevati prevalentemente in soccida, inadeguatezza del depuratore, mancato controllo da parte dell’Amministrazione sugli sversamenti dei reflui effettuati nel fiume Chiascio), manifestando, infine, forti perplessità sul progetto di risanamento. Il Consiglio comunale di Bettona ha quindi approvato il nuovo regolamento per la conduzione degli allevamenti suinicoli in cui, per la prima volta, è stato fissato il tetto massimo dei suini allevabili nel territorio, previsto in 30.000 capi, che potranno scendere a 28.000 capi quando andranno a regime le politiche di riconversione urbanistica introdotte dal nuovo PRG. L’ anno successivo, nel maggio 2009, l’Amministrazione comunale ha diffuso un “Progetto di ristrutturazione per l’adeguamento, la riqualificazione energetica e territoriale dell’impianto consortile CODEP, di Bettona”, corredato da una dettagliata e documentata relazione tecnico-scientifica che prevedeva un radicale ammodernamento dell’impianto, non solo per l’accertata inadeguatezza di quello esistente 185 , ma soprattutto per cambiare la funzione della struttura attraverso la creazione di «un ciclo chiuso e virtuoso nella produzione di agro-energia» di nuova concezione con l’intento di «collocarsi all’avanguardia a livello europeo». L’obiettivo dell’Amministrazione è quello di superare, con un «progetto molto più ambizioso» di quelli iniziali, limitati alla riduzione degli allevamenti, la situazione di disagio ambientale e di conflittualità sociale con una soluzione che voleva offrire, a giudizio dell’Amministrazione notevoli «benefici economici e sociali: 1) miglioramento della qualità della vita; 2) aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili; 3) maggior tutela del territorio; 4) abbattimento dei costi di produzione zootecnica; 5) abbattimento dei costi per la raccolta e smaltimento dei RSU; 6) creazione di un polo di avanguardia per lo sviluppo delle tecnologie per la produzione di «energia pulita»” 186 185 Il deterioramento del digestore primario dopo soli sei anni di attività ha sollevato molte perplessità esplicitamente espresse dal senatore Benedetti Valentini nell’interrogazione sopra citata e dallo stesso Comune di Bettona, che ha persino avanzato il sospetto “che qualcuno vi abbia lucrato, usando materiali di pessima qualità”. 186 Comune di Bettona, 2009, p. 11. 187
Conflitti e contrasti in atto Analizzando il Progetto, il Comitato, nel rilevare con soddisfazione che la ricognizione delle vicende relative alla costruzione e alla gestione dell’attuale impianto confermava sostanzialmente la fondatezza delle denunce reiteratamente formulate, manifestava il timore che la nuova soluzione proposta potesse «fare di Bettona un ricettacolo di rifiuti che aggraverebbero ancor più la situazione ambientale, allo scopo di dar vita al business del trattamento dei rifiuti. Gli allevamenti zootecnici ne sono solamente la scusante alla luce della riduzione dei capi suini allevati ed alla scarsa redditività di tale attività economica» 187 . Nelle intenzioni dell’Amministrazione comunale, il percorso di ristrutturazione dell’impianto (depurazione liquame – produzione energia da biogas – produzione biomasse vegetali concimate con refluo trattato – ulteriore produzione di biogas), «all’avanguardia a livello europeo» e «in grado di produrre un quantitativo di energia pari ad oltre 20 megawatt annui» 188 , cambia la natura stessa dell’impianto che da struttura a servizio dell’agricoltura diventa a tutti gli effetti una centrale di produzione dell’energia elettrica da biomasse. Questo significa che per alimentare la centrale, considerato che si prevede una drastica riduzione dei conferimenti di reflui zootecnici da parte degli allevamenti locali, è necessario ricorrere ad ingenti approvvigionamenti esterni di reflui di varia origine e provenienza come d’altra parte viene chiaramente indicato nel Progetto citato 189 . È significativo infatti che nel Progetto non compaia alcuna indicazione relativa alla filiera corta della produzione zootecnica e della sua qualificazione come produzione di qualità. Un aspetto singolare di questa complessa vicenda è che gli allevatori, che pure rappresentano il principale protagonista, non si siano mai ufficialmente e pubblicamente espressi ad eccezione della nota diffusa il 12 agosto 2009 attraverso la stampa locale dall’Associazione Provinciale Allevatori di Perugia che si dichiarava «fortemente preoccupata per le sorti della suinicoltura umbra e soprattutto per le numerose azioni di allevatori di suini, che con la chiusura dei depuratori di Bettona e di Marsciano, vedono messa a rischio la possibilità di continuare la propria attività». La questione del depuratore di Bettona si è ulteriormente aggravata e complicata con l’intervento della Magistratura che, sulla base delle indagini svolte dal Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri (NOE), ha emesso il 29 luglio 2009 i 187 Comunicato del Comitato popolare per l’Ambiente di Bettona pubblicato nella stampa locale il 29 maggio 2009. 188 La citazione è tratta dall’interrogazione presentata al Senato nella seduta del 22 dicembre 2008 dal senatore Domenico Benedetti Valentini al Ministro delle politiche agricole e al Ministro dell’ambiente a sostegno della “importante e innovativa esperienza” della CODEP di Bettona; il testo dell’interrogazione è stato ampiamente ripreso nel Progetto di ristrutturazione proposto dal Comune . 189 Nel Progetto del Comune di Bettona sono elencati i materiali previsti ed ammissibili da conferire ai reattori: reflui zootecnici di qualunque natura (suini, bovini, avicoli); reflui da attività olearia (acque di vegetazione e sanse da processo a due e/o tre fasi); reflui e scarti di mattatoio (sangue, rumine, grassi); suini morti previa triturazione e sanificazione termica o chimica: biomasse vegetali quali mais, sorgo, ecc.; residui dalle aziende enologiche; frazione organica dei rifiuti solidi urbani (FOU); conferimento programmato di rifiuti provenienti dal ritiro di alimenti scaduti e confezionati. (Comune di Bettona, 2009, p. 8). 188
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<strong>una</strong> soluzione temporanea per fronteggiare l’emergenza ambientale dell’attività<br />
zootecnica.<br />
A fronte dell’intesa raggiunta con gli allevatori, si è riacceso il conflitto con il<br />
Comitato per l’Ambiente dopo che l’Amministrazione com<strong>una</strong>le aveva dato il suo<br />
consenso alla costruzione di <strong>una</strong> seconda lag<strong>una</strong> per lo stoccaggio dei liquami.<br />
Questa decisione, senza un preliminare studio di impatto ambientale, veniva<br />
giudicata dal Comitato del tutto incompatibile con i progetti di sviluppo turistico<br />
del territorio, annunciati dallo stesso Comune.<br />
Il contraddittorio si è inasprito quando il Comitato, dopo aver denunciato a più<br />
riprese sulla stampa locale la situazione ambientale di Bettona, ha presentato in<br />
<strong>una</strong> trasmissione televisiva a diffusione nazionale le criticità provocate dagli allevamenti<br />
suinicoli (eccessivo numero di capi, per di più allevati prevalentemente in<br />
soccida, inadeguatezza del depuratore, mancato controllo da parte<br />
dell’Amministrazione sugli sversamenti dei reflui effettuati nel fiume Chiascio),<br />
manifestando, infine, forti perplessità sul progetto di risanamento.<br />
Il Consiglio com<strong>una</strong>le di Bettona ha quindi approvato il nuovo regolamento per<br />
la conduzione degli allevamenti suinicoli in cui, per la prima volta, è stato fissato<br />
il tetto massimo dei suini allevabili nel territorio, previsto in 30.000 capi, che potranno<br />
scendere a 28.000 capi quando andranno a regime le politiche di riconversione<br />
urbanistica introdotte dal nuovo PRG.<br />
L’ anno successivo, nel maggio 2009, l’Amministrazione com<strong>una</strong>le ha diffuso<br />
un “Progetto di ristrutturazione per l’adeguamento, la riqualificazione energetica e<br />
territoriale dell’impianto consortile CODEP, di Bettona”, corredato da <strong>una</strong> dettagliata<br />
e documentata relazione tecnico-scientifica che prevedeva un radicale ammodernamento<br />
dell’impianto, non solo per l’accertata inadeguatezza di quello esistente<br />
185 , ma soprattutto per cambiare la funzione della struttura attraverso la creazione<br />
di «un ciclo chiuso e virtuoso <strong>nella</strong> produzione di agro-energia» di nuova<br />
concezione con l’intento di «collocarsi all’avanguardia a livello europeo».<br />
L’obiettivo dell’Amministrazione è quello di superare, con un «progetto molto più<br />
ambizioso» di quelli iniziali, limitati alla riduzione degli allevamenti, la situazione<br />
di disagio ambientale e di conflittualità sociale con <strong>una</strong> soluzione che voleva offrire,<br />
a giudizio dell’Amministrazione notevoli «benefici economici e sociali: 1) miglioramento<br />
della qualità della vita; 2) aumento della produzione di energia da<br />
fonti rinnovabili; 3) maggior tutela del territorio; 4) abbattimento dei costi di<br />
produzione zootecnica; 5) abbattimento dei costi per la raccolta e smaltimento<br />
dei RSU; 6) creazione di un polo di avanguardia per lo sviluppo delle tecnologie<br />
per la produzione di «energia pulita»” 186<br />
185 Il deterioramento del digestore primario dopo soli sei anni di attività ha sollevato molte perplessità esplicitamente espresse<br />
dal senatore Benedetti Valentini nell’interrogazione sopra citata e dallo stesso Comune di Bettona, che ha persino<br />
avanzato il sospetto “che qualcuno vi abbia lucrato, usando materiali di pessima qualità”.<br />
186 Comune di Bettona, 2009, p. 11.<br />
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