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Verso una maggiore integrazione dell'agricoltura nella ...

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Gli agricoltori<br />

Analizzando queste indicazioni nel dettaglio:<br />

-per quanto riguarda la legge regionale che regola l’esercizio dell’attività agrituristica,<br />

due sono state le osservazioni. La prima è relativa alla mancanza di un<br />

rapporto fra posti letto e dimensioni aziendali, per cui anche piccole aziende possono<br />

svolgere un’attività agrituristica con il massimo dei posti letto consentiti. La<br />

seconda è legata alla impossibilità di vendere i prodotti di altre aziende agrarie<br />

della zona o altri prodotti tipici umbri che consentirebbero di aumentare l’offerta e<br />

di valorizzare la struttura agrituristica, oltre ad ampliare la rete di commercializzazione<br />

dei prodotti d’area.<br />

-per quanto riguarda l’impossibilità di edificare in area agricola, gli imprenditori<br />

sostengono che i limiti stabiliti sono troppo bassi a svantaggio soprattutto di<br />

coloro che conducono aziende di limitate dimensioni. La maggior parte degli intervistati<br />

è concorde nel sostenere che la possibilità di edificare dovrebbe essere<br />

relazionata alle reali esigenze dell’imprenditore e all’utilità dell’intervento per<br />

l’attività produttiva, piuttosto che su indici calcolati in m³/ m 2 .<br />

Per quanto riguarda la Provincia, le lamentele maggiori sono state riferite alla<br />

rigidità delle autorizzazioni per l’irrigazione e l’attingimento dell’acqua dai pozzi<br />

e al pagamento della tassa annuale per il transito su strade provinciali, che spesso<br />

è pari al ricavo annuale della lavorazione dei terreni.<br />

Relativamente alle competenze com<strong>una</strong>li, sono stati indicati come elementi limitativi:<br />

l’impossibilità in zona agricola di realizzare strutture necessarie per<br />

l’attività produttiva; <strong>una</strong> inadeguata pianificazione del territorio che non ha saputo<br />

né prevenire, né risolvere i conflitti e i contrasti generati dalla prossimità<br />

dell’attività agricola con altre attività; la rigidità dei vincoli paesistici, riscontrati<br />

quasi esclusivamente nel territorio di Assisi, che impongono limitazioni soprattutto<br />

all’attività produttiva.<br />

In particolare per quanto riguarda le critiche inerenti i vincoli paesistici sono<br />

state addotte motivazioni non proprio corrette. In un caso è stata attribuita ad un<br />

vincolo paesistico “com<strong>una</strong>le” l’impossibilità di costruire <strong>una</strong> serra moderna e<br />

adeguata alle esigenze agricole, perché l’altezza consentita era inferiore a quella<br />

necessaria, in quanto posizionata in <strong>una</strong> zona a valenza paesistica. In realtà il progetto<br />

è stato bocciato dalla Regione, mentre il Comune aveva espresso un parere<br />

favorevole, considerando importante lo sviluppo di questa attività.<br />

Altro caso è quello di un imprenditore che ha affermato che il Comune di Assisi<br />

non gli aveva consentito di affiggere l’insegna della sua struttura agrituristica,<br />

nonostante la qualità della fattura e dei materiali (legno di ulivo), a causa del suo<br />

impatto sul paesaggio. In realtà il divieto del Comune deriva dal Codice nazionale<br />

della strada, che indica le misure e le caratteristiche di tutte le insegne apposte<br />

lungo le strade.<br />

Sono stati riportati solo alcuni esempi che mostrano <strong>una</strong> certa confusione da<br />

parte degli imprenditori rispetto agli iter, alle normative e alle competenze degli<br />

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