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Verso una maggiore integrazione dell'agricoltura nella ...

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Gli agricoltori<br />

Livello di assistenza richiesta<br />

Non tutte le unità aziendali sono “autonome” nelle lavorazioni e <strong>nella</strong> gestione<br />

della propria azienda. Per quanto riguarda le operazioni colturali, solo il 33% è<br />

risultato autonomo da un punto di vista tecnico-operativo, impiegando in alcuni<br />

casi i propri mezzi anche in altre aziende; mentre il restante 67% si affida parzialmente<br />

(<strong>nella</strong> maggior parte dei casi per la battitura e la trebbiatura dei cereali)<br />

o totalmente a conto terzisti.<br />

Per quanto riguarda l’assistenza di tipo gestionale-amministrativa o consulenze<br />

sui metodi di produzione, la maggior parte si affida alle associazioni di categoria,<br />

pochissimi a studi privati. La consulenza a studi privati di solito viene richiesta<br />

soprattutto per pubblicizzare i propri prodotti e i servizi offerti attraverso la creazione<br />

di siti internet, brochure o etichette.<br />

Sezione V: Tipologia di investimenti fatti dagli imprenditori e investimenti<br />

ritenuti utili da parte del comune (IN)<br />

Investimenti fatti dagli imprenditori<br />

Gli investimenti fatti dalle aziende sono di diverso tipo e variano da un adeguamento<br />

ed ammodernamento delle strutture, fino all’investimento su particolari<br />

macchinari o alla loro semplice sostituzione o ad investimenti per la fornitura di<br />

particolari servizi (etichettatura, insacchettamento, vendita diretta, agriturismo).<br />

Non tutti gli imprenditori sono riusciti ad avvalersi di finanziamenti europei o<br />

regionali per realizzare il loro investimento, in quanto le difficoltà nelle procedure<br />

e i tempi dei finanziamenti sono stati tali da spingerli a preferire prestiti bancari.<br />

Per quanto riguarda le misure del PSR 2000-2006, quella che ha riscontrato un<br />

<strong>maggiore</strong> successo tra gli imprenditori intervistati è la misura relativa alla riduzione<br />

dell’impiego di concimi (misura 2.1.2, azione A.1). Una discreta applicazione,<br />

in rapporto al numero degli intervistati, è stata anche rilevata per le misure<br />

relative all’inserimento di giovani agricoltori (misura 1.1.4) e all’introduzione di<br />

metodi di agricoltura biologica (misura 2.1.2, azione A2). Mentre i giovani imprenditori<br />

intervistati sembrano tutti convinti nel voler continuare l’attività agricola,<br />

nonostante il finanziamento ricevuto non sia servito al loro inserimento, quanto<br />

piuttosto all’acquisto di un macchinario o ad un modesto investimento. Al contrario<br />

quasi tutti gli imprenditori che avevano richiesto i finanziamenti per il biologico,<br />

alla scadenza quinquennale dell’impegno pensano di smettere perché, oltre ad<br />

ottenere <strong>una</strong> ridotta quantità di prodotto, non riescono a spuntare prezzi sufficientemente<br />

remunerativi. La maggior parte degli imprenditori intervistati che hanno<br />

scelto di adottare il metodo biologico sono olivicoltori che hanno fatto questa<br />

scelta su consiglio delle Associazioni di categoria, convinti non tanto dalla riduzione<br />

dell’impatto ambientale della coltivazione, quanto dal sostegno finanziario<br />

che ne avrebbero ottenuto. Solo uno dei sei olivicoltori che producono olio biologico<br />

sembra convinto della scelta fatta.<br />

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