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Verso una maggiore integrazione dell'agricoltura nella ...

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Assisi: il riconoscimento dell’UNESCO, l’agricoltura e le aree naturali protette<br />

sono viste non solo come opportunità di sviluppo per il settore agricolo, ma anche<br />

come «strumenti per far accrescere la capacità del consumatore di riconoscere e<br />

valutare i prodotti e gli alimenti offerti» (Piano di Gestione, 2009: 146).<br />

Per ogni azione e iniziativa proposta, vengono individuati non solo i possibili<br />

soggetti da coinvolgere ma anche il tempo necessario per la realizzazione<br />

dell’intervento o studio, i risultati attesi e i canali di finanziamento possibili.<br />

7.2 L’<strong>integrazione</strong> dell’agricoltura nei Piani di Gestione delle Aree<br />

Naturali Protette<br />

La scelta di analizzare i Piani di Gestione dei siti SIC e il Piano di Gestione del<br />

Parco del Monte Subasio in merito alle indicazioni date per il settore agrozootecnico<br />

è nata in seguito alla fase di indagine diretta. Durante le interviste sono<br />

emerse alcune problematiche connesse ai vincoli e alle limitazioni per l’attività<br />

agro-zootecnica presenti in queste aree. Quindi si è deciso di analizzare questi<br />

strumenti per poterli poi richiamare in fase di discussione dei risultati.<br />

7.2.1 Piano dell’Area Naturale Protetta del Monte Subasio<br />

Il Parco Regionale del Monte Subasio 147 è costituito dal sistema montano che<br />

prende il nome dal monte omonimo, che sorge quasi isolato all'estremità meridionale<br />

della catena limitando, a est, la Valle Umbra e dominando dai suoi 1290 metri<br />

di altezza l'ampio paesaggio vallivo e collinare. Il parco interessa i Comuni di<br />

Assisi, Spello, Valtopina e Nocera Umbra.<br />

Il Piano del Parco, sovraordinato alla pianificazione paesaggistica, secondo<br />

quanto indicato dalla Legge n. 394/1991 e dalla LR 9/1995, disciplina<br />

l’«organizzazione generale del territorio e la sua articolazione in aree o parti caratterizzate<br />

da forme differenziate di uso, godimento e tutela» (art. 12, L n.<br />

394/91) integrando la pianificazione urbanistica dei Comuni interessati.<br />

All’interno del parco sono state individuate quattro zone omogenee, individuate<br />

sulla base di caratteristiche geobotaniche, faunistiche e geologiche ed in base alle<br />

valenze storico-culturali dell’area.<br />

Ogni area omogenea presenta indicazioni e destinazioni d’uso specifiche, tranne<br />

la zona A (di riserva integrale) che non viene neanche disciplinata. Nelle altre<br />

zone non sono presenti particolari vincoli all’attività agricola, ma solo alcune indicazioni<br />

relative a: l’utilizzo di tecniche a basso impatto ambientale, l’adozione<br />

di pratiche colturali «compatibili con le peculiarità genetiche e morfologiche dei<br />

luoghi», l’incentivazione di «tipologie tradizionali di produzione agricola».<br />

L’Ente Parco viene indicato come un’istituzione che dovrebbe favorire e promuovere<br />

la multifunzionalità delle imprese agricole e la riconversione delle attività<br />

agricole e zootecniche verso pratiche e tecniche biologiche. In attesa della ri-<br />

147 Istituito con la LR n. 9/1995<br />

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