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Verso una maggiore integrazione dell'agricoltura nella ...

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L’<strong>integrazione</strong> dell’agricoltura negli strumenti urbanistici dell’area di studio<br />

scarsa attenzione alle problematiche delle aree agricole che, nel caso del comune<br />

di Bettona, vengono addirittura compromesse.<br />

Primo programma di fabbricazione di Bettona (1970) 112<br />

Anche nel caso di Bettona l’obiettivo principale dello strumento urbanistico era<br />

quello di regolare in qualche modo l’espansione urbana, residenziale e produttiva,<br />

soprattutto <strong>nella</strong> parte pianeggiante del comune, mentre per le aree agricole non<br />

solo non sono state adottate misure di salvaguardia, ma si è addirittura favorita la<br />

loro compromissione.<br />

Nel PdF, infatti, veniva espressamente proibita nelle zone a carattere esclusivamente<br />

residenziale «la costruzione di edifici che possono comunque essere adibiti<br />

ad usi industriali rumorosi e molesti. Tali generi di edifici sono consentiti solo<br />

nelle zone artigianali o industriali» (art. 32), precisando però successivamente<br />

che «sono in particolar modo escluse dalle zone industriali, come da tutto il nucleo<br />

urbano, le industrie che generano fumate troppo polverulente (fabbriche di<br />

cemento) o irritanti (fabbriche di concimi chimici) o nauseabonde (caseifici, raffinerie<br />

di petrolio, concerie, fabbriche di colla etc). Tali industrie potranno trovar<br />

luogo nelle zone rurali» (art. 33).<br />

Nel testo non viene fornita <strong>una</strong> definizione di “zone rurali”, ma si può supporre<br />

che la disposizione si riferisca alle aree agricole, considerando che esse non vengono<br />

espressamente escluse, a differenza delle zone urbane, industriali e artigianali.<br />

Le aree agricole vengono comunque definite, nelle Norme Tecniche di Attuazione,<br />

per sottrazione come «parti di territorio, non facenti parte del nucleo urbano<br />

e delle zone di ampliamento, le quali sono destinati (sic) ad usi agricoli»<br />

(art. 19).<br />

Questa scarsa considerazione nei confronti di aree strategiche in un comune a<br />

carattere prevalentemente rurale ha certamente favorito la loro degradazione, come<br />

meglio descritto nel successivo capitolo IX.<br />

Primo programma di fabbricazione di Cannara (1973) 113<br />

Gli obiettivi del Programma di Fabbricazione erano quelli di definire le aree di<br />

espansione urbana e le aree produttive e di valorizzare la zona archeologica di<br />

Collemancio, con la creazione di <strong>una</strong> fascia di rispetto. Il territorio extraurbano ed<br />

agricolo, pur classificato in zona E secondo le indicazioni del D.M 1444/1968, è<br />

considerato residuale rispetto alle aree urbane. Sorprende questa scarsa rilevanza<br />

attribuita alle zone agricole in un territorio sostanzialmente rurale che avrebbe potuto,<br />

da un lato, validamente contribuire allo sviluppo economico del comune con<br />

produzioni specializzate ad alto valore aggiunto (in particolare le cipolle di Can-<br />

112 Il PdF e R.E. di Bettona sono stati approvati dal Provveditorato alle OO.PP. con Decreto n. 4091 del 3 aprile 1970<br />

113 Il PdF di Cannara, redatto da Antonio Turchetti, è stato approvato con atto del Consiglio Com<strong>una</strong>le n. 610 del 20 di-<br />

cembre 1973.<br />

116

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