La programmazione in agricoltura nell'esperienza della Regione ...

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30.06.2013 Views

2) SETTORI DIRETTAMENTE PRODUTTIVI Agricoltura Industria Commercio Obiettivi del Programma economico nazionale in agricoltura: sostanziale parità fra la produttività agricola e quella degli altri settori, espressa in termini di reddito; sostanziale parità in termini di produttività, fra le diverse zone agricole del Paese. Direttive e priorità d egli interventi Stabilizzazione dei prezzi e organizzazione dei mercati agricoli; sviluppo della cooperazione e di ulteriori forme di associazione dei produttori agricoli; sviluppo della zootecnia; difesa delle colture arboree e ortofrutticole; sviluppo forestale; realizzazione di opere pubbliche di bonifica; diffusione dei sistemi di irrigazione; adeguamento delle strutture aziendali e interaziendali, accesso al credito agrario; sviluppo di servizi e di attività inerenti; ac - quisizione di capitali. A livello locale, il coordinamento delle direttive d’intervento si realizza attraverso i piani zonali. 11 Turismo Aumento della produttività Politica degli scambi 1) Italia nord-occidentale: miglioramenti tecnologici e sviluppo del settore zootecnico. 2) Italia centrale: ammodernamento delle strutture, in particolar modo quelle mezzadrili; riconversione degli indirizzi produttivi verso una maggiore intensità di ca pitale e minore utilizzo di lavoro. 3) Italia nord-orientale: completamento dei grandi programmi irrigui in corso di esecuzione, al fine di acquisire nuove risorse. 4) Mezzogiorno: espansione del settore orticolo, frutticolo e vitiolivitico. Sviluppo del settore zootecnico.

3) Sviluppo economico del Mezzogiorno ASSETTO TERRITORIALE Il primo Programma economico nazionale riassume sostanzialmente tutti gli antecedenti tentativi di programmazione economica, ampliandone i contenuti. Ad esso segue il Progetto 80, quale Rapporto preliminare al programma economico nazionale 1971-75. Questo documento rappresenta un importante punto di riferimento per l’avvio dell’attività di programmazione da parte delle Regioni. 1.2 I primi tentativi di programmazione regionale nelle Marche I primi tentativi di programmazione regionale nelle Marche riguardano l’elaborazione del Piano territoriale di coordinamento 24 . La sua impostazione si rifà alle dir ettive del cosiddetto Schema Vanoni 25 , in base alle quali si stabiliscono le destinazioni produttive o sociali di ogni zona (ad es. agricola, industriale, residenziale, ecc.) e le opere per i bisogni collettivi, quali strade, acquedotti, servizi sanitari, ecc. 24 MINISTERO DEI LAVORI PUBBLICI, Provveditorato alle opere pubbliche per le Marche (a cura di), Dati sommari e studi preliminari per il piano territoriale di coordinamento delle Marche, Ancona, 1956. I Piani territoriali di coordinamento sono istituiti con legge 17 agosto 1942, n. 1150 (Legge urbanistica), pubblicata in G.U. n. 244 del 16 ottobre 1942. 25 Lo Schema di sviluppo dell’occupazione e del reddito nel decennio 1955-64, presentato nel dicembre 1954 dal Ministro del Bilancio Ezio Vanoni, è il primo tentativo di programmazione economica globale avvenuto in Italia. Esso prevede come obiettivi da raggiungere nel decennio di riferimento: 1) la creazione di quattro milioni di posti di lavoro; 2) la riduzione degli squilibri economici fra regioni del centro-nord e quelle meridionali; 3) l’eliminazione del deficit della bilancia dei pagamenti. Come condizione di base per il loro conseguimento stabilisce un tasso annuo medio di crescita del reddito nazionale del 5%. A causa della sua mancata strumentazione, lo Schema Vanoni non trova alcuna applicazione reale, rimanendo così un “libro dei sogni”. 12 Riequilibrio fra le aree metropolitane e quelle di esodo del Centro - Nord

2)<br />

SETTORI DIRETTAMENTE<br />

PRODUTTIVI<br />

Agricoltura Industria Commercio<br />

Obiettivi del Programma economico<br />

nazionale <strong>in</strong> <strong>agricoltura</strong>:<br />

sostanziale parità fra la produttività<br />

agricola e quella degli altri<br />

settori, espressa <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di<br />

reddito;<br />

sostanziale parità <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di<br />

produttività, fra le diverse zone<br />

agricole del Paese.<br />

Direttive e priorità d egli<br />

<strong>in</strong>terventi<br />

Stabilizzazione dei prezzi e organizzazione<br />

dei mercati agricoli; sviluppo<br />

<strong>della</strong> cooperazione e di ulteriori<br />

forme di associazione dei produttori<br />

agricoli; sviluppo <strong>della</strong> zootecnia;<br />

difesa delle colture arboree<br />

e ortofrutticole; sviluppo forestale;<br />

realizzazione di opere pubbliche di<br />

bonifica; diffusione dei sistemi di<br />

irrigazione; adeguamento delle<br />

strutture aziendali e <strong>in</strong>teraziendali,<br />

accesso al credito agrario; sviluppo<br />

di servizi e di attività <strong>in</strong>erenti; ac -<br />

quisizione di capitali.<br />

A livello locale, il coord<strong>in</strong>amento<br />

delle direttive d’<strong>in</strong>tervento si realizza<br />

attraverso i piani zonali.<br />

11<br />

Turismo<br />

Aumento<br />

<strong>della</strong><br />

produttività<br />

Politica degli<br />

scambi<br />

1) Italia nord-occidentale:<br />

miglioramenti tecnologici e sviluppo del<br />

settore zootecnico.<br />

2) Italia centrale:<br />

ammodernamento delle strutture, <strong>in</strong><br />

particolar modo quelle mezzadrili;<br />

riconversione degli <strong>in</strong>dirizzi produttivi<br />

verso una maggiore <strong>in</strong>tensità di ca pitale<br />

e m<strong>in</strong>ore utilizzo di lavoro.<br />

3) Italia nord-orientale:<br />

completamento dei grandi programmi<br />

irrigui <strong>in</strong> corso di esecuzione, al f<strong>in</strong>e di<br />

acquisire nuove risorse.<br />

4) Mezzogiorno:<br />

espansione del settore orticolo, frutticolo<br />

e vitiolivitico. Sviluppo del settore zootecnico.

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