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La programmazione in agricoltura nell'esperienza della Regione ...

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(primo tra tutti quello al grano duro), attraverso le esenzioni relative alle<br />

accise sui carburanti, oppure attraverso gli specifici regimi fiscali (Irpef,<br />

Iva, ecc.) o contributivi riservati agli agricoltori. E’ evidente come<br />

l’<strong>agricoltura</strong> e lo sviluppo rurale delle Marche siano fortemente dipendenti,<br />

oltre che dalle politiche agricole regionali, anche (soprattutto?) da queste<br />

altre politiche che non competono all’istituzione <strong>Regione</strong>. Ed è altrettanto<br />

evidente come sia opportuno che la strategia regionale tenga conto di<br />

questa vulnerabilità del proprio sistema produttivo <strong>in</strong> un’ottica di lungo<br />

term<strong>in</strong>e.<br />

É anche vero che al decisore politico regionale manca un sistema<br />

<strong>in</strong>formativo rapido e sistematico, e un adeguato sistema di elaborazione,<br />

valutazione e controllo, tale da consentirgli una tempestiva analisi delle<br />

variazioni dello stato del sistema e <strong>della</strong> <strong>programmazione</strong> passata e <strong>in</strong><br />

corso, e da svolgere il ruolo di sostegno per le scelte politicoamm<strong>in</strong>istrative.<br />

Il sistema <strong>in</strong>formativo deve altresì garantire al decisore<br />

politico la possibilità di valutare l’impatto complessivo delle politiche e<br />

misure agrarie adottate, al f<strong>in</strong>e di evitare <strong>in</strong>utili sovrapposizioni e<br />

contraddizioni. Pertanto, i compiti <strong>della</strong> sorveglianza e conseguentemente<br />

<strong>della</strong> valutazione e del monitoraggio devono essere ampliati, anche <strong>in</strong> vista<br />

di nuovi <strong>in</strong>dicatori di efficienza-efficacia.<br />

L’esito <strong>della</strong> <strong>programmazione</strong> <strong>in</strong> <strong>agricoltura</strong> dipende anche da quanto e<br />

come gli operatori del settore ne accettano i contenuti. Compito del policy<br />

maker non è solo quello di def<strong>in</strong>ire gli obiettivi del programma, ma anche<br />

di <strong>in</strong>formare e co<strong>in</strong>volgere i diretti <strong>in</strong>teressati nei cambiamenti che si<br />

progettano, facendoli parte dei vantaggi che la <strong>programmazione</strong> offre.<br />

<strong>La</strong> questione è cruciale. Per tanto tempo si è erroneamente ritenuto che<br />

la <strong>programmazione</strong> agricola fosse un obiettivo soltanto per l’azione<br />

pubblica, che riguardasse cioè soltanto la razionalità delle misure di<br />

politica del settore. Essa <strong>in</strong>vece si realizza prioritariamente se il sistema<br />

complessivo dell’economia agricola e rurale reagisce e cambia nella<br />

direzione di una consapevole visione strategica. L’azione pubblica ha la<br />

funzione di provvedere l’acqua perché il cavallo beva, ma se il cavallo non<br />

beve non si realizza la corrispondenza virtuosa capace di produrre il<br />

cambiamento. Il cavallo <strong>in</strong> questo caso rappresenta le imprese agricole,<br />

quelle del sistema agro-alimentare, così come tutti gli operatori che<br />

forniscono loro servizi e assistenza. È questo complesso aggregato di<br />

soggetti e istituzioni, non lo si dimentichi, il vero protagonista <strong>della</strong><br />

<strong>programmazione</strong> regionale agricola.<br />

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