Diversifarm Idee imprenditoriali innovative nell'agricoltura delle ...
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Altri tipi di rapporti si instaurano tra le aziende e le associazioni e le organizzazioni di categoria, le quali aggiornano tali aziende sulle novità e sulle opportunità da cogliere, danno consigli, curano l’aspetto amministrativo, quello commerciale e così via. 3.3.6. Il futuro non è un punto interrogativo Gli imprenditori intervistati, grazie alla loro mentalità aperta e alla loro giovane età sono per lo più dinamici e hanno in testa molti progetti per il futuro delle proprie aziende, che in genere spaziano dall’ampliamento dell’attività di impresa, alla creazione di una gamma produttiva più vasta, articolata e soprattutto ancora più particolare e di qualità. Essi aspirano inoltre ad occuparsi personalmente dell’aspetto commerciale, creando un punto vendita in azienda, nei casi in cui questo non esiste ancora; alcuni desiderano anche creare e/o registrare un marchio per rendere ancora più riconoscibile il prodotto. Altre idee consistono nel voler instaurare rapporti con altre aziende simili o con enti collegati come le Università al fine di creare una collaborazione costruttiva. Ci sono, ovviamente anche molte altre idee originali in progetto e a volte non è stato nemmeno facile tirarle fuori, poiché, sembrava che dovessero rimanere "segrete". 3.3.7. La spesa sull’aia Molte aziende agricole delle Marche stanno per vivere un’esperienza particolare, denominata “Agrishopping – la spesa sull’aia”. L’iniziativa è della COPAGRI Marche, è cofinanziata dall’Unione Europea e dalla Regione Marche e vi hanno aderito più di un centinaio di aziende, associate, o meno, all’organizzazione promotrice. Il progetto è stato ampiamente presentato alle aziende interessate nel dicembre 2000, occasione nella quale sono anche state raccolte le adesioni e sta per essere regolarizzato a livello giuridico in questi giorni. L’obiettivo principale è quello di valorizzare le produzioni agroalimentari tipiche del territorio marchigiano, assicurandone la genuinità e la tipicità, perciò tali prodotti saranno corredati da un marchio collettivo appositamente creato e registrato, che li identifica. Tale progetto rappresenta il modo attraverso il quale si diffonde, tra i produttori, la pratica della vendita diretta e, tra i consumatori, l’abitudine dell’acquisto dei prodotti direttamente in azienda. Ciò permette, tra l’altro, all’agricoltore di curare personalmente anche le fasi che seguono il processo produttivo, vale a dire la trasformazione e la commercializzazione del prodotto, tutte fasi che si svolgono interamente in azienda e che consentono all’agricoltore di acquisire l’immagine di un vero professionista, che si occupa di funzioni assai diverse tra loro. L’agricoltore, come professionista che mette mano all’intera filiera del suo prodotto, deve farlo con l’obiettivo di riuscire a sfruttare tutte le potenzialità che la filiera stessa offre, deve cioè sapersi organizzare in maniera efficiente ed originale, adottando strategie professionali ed innovative. 75
Il progetto “Agrishopping” nasce dalla considerazione del fatto che la popolazione italiana, nonostante si rivolga abitualmente alla grande distribuzione alimentare, sempre più spesso manifesta il desiderio di nutrirsi di prodotti sani e naturali, di provenienza locale, magari reperibili direttamente presso l’azienda agricola. Di qui l’idea di creare, sul territorio marchigiano, una rete di punti vendita aziendali nei quali si trovino i prodotti, contraddistinti dal marchio collettivo “Agrishopping”, in modo che il consumatore percepisca che ogni singolo punto vendita aziendale appartiene ad una organizzazione più vasta, che controlla tutte le fasi della filiera. Il problema che è emerso a seguito di una opportuna indagine di mercato era che il consumatore, pur entusiasta di una iniziativa del genere, chiede di essere favorito, oltre che nell’individuazione dei prodotti e dei relativi punti vendita (e ciò può essere fatto attraverso delle guide specifiche), anche sotto un secondo aspetto: andando in un solo punto vendita egli desidera trovare il più vasto assortimento possibile di prodotti, per evitare di girare tante aziende, quanti sono i tipi di prodotti che si devono acquistare, tantopiù che le aziende sono difficilmente raggiungibili e spesso lontane l’una dall’altra. Dal momento che è impossibile che ogni azienda si metta a realizzare una vasta gamma di prodotti, l’unica soluzione era fare in modo che in ogni punto vendita pervenissero anche i prodotti delle altre aziende aderenti al progetto, purché di tali prodotti venissero certificate la provenienza e la genuinità. Ciò produce un doppio vantaggio per tutte le aziende, che ottengono così una più vasta affluenza di pubblico presso il punto vendita e, inoltre, ognuna di esse ha la possibilità di vendere il prodotto realizzato in numerosi altri punti vendita, oltre che nel proprio, cosicché il mercato di ognuno diventa più grande, assumendo una dimensione almeno regionale e non è più solo locale. Il consumatore, da parte sua, va più volentieri in azienda, se sa che non deve spostarsi da un’azienda all’altra per fare una spesa completa. Al contempo, però, le aziende agricole non possono scambiarsi direttamente i prodotti tra loro, poiché a livello giuridico, sarebbero considerate dei commercianti a tutti gli effetti; si è pensato, così, come soluzione, di costituire una Cooperativa tra produttori, quale ente gestore di un centro di smistamento dei prodotti aziendali, che si occupa di ritirare tali prodotti dalle aziende produttrici e di distribuirli alle altre imprese, nonché al centro stesso, che è fornito di punto vendita. La sede del centro è presso i locali del Comune di San Marcello (An), dove tra l’altro si trovano anche un ristorante “fai da te” ed un centro informazioni e promozione delle aziende agricole ed agrituristiche della regione. Possono aderire all’iniziativa: • le aziende agricole che, attivando il punto vendita, possono conferire al centro la produzione che da sole non riuscirebbero a vendere e possono rifornirsi presso lo stesso centro per ampliare la gamma dei prodotti da vendere in azienda; • le aziende agricole senza punto vendita proprio, ma produttrici di prodotti tipici e di qualità, che riforniscono il centro e, quindi, le aziende con proprio punto vendita e gli agriturismi; 76
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Altri tipi di rapporti si instaurano tra le aziende e le associazioni e le<br />
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opportunità da cogliere, danno consigli, curano l’aspetto amministrativo, quello<br />
commerciale e così via.<br />
3.3.6. Il futuro non è un punto interrogativo<br />
Gli imprenditori intervistati, grazie alla loro mentalità aperta e alla loro<br />
giovane età sono per lo più dinamici e hanno in testa molti progetti per il futuro<br />
<strong>delle</strong> proprie aziende, che in genere spaziano dall’ampliamento dell’attività di<br />
impresa, alla creazione di una gamma produttiva più vasta, articolata e<br />
soprattutto ancora più particolare e di qualità.<br />
Essi aspirano inoltre ad occuparsi personalmente dell’aspetto commerciale,<br />
creando un punto vendita in azienda, nei casi in cui questo non esiste ancora;<br />
alcuni desiderano anche creare e/o registrare un marchio per rendere ancora più<br />
riconoscibile il prodotto.<br />
Altre idee consistono nel voler instaurare rapporti con altre aziende simili o<br />
con enti collegati come le Università al fine di creare una collaborazione<br />
costruttiva.<br />
Ci sono, ovviamente anche molte altre idee originali in progetto e a volte<br />
non è stato nemmeno facile tirarle fuori, poiché, sembrava che dovessero<br />
rimanere "segrete".<br />
3.3.7. La spesa sull’aia<br />
Molte aziende agricole <strong>delle</strong> Marche stanno per vivere un’esperienza<br />
particolare, denominata “Agrishopping – la spesa sull’aia”. L’iniziativa è della<br />
COPAGRI Marche, è cofinanziata dall’Unione Europea e dalla Regione Marche e vi<br />
hanno aderito più di un centinaio di aziende, associate, o meno,<br />
all’organizzazione promotrice.<br />
Il progetto è stato ampiamente presentato alle aziende interessate nel<br />
dicembre 2000, occasione nella quale sono anche state raccolte le adesioni e sta<br />
per essere regolarizzato a livello giuridico in questi giorni.<br />
L’obiettivo principale è quello di valorizzare le produzioni agroalimentari<br />
tipiche del territorio marchigiano, assicurandone la genuinità e la tipicità, perciò<br />
tali prodotti saranno corredati da un marchio collettivo appositamente creato e<br />
registrato, che li identifica.<br />
Tale progetto rappresenta il modo attraverso il quale si diffonde, tra i<br />
produttori, la pratica della vendita diretta e, tra i consumatori, l’abitudine<br />
dell’acquisto dei prodotti direttamente in azienda.<br />
Ciò permette, tra l’altro, all’agricoltore di curare personalmente anche le<br />
fasi che seguono il processo produttivo, vale a dire la trasformazione e la<br />
commercializzazione del prodotto, tutte fasi che si svolgono interamente in<br />
azienda e che consentono all’agricoltore di acquisire l’immagine di un vero<br />
professionista, che si occupa di funzioni assai diverse tra loro. L’agricoltore, come<br />
professionista che mette mano all’intera filiera del suo prodotto, deve farlo con<br />
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deve cioè sapersi organizzare in maniera efficiente ed originale, adottando<br />
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