Diversifarm Idee imprenditoriali innovative nell'agricoltura delle ...

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30.06.2013 Views

Quasi tutte le aziende sono a conduzione diretta, o ditte individuali; solo quelle di maggiori dimensioni sono società di persone, o addirittura cooperative (vi sono un paio di casi). Sono localizzate fuori dal centro e spesso le vie di comunicazione più frequentate non sono vicine, per cui non sarebbero accessibili, se non fosse per la segnaletica, che comunque non è sempre presente. Escluse le quattro aziende di più grandi dimensioni, le altre hanno una superficie media intorno ai dieci ettari. 3.3.3. Caratteristiche del ciclo produttivo e commerciali In quasi tutte la aziende, ad eccezione di quelle di più grandi dimensioni, è occupata esclusivamente manodopera familiare e, anche nei periodi di punta (ad esempio la vendemmia, la raccolta, ecc.) poche fanno ricorso a lavoratori extrafamiliari, più spesso si fanno aiutare da avventizi, cioè altri componenti familiari, parenti, vicini, ecc. L’imprenditore in genere non ha una funzione ben definita e specifica, ma si occupa di tutto, più che altro di supervisione e controllo su tutto il processo produttivo che si svolge in azienda, spesso inoltre si occupa personalmente di svolgerne le fasi più delicate, come la selezione dei prodotti, o i rapporti con i clienti. Quando si realizzano più prodotti e/o servizi, l’azienda di solito punta su uno, o pochi in particolare, che quindi hanno un peso, sia a livello di produzione, sia di fatturato, sia di tempo dedicatovi, notevole rispetto agli altri. Il mercato è prettamente locale, più che altro perché poche aziende hanno una produzione sufficiente a soddisfare la domanda, anche se, in particolare nel caso del vino, ci sono vendite in altre parti d’Italia e anche all’estero, per rappresentanza o via Internet. La forma di vendita predominante è quella diretta in azienda, un po’ perché i produttori preferiscono occuparsi e personalizzare anche questa fase, che segue il processo produttivo, un po’ per il contatto diretto tra produttore e consumatore e per il conseguente rapporto di reciproca fiducia che si instaura tra di essi. In tutte le aziende una parte del prodotto viene trattenuta presso la famiglia per l’autoconsumo. I prodotti più particolari (ad esempio le piante officinali) hanno una clientela più specializzata, per cui più che la vendita diretta, utilizzano il canale delle fiere, mostre, esposizioni di prodotti tipici, luoghi di attrazione, appunto di tali tipi di clienti interessati. Quasi tutte le aziende hanno un marchio personale per i prodotti realizzati, o se usano il metodo biologico hanno il relativo bollino, o un marchio collettivo se i prodotti sono commercializzati da una cooperativa di produttori, e così via: in genere è dunque possibile riconoscere il luogo di produzione del prodotto, anche se questo non è venduto direttamente in azienda. In genere non si preoccupano molto di pubblicizzarsi, o di pubblicizzare i prodotti, poiché la produzione non basta quasi mai a soddisfare la domanda già presente, però vi sono alcuni siti Internet, oltre a del materiale cartaceo (cataloghi, depliant, ecc.) e alcune sono anche presenti su guide turistiche, itinerari del gusto e così via. 73

3.3.4. Un profilo economico e patrimoniale delle aziende Passando all’aspetto economico propriamente detto si può desumere, dall’analisi effettuata, che i primi anni specialmente sono i più difficili per queste aziende, tutti gli eventuali guadagni vanno reimpiegati nell’attività, per far sì che essa inizi a camminare da sola; per di più questi spesso non sono sufficienti, quindi anche le eventuali entrate di una diversa attività devono esservi investite e, quel che più conta, nulla si potrebbe fare se non si avesse almeno qualche finanziamento da enti pubblici o privati e un supporto economico da parte dei familiari. Per di più una nota dolente, che è stata riscontrata in quasi tutte le interviste, è, purtroppo, il rapporto con gli enti pubblici ed in particolare con la Regione: l’ottenimento materiale dei finanziamenti regionali è stato descritto dai più come un percorso accidentato e pieno di ostacoli burocratici, a tal punto che si è creato un clima di sfiducia verso l’Ente suddetto, che è considerato inaffidabile e ambiguo, che promette e non dà, e se dà, lo fa con ritardi pesanti e comunque non nella misura prestabilita, solo in pochi casi, infatti, non ci sono stati problemi di rilievo per ottenere il finanziamento dalla Regione, che comunque era stato richiesto con largo anticipo, quindi, calcolando, i tempi sono stati lunghi lo stesso. 3.3.5. Integrazione con la realtà circostante Il livello di integrazione con la realtà circostante è in generale elevato: esse stabiliscono e mantengono rapporti con aziende simili, che permette loro uno scambio di informazioni e consigli continuo e di avere delle indicazioni da parte di chi ha più esperienza. Esse sono collegate anche agli altri settori economici della zona, soprattutto quello dei servizi, in agricoltura e non: i servizi agricoli, cioè il noleggio di macchine agricole, o l’affidamento a terzisti di alcune, o tutte le operazioni necessarie in azienda, sono utilizzati dalle piccole imprese che, a causa delle ristrette dimensioni aziendali, non possono permettersi di avere in proprietà l’attrezzatura ed i macchinari necessari a svolgere tutte le fasi del processo produttivo. Ciò sarebbe tra l’altro anche antieconomico per loro, prima di tutto perché di tali macchine sarebbe utilizzata solo una piccola parte di tutta la capacità produttiva. Il loro contributo all’economia locale è dato anche dal fatto che acquistano alcuni prodotti alimentari della zona, come nel caso degli agriturismi, che in base alla Legge regionale n.27/99, devono preparare le pietanze utilizzando almeno il 75% di prodotti regionali. Altre aziende che utilizzano, per i propri prodotti, particolari confezioni ed oggetti, danno inoltre lavoro all’artigianato tipico ed altre attività della zona. L’integrazione con l’industria riguarda essenzialmente quelle aziende che acquistano macchine ed attrezzature per la lavorazione dei terreni, per la raccolta, per la trasformazione dei prodotti, le quali non creano lavoro soltanto per le imprese costruttrici, ma anche per l’assistenza tecnica di cui continuamente necessitano, specialmente per il fatto che la tecnologia ed il progresso hanno fatto il loro ingresso anche in agricoltura. 74

Quasi tutte le aziende sono a conduzione diretta, o ditte individuali; solo<br />

quelle di maggiori dimensioni sono società di persone, o addirittura cooperative<br />

(vi sono un paio di casi).<br />

Sono localizzate fuori dal centro e spesso le vie di comunicazione più<br />

frequentate non sono vicine, per cui non sarebbero accessibili, se non fosse per<br />

la segnaletica, che comunque non è sempre presente.<br />

Escluse le quattro aziende di più grandi dimensioni, le altre hanno una<br />

superficie media intorno ai dieci ettari.<br />

3.3.3. Caratteristiche del ciclo produttivo e commerciali<br />

In quasi tutte la aziende, ad eccezione di quelle di più grandi dimensioni, è<br />

occupata esclusivamente manodopera familiare e, anche nei periodi di punta (ad<br />

esempio la vendemmia, la raccolta, ecc.) poche fanno ricorso a lavoratori extrafamiliari,<br />

più spesso si fanno aiutare da avventizi, cioè altri componenti familiari,<br />

parenti, vicini, ecc.<br />

L’imprenditore in genere non ha una funzione ben definita e specifica, ma<br />

si occupa di tutto, più che altro di supervisione e controllo su tutto il processo<br />

produttivo che si svolge in azienda, spesso inoltre si occupa personalmente di<br />

svolgerne le fasi più delicate, come la selezione dei prodotti, o i rapporti con i<br />

clienti.<br />

Quando si realizzano più prodotti e/o servizi, l’azienda di solito punta su<br />

uno, o pochi in particolare, che quindi hanno un peso, sia a livello di produzione,<br />

sia di fatturato, sia di tempo dedicatovi, notevole rispetto agli altri.<br />

Il mercato è prettamente locale, più che altro perché poche aziende hanno<br />

una produzione sufficiente a soddisfare la domanda, anche se, in particolare nel<br />

caso del vino, ci sono vendite in altre parti d’Italia e anche all’estero, per<br />

rappresentanza o via Internet.<br />

La forma di vendita predominante è quella diretta in azienda, un po’ perché<br />

i produttori preferiscono occuparsi e personalizzare anche questa fase, che segue<br />

il processo produttivo, un po’ per il contatto diretto tra produttore e consumatore<br />

e per il conseguente rapporto di reciproca fiducia che si instaura tra di essi.<br />

In tutte le aziende una parte del prodotto viene trattenuta presso la<br />

famiglia per l’autoconsumo.<br />

I prodotti più particolari (ad esempio le piante officinali) hanno una<br />

clientela più specializzata, per cui più che la vendita diretta, utilizzano il canale<br />

<strong>delle</strong> fiere, mostre, esposizioni di prodotti tipici, luoghi di attrazione, appunto di<br />

tali tipi di clienti interessati.<br />

Quasi tutte le aziende hanno un marchio personale per i prodotti realizzati,<br />

o se usano il metodo biologico hanno il relativo bollino, o un marchio collettivo se<br />

i prodotti sono commercializzati da una cooperativa di produttori, e così via: in<br />

genere è dunque possibile riconoscere il luogo di produzione del prodotto, anche<br />

se questo non è venduto direttamente in azienda.<br />

In genere non si preoccupano molto di pubblicizzarsi, o di pubblicizzare i<br />

prodotti, poiché la produzione non basta quasi mai a soddisfare la domanda già<br />

presente, però vi sono alcuni siti Internet, oltre a del materiale cartaceo<br />

(cataloghi, depliant, ecc.) e alcune sono anche presenti su guide turistiche,<br />

itinerari del gusto e così via.<br />

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