Diversifarm Idee imprenditoriali innovative nell'agricoltura delle ...

3.2.1. Un’esperienza singolare
Le interviste sono sempre state svolte presso le aziende: ciò è essenziale,
per rendersi conto della realtà che si sta per esaminare. Sarebbe infatti molto
meno indicativo, o non lo sarebbe affatto, incontrarsi in un luogo anonimo e
neutrale, magari solo per risparmiare tempo.
Vedere con i propri occhi queste aziende ha permesso di avere un’idea più
chiara fin dall’inizio ed ha evitato, oltretutto, di crearsi un’immagine che potrebbe
essere anche sbagliata ed ingannevole, quando non si ha tale realtà sotto gli
occhi. È infatti molto utile anche una veloce visita dell’azienda, durante la quale
l’imprenditore indica quali sono i terreni, le colture, gli animali, le strutture, le
attrezzature, perché ci si rende meglio conto delle dimensioni che si stanno per
analizzare e, anche successivamente, durante il colloquio, è molto utile avere già
un’idea di quella realtà, perché si riesce a capire subito a che cosa l’intervistato si
riferisce e, su certe cose, si può anche procedere per intuizione.
Andare presso queste aziende poi, ha permesso di entrare in un clima
particolare, di vedere determinati ambienti e di capire i motivi per i quali queste
persone hanno deciso di restare lì.
Non sarebbe nemmeno possibile capire il perché di tanto impegno e
passione in tali attività, di tanti progetti in mente, o in corso di realizzazione,
senza avere un’idea delle strutture e delle risorse presenti e già utilizzate, o
potenzialmente sfruttabili.
Per questa serie di motivi ho sempre espressamente preferito che
l’intervista avvenisse presso la sede aziendale e, oltretutto ciò andava anche a
favore degli imprenditori, che così non erano obbligati a spostarsi e, credo,
giovasse anche al miglior clima di confidenza che si creava fin da subito, dovuto,
oltre che alla presenza del tecnico di loro conoscenza e fiducia, proprio al fatto
che gli intervistati si trovavano in un luogo, per loro, di massimo agio, il che
metteva in una posizione di favore anche chi doveva svolgere l’intervista.
Le interviste sono state svolte nel periodo tra novembre e febbraio, quasi
sempre di pomeriggio, per cui non è stato quasi mai possibile raccogliere
materiale fotografico, dato che le ore di luce erano limitate. Era anche difficile,
tra l’altro, trovare l’imprenditore indaffarato nell’esecuzione di qualche fase del
ciclo produttivo, visto che egli sapeva dell’intervista e quindi si liberava dai suoi
impegni in tempo; anche se, in realtà, è capitato più volte, all’arrivo in azienda di
trovare l’imprenditore in tenuta da lavoro, o di doverlo attendere (solo alcuni
minuti), perché non aveva finito qualcosa.
Nonostante ciò, qualche documentazione fotografica è comunque presente.
Dunque, alla visita all’azienda, durante la quale sono emersi parecchi dati e
notizie indicativi, seguiva l’intervista vera e propria, che si svolgeva in cucina, in
salotto, o nel salone da pranzo dell’agriturismo.
C’era un questionario da seguire, ma spesso le risposte si dilungavano, si
finiva in argomenti del tutto diversi rispetto a quello della domanda, ma solo
apparentemente non connessi: non ho però voluto interrompere tali racconti e
digressioni, che tra l’altro mai erano fatte a caso, in modo confusionario, o
disordinato, perché da qualsiasi parola poteva essere tratto qualcosa di utile, che
mai avrebbe potuto uscire dalle risposte alle domande e, oltretutto, ciò
contribuiva a creare quel clima di fiducia reciproca di cui si diceva prima.
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