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75% delle aziende, facendo registrare, in soli cinque anni, un incremento superiore al 20% 37 . Anche se i dati (sia censuari, sia raccolti appositamente per ricerche specifiche) lungo il corso degli anni sono stati raccolti con criteri diversi, un elemento costante che emerge è sicuramente che il fenomeno del part-time non è transitorio, ma, al contrario, è in costante aumento e si è insinuato nel mondo rurale fino a diventarne parte strutturale. 2.7.1. Aziende professionali ed accessorie Un fattore trasversale al part-time, e di estrema importanza, che bisogna considerare è la professionalità. Sono da considerarsi “professionali” quelle aziende in cui c’è almeno un membro della famiglia (di solito, ma non necessariamente, il conduttore), che dedica una parte significativa del proprio tempo alla conduzione dell’impresa, svolgendo tale attività in modo abituale e continuativo ed opera con livelli standard di tecnologia ed imprenditorialità, cioè livelli di efficienza tecnica ed economica, considerati normali dall’agricoltura “moderna”. Dall’altra parte sono “accessorie” le aziende in cui nessun membro della famiglia dedica all’attività di conduzione una porzione significativa del proprio tempo. Ciò succede quando la parte più consistente o addirittura l’intero reddito familiare proviene da attività extra agricole e l’azienda accessoria serve come integrazione o, addirittura come diversivo. Ne consegue che sia le aziende professionali, sia quelle accessorie possono essere tanto full-time, quanto parttime. In effetti l’attività professionale è definita non tanto dal tempo lavorativo speso in azienda, il quale dipende più che altro dalle possibilità e dalle scelte produttive, oltre che dalle dimensioni aziendali, quanto piuttosto dal livello tecnologico e imprenditoriale applicati, che devono raggiungere determinati standard. Così come il tempo parziale, anche la professionalità può essere riferita all’azienda e/o all’attività agricola, oppure al conduttore e ai singoli componenti della manodopera familiare, per esprimere la partecipazione a pieno titolo alla produzione aziendale, legata non solo alla quantità di lavoro prestato, ma anche alla sua qualità e all’età dell’individuo considerato. 2.7.2. Vantaggi e lati negativi del part-time in agricoltura Se la pluriattività è diventata un fenomeno così pervasivo dell’attività agricola italiana, ciò è dovuto sicuramente ai vantaggi che un’agricoltura parttime comporta. Il part-time evita lo spopolamento delle zone rurali e, quindi, permette il mantenimento della loro vitalità: gli abitanti che permangono in queste aree svolgono la funzione di presidio dell’ambiente naturale, evitandone il degrado che seguirebbe all’esodo dalle campagne. In questo senso si elimina anche il divario città-campagna e il part-time contribuisce all’integrazione intersettoriale dell’agricoltura, la quale resterà sempre meno emarginata e sempre meno confinata al solo primo settore dell’economia. 37 Barberis, 1975. 41
Visto che il part-time permette ai componenti familiari di lavorare sia in azienda che fuori, esso contribuisce a tenere la famiglia unita e, quindi, ne evita la disgregazione. Il part-time costituisce anche un elemento di stimolo alla valorizzazione delle risorse agricole, in quanto l’agricoltore pluriattivo (o la famiglia pluriattiva) sarà in grado di applicare all’agricoltura le capacità acquisite nelle altre attività che egli svolge, negli altri settori produttivi: capacità imprenditoriale, strategie aziendali, tecniche di produzione e vendita, ecc. sarà inoltre più disponibile e più ricettivo verso le informazioni e le innovazioni, nonché più aperto all’associazionismo e alla cooperazione, rendendo l’agricoltura più meccanizzata, più specializzata, dandole, quindi, una spinta verso la modernizzazione. In effetti è dimostrato, anche dalle cifre rilevate in ripetute ricerche ed indagini, che le aziende part-time alla fine risultano migliori, in termini di produzione lorda vendibile (PLV), rispetto a quelle “esclusive” 38 . Tabella 4: Distribuzione e caratteristiche economiche delle aziende in relazione all’attività del conduttore, esclusivo o alternativo, per settore di attività extra-aziendale (reddito espresso in lire). Esclusivo Attività del conduttore Alternante in agricoltura Prevalentemente in azienda Prevalentemente fuori Alternante nell’industria Prevalentemente in azienda Prevalentemente fuori Alternante nel commercio Prevalentemente in azienda Prevalentemente fuori Alternante nei servizi Prevalentemente in azienda Prevalentemente fuori Alternante nella P.A. Prevalentemente in azienda Prevalentemente fuori Alternante (totale) Prevalentemente in azienda Prevalentemente fuori Aziende 2.027.954 44.996 153.209 5.657 256.293 6.293 138.060 6.227 151.379 1.826 130.560 64.999 829.501 42 Reddito/Azienda 12.396.464 24.754.172 7.048.210 165.591 3.583.119 28.277.396 5.371.155 22.939.711 5.367.632 21.213.332 5.302.452 24.701.323 5.314.783 Fonte: Istat, IV Censimento dell’agricoltura, 1990. Reddito/giornata 73.988 81.034 82.796 66.941 59.895 86.319 84.557 81.034 81.034 84.557 73.988 79.272 73.988 L’azienda part-time risulta, quindi, essere ben più dinamica rispetto a quella esclusiva, perché più ricettiva verso l’esterno e perché le capacità acquisite all’esterno da chi vi lavora, sono messe a disposizione della stessa. Ciò è sintomo di elasticità e flessibilità del settore, che è in grado di adattarsi ai mutamenti delle situazioni. La tabella 4 aiuta a chiarire come il reddito mediamente prodotto dalle aziende il cui conduttore è pluriattivo, ma preminentemente occupato in azienda, sia più alto, addirittura doppio rispetto alla situazione di esclusività: l’unico caso nel quale ciò non si verifica è quello dell’industria, perché evidentemente quel tipo di impiego non dà modo di svolgere un’ulteriore attività, se non in maniera precaria e saltuaria. 38 Fonte: Istat, 1971.
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