Diversifarm Idee imprenditoriali innovative nell'agricoltura delle ...

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30.06.2013 Views

Apparentemente un’agricoltura multifunzionale può sembrare sempre innovativa, poiché offrire prodotti e servizi nuovi, rimodernare l’impronta organizzativa e gestionale, svolgere un’attività in modo professionale, occupandosi di una serie diversificata di funzioni, rendere l’agricoltura un settore integrato, e così via, sono certamente elementi di novità, ma in realtà multifunzionalità significa anche restituire agli agricoltori le loro funzioni, i metodi e le tecniche di produzione e trasformazione tradizionali, i valori e le usanze di un tempo che tale tipo di agricoltura tende a riportare alla luce. In definitiva non si può generalizzare affermando che tra multifunzionalità ed innovazione c’è una corrispondenza biunivoca, anche se sotto molti aspetti, un’iniziativa di agricoltura innovativa è spesso indice di multifunzionalità, ma quest’ultimo è, tuttavia, un concetto più esteso. In un’agricoltura multifunzionale non conta soltanto lo svolgimento dell’attività agricola al fine della produzione, ma l’intero aspetto socio–culturale ne resta coinvolto e, con esso, le realtà locali e le loro peculiarità: i due fattori, quello socio–culturale e la cultura d’impresa devono, quindi, trovare un proprio equilibrio, in maniera tale da evitare le conseguenze che potrebbero scaturire dall’attaccamento alla terra, di cui si diceva prima. Entrambi i fattori, dunque, acquisiscono un’importanza cruciale, quali prerogative per la diversificazione, per l’innovazione, per la riscoperta di certi valori, ecc, e, allo stesso tempo, perché le aziende continuino ad esistere sul territorio. Occorre avere un atteggiamento dinamico e propositivo, al fine di poter cogliere le opportunità che conducono all’innovazione in agricoltura e, più in generale, che consentono di entrare in quel circolo virtuoso che proietta l’agricoltura verso una dimensione multifunzionale. Opportunità di migliorare ed ammodernare le strutture aziendali e, quindi, le caratteristiche del settore stesso, di rendere attraente l’agricoltura per persone giovani e dinamiche, che più facilmente possono cambiarlo, di praticare le attività più richieste e che ricevono sostegni pubblici, di realizzare i beni e servizi più graditi e così via. Ciò può risultare maggiormente realizzabile ed interessante se si proietta il tutto all’interno di un sistema complesso, composto non solo dalla realtà economica e d’impresa, ma anche da quelle socio–culturale, territoriale, ambientale, ossia, se vi si fanno rientrare molteplici aspetti, ma, più che altro se si considera il ruolo fondamentale del supporto finanziario degli Enti pubblici a tale proposito. Quella degli aiuti esterni, dunque, costituisce una delle principali opportunità da cogliere, al fine di dare realizzazione ad idee e progetti di agricoltura innovativa e, anzi multifunzionale. Allo stesso tempo, però, essa rappresenta un problema, come emerge dalle testimonianze dei conduttori delle aziende studiate in questo lavoro; ma ciò non significa che tale problema non può essere risolto e, per lo meno affrontato, come alcune aziende di quelle qui trattate hanno fatto, prevenendosi contro i ritardi degli Enti pubblici, attraverso una progettazione ed una programmazione della richiesta degli aiuti, operazione che è stata possibile grazie al supporto formativo ed informativo delle Organizzazioni di categoria. Questo, come altri problemi, dunque, non possono costituire un ostacolo che conduce alla rinuncia e all’abbandono delle speranze di realizzazione dei progetti. Se tutto ciò è vero per l’agricoltura in genere, di certo lo è anche per quella della regione Marche, la quale, se da un lato rimane ancorata ad un’attività 157

agricola svolta in modo tradizionale, dall’altro comprende una polverizzata realtà di nuclei aziendali che si stanno, invece, dirigendo verso la multifunzionalità. Come sarà, allora, il futuro nell’agricoltura della regione? Se si considera il fatto che queste terre sono tra quelle che più a lungo hanno resistito alla scomparsa della mezzadria, la forte polverizzazione della proprietà degli appezzamenti che ne deriva, rende più difficile la diffusione di una mentalità innovativa, ma soprattutto, la ricettività informativa da parte degli agricoltori risulta ridotta, anche per l’anzianità degli stessi, fattore che contribuisce all’assenza di spirito imprenditoriale e alla mancanza di volontà ad impegnarsi in un’attività complessa ed articolata. Questa schiera, dunque, rimane ancorata ai vecchi sistemi e, se gli agricoltori anziani da una parte non hanno le forze necessarie ad un utilizzo più efficace delle risorse naturali, umane, del territorio ed aziendali, d’altra parte non permettono anche la realizzazione di una possibile azione risolutiva della situazione. Tale soluzione potrebbe essere costituita dalla cessione, anche solo a livello gestionale, di tali terreni, ad altri imprenditori che pratichino agricoltura multifunzionale. In definitiva la realizzazione di un’agricoltura multifunzionale diffusa, nella regione, non è impresa facile, anche se i numerosi casi già esistenti, o in procinto di venire alla luce, qualificano ed esaltano notevolmente la realtà rurale marchigiana. D’altra parte la gamma di attività che l’agricoltura permette di svolgere è molto ampia e tutte, se praticate secondo i criteri della multifunzionalità e dell’innovazione, lasciano ampio spazio alla fantasia ed alla creatività personali. 158

Apparentemente un’agricoltura multifunzionale può sembrare sempre<br />

innovativa, poiché offrire prodotti e servizi nuovi, rimodernare l’impronta<br />

organizzativa e gestionale, svolgere un’attività in modo professionale,<br />

occupandosi di una serie diversificata di funzioni, rendere l’agricoltura un settore<br />

integrato, e così via, sono certamente elementi di novità, ma in realtà<br />

multifunzionalità significa anche restituire agli agricoltori le loro funzioni, i metodi<br />

e le tecniche di produzione e trasformazione tradizionali, i valori e le usanze di un<br />

tempo che tale tipo di agricoltura tende a riportare alla luce.<br />

In definitiva non si può generalizzare affermando che tra multifunzionalità<br />

ed innovazione c’è una corrispondenza biunivoca, anche se sotto molti aspetti,<br />

un’iniziativa di agricoltura innovativa è spesso indice di multifunzionalità, ma<br />

quest’ultimo è, tuttavia, un concetto più esteso.<br />

In un’agricoltura multifunzionale non conta soltanto lo svolgimento<br />

dell’attività agricola al fine della produzione, ma l’intero aspetto socio–culturale<br />

ne resta coinvolto e, con esso, le realtà locali e le loro peculiarità: i due fattori,<br />

quello socio–culturale e la cultura d’impresa devono, quindi, trovare un proprio<br />

equilibrio, in maniera tale da evitare le conseguenze che potrebbero scaturire<br />

dall’attaccamento alla terra, di cui si diceva prima. Entrambi i fattori, dunque,<br />

acquisiscono un’importanza cruciale, quali prerogative per la diversificazione, per<br />

l’innovazione, per la riscoperta di certi valori, ecc, e, allo stesso tempo, perché le<br />

aziende continuino ad esistere sul territorio.<br />

Occorre avere un atteggiamento dinamico e propositivo, al fine di poter<br />

cogliere le opportunità che conducono all’innovazione in agricoltura e, più in<br />

generale, che consentono di entrare in quel circolo virtuoso che proietta<br />

l’agricoltura verso una dimensione multifunzionale. Opportunità di migliorare ed<br />

ammodernare le strutture aziendali e, quindi, le caratteristiche del settore stesso,<br />

di rendere attraente l’agricoltura per persone giovani e dinamiche, che più<br />

facilmente possono cambiarlo, di praticare le attività più richieste e che ricevono<br />

sostegni pubblici, di realizzare i beni e servizi più graditi e così via.<br />

Ciò può risultare maggiormente realizzabile ed interessante se si proietta il<br />

tutto all’interno di un sistema complesso, composto non solo dalla realtà<br />

economica e d’impresa, ma anche da quelle socio–culturale, territoriale,<br />

ambientale, ossia, se vi si fanno rientrare molteplici aspetti, ma, più che altro se<br />

si considera il ruolo fondamentale del supporto finanziario degli Enti pubblici a<br />

tale proposito.<br />

Quella degli aiuti esterni, dunque, costituisce una <strong>delle</strong> principali<br />

opportunità da cogliere, al fine di dare realizzazione ad idee e progetti di<br />

agricoltura innovativa e, anzi multifunzionale. Allo stesso tempo, però, essa<br />

rappresenta un problema, come emerge dalle testimonianze dei conduttori <strong>delle</strong><br />

aziende studiate in questo lavoro; ma ciò non significa che tale problema non<br />

può essere risolto e, per lo meno affrontato, come alcune aziende di quelle qui<br />

trattate hanno fatto, prevenendosi contro i ritardi degli Enti pubblici, attraverso<br />

una progettazione ed una programmazione della richiesta degli aiuti, operazione<br />

che è stata possibile grazie al supporto formativo ed informativo <strong>delle</strong><br />

Organizzazioni di categoria.<br />

Questo, come altri problemi, dunque, non possono costituire un ostacolo<br />

che conduce alla rinuncia e all’abbandono <strong>delle</strong> speranze di realizzazione dei<br />

progetti.<br />

Se tutto ciò è vero per l’agricoltura in genere, di certo lo è anche per quella<br />

della regione Marche, la quale, se da un lato rimane ancorata ad un’attività<br />

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