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specimen - Palumbo Editore

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Stefano Benni<br />

Rex e Tyra<br />

Questo è un racconto d’amore, i cui giovani protagonisti sono, però, alquanto inconsueti. L’autore<br />

è Stefano Benni, che con inesauribile fantasia crea un mondo immaginario eppure assai credibile.<br />

Benni, nato a Bologna nel 1947, è uno dei nostri scrittori più originali e seguiti.<br />

Quando si è giovani e innamorati, si ha fretta. Rex percorreva a grandi balzi la valle pietrosa<br />

in fondo alla quale c’era la casa di Tyra. Voltandosi indietro vide le sue grandi orme perdersi<br />

in lontananza. Oh sì, ne aveva fatta di strada! Perché ti sei scelto una fidanzata di montagna,<br />

gli aveva detto il padre, non ce n’erano abbastanza quaggiù? Ma Tyra aveva qualcosa che le<br />

altre non avevano. Quel modo di guardare, di socchiudere gli occhi. E poi i suoi denti, bianchi,<br />

brillanti. Sì, Tyra era la più bella piccola che avesse mai incontrato. Valeva la pena di correre<br />

tanto per incontrarla. E poi Rex era un giovane tirannosauro 1 robusto, non era certo un<br />

deserto di pietra a spaventarlo.<br />

Passò vicino a una pozza d’acqua. C’erano quattro tops 2 supercorazzati e panciuti, che<br />

facevano il bagno pigramente.<br />

– Dove vai, capoccione – ghignò uno.<br />

– Guardalo – disse l’altro – ha una testa così grossa che se si ferma casca in avanti.<br />

– Sei bello tu, cornuto – disse Rex, senza smettere di correre.<br />

– Ehi, cosa ci fai nel nostro quartiere? – strillò una giovane top col becco appuntito, non<br />

male nel suo genere. – Non sai che qua non vogliamo carnivori?<br />

Rex non rispose. Meglio non accettare provocazioni. I triceratops 3 erano lenti, ma se ti<br />

accerchiavano in sei o sette, potevano diventare pericolosi. E in effetti, quella era la loro<br />

zona. Percorse di buon passo la salita che lo portava da Tyra. Arrivò davanti a una grande<br />

caverna, nella parete a strapiombo del monte. Riprese fiato e la chiamò.<br />

– Ehi, piccola…<br />

Tyra uscì lentamente dalla caverna. Era ancora più bella di come la ricordava. Aveva fatto<br />

il bagno e la pelle scura brillava sotto il sole. Sorrise mostrando la formidabile dentatura.<br />

– Ciao Rex. Allora, andiamo lassù?<br />

– Te l’ho promesso. La cima del cratere ci aspetta.<br />

– Non perdiamo tempo. Mio padre è a caccia, ma potrebbe tornare presto e quando torna<br />

è sempre arrabbiato.<br />

Si incamminarono fianco a fianco, facendo rotolare massi giù per la discesa.<br />

– Vedi – disse Tyra – il babbo non si vuol convincere che è vecchio. Gli scappano tutti<br />

ormai, anche i bradosauri. 4 Due giorni fa ha provato ad attaccare un bronto 5 e per poco non<br />

ci lascia le penne. S’è beccato una codata in faccia, ha ancora il segno. E quando torna a casa<br />

senza preda, se la prende con la mamma.<br />

– Anche il mio vecchio si arrabbia spesso disse Rex – ma per fortuna qualche preda la<br />

cattura ancora. Purtroppo, quando si mette a raccontare le sue antiche battute di caccia, non<br />

la smette più. Allora sì che c’era selvaggina! dice. Quella del pterodattilo 6 preso al volo l’avrò<br />

sentita venti volte.<br />

– Brutta cosa invecchiare – sospirò Tyra.<br />

– Già – disse Rex e con la piccola zampa anteriore cercò di cingerle la schiena, ma Tyra<br />

ridendo scappò agilmente in avanti.<br />

Ormai erano alle pendici del cratere. La terra era più scura e calda. Incontrarono due stegosauri<br />

7 che si scambiavano colpi con le code chiodate per tenersi in allenamento.<br />

– Ciao Steve, ciao Greg – salutò Tyra.<br />

– Ehilà bella – disse Steve – vai su al cratere?<br />

– Attenta a non scottarti – disse Greg strizzando l’occhio.<br />

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