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note per la storia della cultura greca della calabria medioevale

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92 SANTO LUCÀ<br />

di norma, i vertici dell’erudizione e del<strong>la</strong> retorica, di certo potevano<br />

circo<strong>la</strong>re i romanzi di Eliodoro o di Achille Tazio.<br />

Nel secolo XI in Cappadocia un funzionario di rango non elevato,<br />

il protospatharios hypatos Eustazio Boi<strong>la</strong>, disponeva fra i suoi<br />

libri di una grammatica, di un Esopo, e soprattutto di un esemp<strong>la</strong>re<br />

del romanzo di Achille Tazio e di un altro del romanzo di Alessandro.<br />

Trattasi, <strong>per</strong>altro, di letture non di studio ma solo di piacevole passatempo,<br />

consone sia con le curiosità (forse anche un po’ morbose) di<br />

un giovane sia con quelle di un individuo cólto di media levatura.<br />

Negli anni a cavaliere dei secoli X-XI a Tessalonica visse quel<br />

Simeone, monaco e filosofo, il quale, come narra l’agiografo del<br />

bios di s. Fantino il Giovane, essendo occorso, assieme a Fozio (il<br />

Tessalo), presso il santo monaco ca<strong>la</strong>brese († 960/975 ca.) <strong>per</strong><br />

seguire <strong>la</strong> vita ascetica, viene definito κατ µφω φιλσφία αίρων,<br />

cioè istruito nel<strong>la</strong> scienza cristiana e profana (154). La sua <strong>cultura</strong>,<br />

tuttavia, non «sembra davvero su<strong>per</strong>iore al<strong>la</strong> comune preparazione<br />

monastica», sebbene anche lui, come il nostro Fi<strong>la</strong>gato, mostri<br />

«estrema cura del cursus oratorio attraverso l’uso costante delle<br />

c<strong>la</strong>usole ritmiche», nonché <strong>la</strong> conoscenza delle «norme del genere<br />

encomiastico» e forse una qualche nozione di Omero (Iliade) (155).<br />

Ritengo <strong>per</strong>ciò assai verosimile che anche <strong>per</strong> Fi<strong>la</strong>gato si possa<br />

concludere con quanto scrisse, con <strong>la</strong> consueta maestria, Agostino<br />

Pertusi <strong>per</strong> Nilo di Rossano: «Al di fuori del<strong>la</strong> <strong>cultura</strong> ecclesiastica,<br />

biblica e ascetica, patristica e storiografica, non rimangono che questi<br />

suoi interessi giovanili <strong>per</strong> <strong>la</strong> letteratura negromantica e forse<br />

anche medica» (156), ovviamente con <strong>la</strong> differenza che Fi<strong>la</strong>gato, da<br />

giovane, avrebbe coltivato invece il romanzo e l’epistolografia.<br />

Ad oggi, <strong>per</strong>altro, non sono state addotte valide argomentazioni<br />

<strong>per</strong> sostenere l’ipotesi avanzata da Roberto Romano, secondo cui il<br />

rossanese Nilo sarebbe stato l’autore di un commento ad Ermogene,<br />

(154) FOLLIERI, Quando visse Simeone monaco cit., pp. 110-111.<br />

(155) Ibid., pp. 121-123.<br />

(156) PERTUSI, Sopravvivenze pagane cit., p. 22 n. 12. Vale <strong>la</strong> pena di ricordare<br />

che questi interessi che hanno radici molto più antiche – si pensi a Pitagora<br />

e al<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> pitagorica –, riemergono poi nel secolo XV e XVI: il sullodato<br />

ca<strong>la</strong>brese Angelo Filleti, ieromonaco del S. Salvatore di Messina e discepolo<br />

di Costantino Lascaris, aggiunse fra XV e XVI secolo ai ff. 287-330v del<br />

Lond. Addit. 36.749 il commento di Ierocle ai Versi aurei di Pitagora; un anonimo<br />

amanuense di ambito ca<strong>la</strong>bro-siculo trascrisse nel secolo XV l’Ordo canonum<br />

astronomiae e gli Apotelesmatici di Tolomeo, nonché <strong>la</strong> Logistica di Bar<strong>la</strong>am<br />

Ca<strong>la</strong>bro, nell’attuale Messan. gr. F. V. 9: LUCÀ, Le diocesi cit., p. 300; ID.,<br />

Il libro greco cit., p. 365, tav. XII.

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