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Paolo Cesaretti - Antichità e Tradizione Classica

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148<br />

PAOLO CESARETTI<br />

done, continuò a lungo, e soprattutto al tempo di Costantino VII Porfirogenito,<br />

suo nipote, le si dedicò un oratorio-mausoleo presso la basilica dei<br />

Santi Apostoli, dove era stato nuovamente trasferito il suo corpo dopo la<br />

breve «migrazione» presso la chiesa di Santa Teofano/Tutti i Santi. In tale<br />

oratorio-mausoleo esso doveva trovarsi all’epoca della realizzazione del<br />

Menologio. La copertura conica presentata dall’immagine del Menologio<br />

potrebbe forse adattarsi a un elemento architettonico funebre; e se può<br />

apparire difficile che tale oratorio venga rappresentato separato dal complesso<br />

della basilica, tutt’altro che ignota al Menologio, numerosi restano i<br />

riferimenti in merito al carattere «esterno» di quella aggiunta architettonica<br />

134 . Se la mano destra di Teofano potrebbe indicare nel Palazzo l’inizio<br />

della sua vita imperiale, la mano sinistra starebbe così a indicare un<br />

possibile punto d’arrivo di quella vita: un sacro memento architettonico a<br />

lei dedicato, in quanto è divenuta santa.<br />

Ciò non significa ovviamente che VTh ispiri univocamente l’iconografia<br />

della p. 249 del Menologio 135 . La questione è ben più complessa, e<br />

investe nella sua totalità anche il rapporto tra il testo del Menologio e le<br />

corrispondenti rappresentazioni, per non dire «rese» visive 136 . D’altro lato,<br />

anche a non voler insistere troppo sulla santità di Teofano come «cause<br />

impériale» 137 resta che il manoscritto si inscrive nel segno della dinastia<br />

che la cooptò e della omonimia del committente con il suo fondatore<br />

(nonché suocero di Teofano). L’architettura sacra relativa a Teofano aveva<br />

una sua dignità familiare e imperiale oltre che una sua «modernità».<br />

Se un elemento solitamente relegato a cliché denotativo (le mani) venne<br />

reimpiegato connotativamente anche nell’augusto Menologio imperiale,<br />

dopo essere stato letterariamente elaborato nel cosiddetto Werkchen 138<br />

134 Cf. MAJESKA, The Body of St. Theophano cit., soprattutto p. 15 e nn. 7-8;<br />

DAGRON, Théophanô, les Saints-Apôtres cit., pp. 205-215.<br />

135 La stessa reticenza di VTh in merito alla chiesa non viene forse fruttuosamente<br />

– ma con cautela – impiegata come argumentum ex silentio per la datazione del<br />

testo? Cf. STRANO, La Vita di Teofano cit.<br />

136 Nessun edificio è menzionato nel lemma del Menologio; neppure nel testo<br />

edito nel Sinassario di Costantinopoli. Quanto alle mani, è quest’ultimo a darne<br />

duplice menzione, ma solo in espressioni formulari: DELEHAYE, Synaxarium cit., p. 315,24<br />

= VTh 14,29;DELEHAYE, Synaxarium cit., p. 316,21 = VTh 15,28. Peraltro il rapporto tra<br />

testo e immagine nel Menologio richiederebbe ben altri e approfonditi studi. Sembrerebbero<br />

da ricondursi a fonti di ispirazioni diverse e non omogenee. Sull’argomento si<br />

vedano già le osservazioni del FRANCHI DE’CAVALIERI, Il Menologio cit., I, pp. XI-XII.<br />

137 Cf. supra, n.13.<br />

138 Anche a non ritenerlo un testo «extraordinary», a noi sembra che il diminutivo<br />

abbia ragione di esistere solo in relazione alle dimensioni.

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