Paolo Cesaretti - Antichità e Tradizione Classica
Paolo Cesaretti - Antichità e Tradizione Classica
Paolo Cesaretti - Antichità e Tradizione Classica
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
UN LEITMOTIV NARRATIVO 131<br />
no proferite dopo che lei ha preso la mano dell’imperatore tra le sue mani:<br />
τας ερσν ατ τς ειρς λαµένη77 .<br />
Prima, nella Magnaura, era lei, παλ κρη (VTh 5,32), a essere portata<br />
per mano verso l’impero; ora, nel buio della prigione (sia essa letterariamente<br />
«finta» o reale), è lei a stringere tra le sue mani quelle imperiali,<br />
con una visuality che è tutta letteraria. E c’è di più. In questa, che è<br />
la prima scena «a due» tra Teofano e Leone distesamente narrata in VTh,<br />
Teofano appare non solo forte, ma come colei che è dotata di forza superiore<br />
al marito. Nel contempo, il continuo riferimento alle mani non solo<br />
accentua la visuality del testo ma gli conferisce anche una notevole, quasi<br />
incontenibile, piuttosto levantina, affettività.<br />
Una ulteriore accentuazione del pathos – può apparire persino eccessiva<br />
al lettore moderno, ma è sviluppata con piena consapevolezza letteraria<br />
– è testimoniata dalla scena successiva. Certo, è solo un sogno – ma la<br />
giovane e augusta coppia imperiale formata da Leone e Teofano è presentata<br />
in preda al terrore e al panico, gettata ai piedi di un giovane uomo<br />
abbigliato in foggia militare, con la lancia nella mano destra e lo scudo<br />
nella sinistra. La suspense è sapientemente creata dall’autore in un elaborato<br />
episodio (VTh 10,10-11,5), dove l’identità dell’armato non si rivela subito,<br />
sicché i protagonisti – e anche, necessariamente, i lettori – temono si tratti<br />
di un sicario venuto a ucciderli (l’identificazione con il responsabile della<br />
loro prigione appare automatica) 78 . Invece, con ulteriore πρσδκητν, si<br />
tratta di un soccorso, segnatamente di un soccorso celeste: è san Demetrio<br />
di Tessalonica, rappresentato con una efficace visuality che rimanda alla sua<br />
tradizione iconografica di santo militare 79 .<br />
77 VTh 8,26-27.<br />
78 Per attente considerazioni di prospettiva letteraria relative all’identificazione<br />
di questa figura con l’allora eteriarca Stiliano Zautzes, cf. TOUGHER, The Reign of Leo<br />
VI cit., p. 92 e n. 14.<br />
79 Sulla trasformazione del martire Demetrio in santo militare, la bibliografia è<br />
legione. Un avviamento in The Oxford Dictionary of Byzantium cit., I, pp. 605-606 s.v.<br />
«Demetrios of Thessalonike» (A.P. KAZHDAN - N.P. Sˇ EVČENKO). – Nel suo commento<br />
al passo di VTh ora in esame il KURTZ, Zwei Griechische Texte cit., p. 54, rimanda a<br />
P.N. PAPAGEORGIU, Αραία εκν τ µεγαλµάρτυρς γίυ ∆ηµητρίυ τ πλιυ<br />
Θεσσαλνίκης π λεφαντστέυ,in Byzantinische Zeitschrift 1 (1892), pp. 479-487, ma nell’immagine<br />
riprodotta dal Papageorgiu (tav. f.t. dinanzi a p. 480) la mano sinistra del<br />
santo presenta arco e freccia anziché scudo (posato a terra) come invece leggiamo in<br />
VTh.Cf.Lexikon der christlichen Ikonographie, hrsg. von W. BRAUNFELS,VI: Ikonographie<br />
der Heiligen (Crescentianus von Tunis bis Innocentia), Rom-Freiburg-Basel-Wien 1974, coll.<br />
41-45. Anche Θρησκευτικ κα θικ γκυκλπαιδεία, IV, ν Αήνα 1964, coll. 1058-