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Cum mystica obscuritate - FedOA - Università degli Studi di Napoli ...

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Redentore – va intesa come il servizio, il ministero <strong>di</strong> Dio, del Cristo, come la<br />

funzione rivestita dai sacerdoti quali ministri: il vocabolo ministratio si ritrova<br />

infatti in alcuni casi costruito con il genitivo <strong>di</strong> colui o ciò che viene servito, o <strong>di</strong><br />

ciò che si amministra 14 .<br />

Tuttavia, l‟espressione in ministratione eius richiama anche un passo tratto<br />

dei In Iohannis evangelium tractatus <strong>di</strong> Agostino, in cui il Padre della Chiesa<br />

descrive come il dono, da parte del Cristo, della propria carne e del proprio<br />

sangue, si identifichi con il dono della vita eterna conferito all‟intera umanità 15 :<br />

qui per ministratio corporis et sangunis si intende appunto il “servire” – nel senso<br />

<strong>di</strong> ministrare appunto come “servire, porgere servendo” – che il Cristo fa agli<br />

uomini del proprio corpo e del proprio sangue; il Cristo che descrive se stesso<br />

quale minister in un celebre passo del Vangelo <strong>di</strong> Luca, dove prescrive che “chi<br />

governa, sia come colui che serve” 16 , così come Egli stesso è tra loro come “uno<br />

che serve” (sicut ille qui ministrat) 17 . Dunque la ministratio eius va intesa in<br />

questo senso come il servizio non del Cristo, ma da parte del Cristo, del<br />

fortissimus leo, che attraverso il dono del proprio corpo e del proprio sangue fa sì<br />

che il proprio popolo “regni, sia dominante” (dominari). Qui va probabilmente<br />

intesa una sorta <strong>di</strong> rovesciamento del concetto espresso in Ioe. 2,17, il passo da<br />

14 Il termine ministratio compare per la prima volta in Vitruvio (cfr. ad es. VITR. 6, 6, 2); l‟uso <strong>di</strong><br />

tale vocabolo si <strong>di</strong>ffonde poi, probabilmente a partire dai Vangeli, dove è presente in entrambe le<br />

lettere paoline ai Corinzi (cfr. 1Cor. 11,5; 2Cor. 3,7-9; 4,1), in tutta la letteratura latina cristiana<br />

(cfr. CLCLT passim). La costruzione <strong>di</strong> ministratio con il genitivo, nel senso che abbiamo esposto,<br />

si ritrova appunto già in Paolo, cfr. 2Cor. 3,8: «Quomodo non magis ministratio Spiritus erit in<br />

gloria»; ma cfr. anche altre attestazioni, ad es. AUG. quaest. evang. 2, 39, ll. 44-6: «Sed illa<br />

contemplatio summam quietem habet, quae in aeterno dei regno tribuitur; summa uero quies illa<br />

praemium est iustorum laborum, qui in ecclesiae ministratione peraguntur»; SCOTUS ANONYMUS,<br />

Commentarius in epistolas catholicas, In epist. Iacobi, ll. 107-8: «Dicitur tribus israel ne quis<br />

lateret se prae multitu<strong>di</strong>ne commixta in ministratione dei».<br />

15 Cfr. AUG. in evang. Ioh. 27, 9, ll. 11-2: «Unde, nisi quia cre<strong>di</strong><strong>di</strong>t? uerba uitae aeternae<br />

habes. uitam enim aeternam habes in ministratione corporis et sanguinis tui». Tale passo fu molto<br />

noto e molto citato dagli autori latini lungo tutto il Me<strong>di</strong>oevo, dunque non è implausibile che<br />

Hildegard possa averlo letto e conosciuto, <strong>di</strong>rettamente o in<strong>di</strong>rettamente, cfr. ad es. ALCUINUS,<br />

Commentaria in sancti Iohannis Euangelium, ep. ad Gislam et Rodtrudam, col. 839, ll. 43-5:<br />

«Unde, nisi quia cre<strong>di</strong><strong>di</strong>t verba vitae aeternae? Vitam enim aeternam habes in ministratione<br />

corporis et sanguinis tui»; HEIRICUS AUTISSIODORENSIS, Homiliae per circulum anni, pars<br />

hiemalis, 62, ll. 241-2: «Verba uitae aeternae habes, quoniam uitam aeternam nobis promittis in<br />

ministratione corporis tui».<br />

16 Cfr. la traduzione <strong>di</strong> G. Castol<strong>di</strong> in Lc 22,26.<br />

17 Cfr. Lc. 22,26-7: «Vos autem non sic sed qui maior est in vobis fiat sicut iunior et qui praecessor<br />

est sicut ministrator nam quis maior est qui recumbit an qui ministrat nonne qui recumbit ego<br />

autem in me<strong>di</strong>o vestrum sum sicut qui ministrat». Per la traduzione virgolettata, cfr. Lc 22,27.<br />

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