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Cum mystica obscuritate - FedOA - Università degli Studi di Napoli ...

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si è cercato <strong>di</strong> fornire al lettore e allo stu<strong>di</strong>oso un testo in italiano che renda conto<br />

delle conclusioni cui si è giunti dal punto <strong>di</strong> vista esegetico, non senza lo sforzo <strong>di</strong><br />

mantenere, quando possibile, l‟ambiguità lessicale dell‟originale.<br />

2. Lo stile e la poetica della Symphonia 8<br />

a. Lo stile<br />

La natura dei carmi della Symphonia, che è essenzialmente quella <strong>di</strong> testi in prosa<br />

concepiti per l‟esecuzione musicale, ne determina in modo decisivo la forma:<br />

nelle fonti manoscritte non è in<strong>di</strong>cata alcuna sud<strong>di</strong>visione dei versi 9 , per la quale è<br />

dunque necessario procedere in base alla scansione della musica in singole linee<br />

melo<strong>di</strong>che, oltre che alla luce della progressione sintattica del testo 10 ; ciò implica<br />

dunque l‟impossibilità <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare alcun tipo <strong>di</strong> struttura alla quale le singole<br />

strofe dei carmi <strong>di</strong> Hildegard possano uniformarsi.<br />

L‟unico elemento che introduce un certo principio <strong>di</strong> regolarità è tuttavia<br />

forse il saltuario impiego del cursus in chiusura delle strofe: nei do<strong>di</strong>ci carmi<br />

analizzati, ho potuto riscontrare in tale posizione un uso piuttosto frequente del<br />

cursus planus ( ): ad es. potestis saciari (O gloriosissimi, v. 5), precurrens<br />

osten<strong>di</strong>t (O spectabiles uiri, v. 20), capite uestro (O uos felices ra<strong>di</strong>ces, v. 15),<br />

ornamentis ipsius (O luci<strong>di</strong>ssima, v. 13). Più raramente ci si imbatte invece nel<br />

cursus velox ( ): ad es. sponse | inmaculate (O luci<strong>di</strong>ssima, vv. 17-8),<br />

restaurationem | here<strong>di</strong>tatis (O victoriosissimi triumphatores, vv. 14-5); e nel<br />

cursus <strong>di</strong>spondaicus ( ): ad es. a<strong>di</strong>utorium peregrinis (O dulcis electe, v.<br />

15), sanguinis undatis (Vos flores rosarum, v. 14), onera remittens (O uos<br />

imitatores, vv. 9-10 e 17-8). Il cursus tardus ( ) è presente invece una sola<br />

volta, fonte aspicitis (O uos angeli, v. 19). Tuttavia, qui a mio parere l‟impiego<br />

del cursus, quando si riscontra, è con tutta probabilità non scientemente voluto,<br />

8<br />

Le argomentazioni proposte <strong>di</strong> seguito sono basate, oltre che sulla letteratura critica,<br />

essenzialmente sull‟analisi dei do<strong>di</strong>ci carmi della Symphonia oggetto della presente <strong>di</strong>ssertazione.<br />

9<br />

Nei manoscritti non è in<strong>di</strong>cata la sud<strong>di</strong>visione in versi, ma solo quella in strofe, cfr. HILDEGARDIS<br />

BINGENSIS, Symphonia, “Introduction” 358.<br />

10<br />

Sono i criteri cui afferma rifarsi la Newman, ibidem: per il presente stu<strong>di</strong>o ho mantenuto la<br />

sud<strong>di</strong>visione in versi presentata nella sua e<strong>di</strong>zione.<br />

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