Cum mystica obscuritate - FedOA - Università degli Studi di Napoli ...
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sacerdoti, carica dunque riconosciuta quale elevata (magnus) e meritevole di ossequio. angelici ordinis officia habetis – I sacerdoti sono descritti da Hildegard nell‟atto di condividere i medesimi doveri del rango angelico (angelicus ordo) in diversi sensi: in un passo dello Scivias gli appartenenti agli ordini claustrali che vengono chiamati a ricoprire ruoli istituzionali nell‟ambito della Chiesa sono descritti come imitatores delle schiere angeliche, in primo luogo perché sia i primi, sia le seconde dedicano la propria esistenza a servire Dio – visto che coloro che fondano la propria condotta sulla continenza e sulla preservazione della verginità sono paragonabili agli angeli, che non desiderano nulla che sia terreno 69 ; in secondo luogo perché il compito assunto al cospetto di Dio da parte dei sacerdotes rispetto al resto dei fedeli, cioè proteggerli dalle insidie del maligno, è il medesimo cui sono chiamati gli angeli rispetto al genere umano 70 . Inoltre, in un passo tratto da una epistola di Hildegard, la santa propone un parallelo analogo tra i coloro che amministrano il sacramento della confessione da un lato, e le schiere angeliche dall‟altro, poiché come le seconde rendono manifesti a Dio gli atti e le azioni dell‟uomo, i primi ne raccolgono la confessione e intercedono per chiedere la misericordia del Signore 71 . In poesia, un parallelo con tale immagine – sostanzialmente originale – dell‟attribuzione ai dedicatari degli officia riservati agli angeli, si può istituire con l‟espressione di un analogo concetto in una sequenza per S. Giovanni Battista in 69 Cfr. Scivias, 2, 5, 16, ll. 623-7: «Nam angelicum chorum fideliter imitantur. Quomodo? In abiectione saecularium; quoniam ut angeli nec terrena quaerunt nec concupiscunt, ita et isti eos hoc modo mirabiliter subsequuntur quod omnia caduca contemnunt». 70 Cfr. Scivias, 2, 5, 20, ll. 747-52: «Quomodo? Nam ut homo a diabolica potestate in sancto baptismo conuertitur, crimina ueteris maculae abiciens, sic et isti terrenas causas in signo uestitus sui abnegant, in quo etiam et angelicum signum habent. Quomodo? Ipsi enim in uoluntate mea protectores populi mei positi sunt»; ibi, 21, ll. 756-65: «Vnde qui ex ipsis in sancta conuersatione probati inueniuntur pastores ecclesiae meae constituantur, quia et angeli qui nulla macula terrenae causae tanguntur custodes populi mei sunt. Nam sicut angeli coram Deo in duplici honore sunt, sic et homines huius religionis sunt in duplici uita. Quomodo? Angeli in caelestibus Deo sine intermissione seruiunt, et etiam in terris homines a diabolicis insidiis semper protegunt. Sic et populus iste angelicum ordinem imitatur, cum terrena despiciens Deo cotidie famulatur et cum etiam reliquos homines suis orationibus a malignis spiritibus die ac nocte defendit». 71 Cfr. Ep. Hild. 113R, ll. 68-75: «Sed et ipse sacerdos fuit, cum se ipsum in ara crucis pro hominibus immolauit; cui etiam sacerdotes in sacerdotio suo adiuncti sunt, qui angelos imitari debent, qui nuntii Dei exsistunt. Angeli namque opera hominum ex debito officii sui uelut scripturam Deo ostendunt, quod sacerdotes faciunt, cum peccata hominum per penitentiam suscipiunt et ea per indultam misericordiam Deo ostendunt». 363
uso presso l‟abbazia di S. Marziale di Limoges e presente in un manoscritto risalente al XII sec.: qui il santo viene descritto, appunto, allontanarsi dalle attività umane, essendo stato destinato ad una funzione degna di quella degli angeli 72 . Ancora, per officia angelici ordinis potrebbe intendersi, come suggerisce la Newman 73 , anche l‟officium cantandi, secondo un‟espressione variamente attestata in ambito liturgico 74 , alludendo alla partecipazione dei confessores ai cori angelici: in un passo dello Scivias, gli appartenenti agli ordini claustrali, che vengono invitati a non disdegnare l‟ascendere a cariche ecclesiastiche nell‟interesse dell‟istituzione tutta, sono descritti nell‟atto di rivolgersi costantemente alle schiere angeliche attraverso il canto e la preghiera 75 . Tale concetto può riferirsi sia ai confessores nel senso dei santi confessori, i quali cantano all‟unisono con i cori celesti, sia ai confessores nel senso di vescovi e sacerdoti, che sono partecipi di tale canto attraverso la dimensione liturgica 76 . fortissima fundamenta praescitis – Barbara Newman ipotizza, a proposito di questo passo, che qui venga attribuita ai dedicatari la facoltà di fondare nuove chiese in luoghi rivelati loro per volere divino, e che Hildegard si riferisca in tal senso alla propria stessa visione, che la spinse a edificare il nuovo monastero del Rupertsberg in un luogo specifico la cui ubicazione le fu rivelata attraverso una 72 Cfr. Plebs redenta, 2b, AH 7, 164: «Deserti loca | petit extranea, | humana | respuit acta | angelica | missus ad officia». Tra l‟altro, proprio al Battista la stessa Hildegard accosta, nello Scivias, i monaci che assumono la dignità di sacerdoti, cfr. supra, comm. vv. 4-7: non vi è alcun modo, tuttavia, di stabilire se in effetti la mistica renana, nel fare riferimento alla figura del praecursor Christi quale modello degli appartenenti agli ordini claustrali che divenivano pastori, possa aver riferito a questi ultimi l‟attribuzione degli angelica officia dietro ispirazione del carme dedicato al Battista. Mi limito dunque qui a porre in rilievo la coincidenza concettuale e lessicale dei due carmi. 73 Cfr. HILDEGARD OF BINGEN, Symphonia, 289. 74 Cfr. ad es. CONC. Gall. II, pag. 183, ll. 261sqq.: «Psalmista, idest cantor, potest absque scientia episcopi, sola iussione presbyteri, officium suscipere cantandi, dicente sibi presbytero: vide ut quod ore cantas, corde credas, et quod corde credis operibus probes»; AGOBARDUS LUGDUNENSIS, De antiphonario, 15: «Ecce uir apostolicus reprehendit consuetudinem, qua diaconibus cantandi officium iniungebatur, nec in eis blandam uocem, sed congruam uitam dicit esse requirendam, stimulari que Deum talium ministrorum moribus asserit, etiamsi populum uocibus delectent». 75 Cfr. Scivias, 2, 5, 18, ll. 678-83: «Ipsi enim sunt zona ecclesiae, eam ualde constringentes, quoniam incarnatione Filii mei occupati sunt, et quia etiam angelicum ordinem exercent, scilicet non cessantes in ullis horis cantando cum sonitu aut orando in compunctione, non autem excussis clamoribus ut inutilis puluis aut aridus absque uiriditate compunctionis; et quia etiam non recusant operari pro necessitate sua, non tamen in manibus suis saecularia quaerentes, sed cum caritate et humilitate se ipsos acute circumspicientes». 76 A tale proposito cfr. O successores, comm. vv. 5-9. 364
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ossequio.<br />
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sensi: in un passo dello Scivias gli appartenenti agli or<strong>di</strong>ni claustrali che vengono<br />
chiamati a ricoprire ruoli istituzionali nell‟ambito della Chiesa sono descritti come<br />
imitatores delle schiere angeliche, in primo luogo perché sia i primi, sia le<br />
seconde de<strong>di</strong>cano la propria esistenza a servire Dio – visto che coloro che fondano<br />
la propria condotta sulla continenza e sulla preservazione della verginità sono<br />
paragonabili agli angeli, che non desiderano nulla che sia terreno 69 ; in secondo<br />
luogo perché il compito assunto al cospetto <strong>di</strong> Dio da parte dei sacerdotes rispetto<br />
al resto dei fedeli, cioè proteggerli dalle insi<strong>di</strong>e del maligno, è il medesimo cui<br />
sono chiamati gli angeli rispetto al genere umano 70 . Inoltre, in un passo tratto da<br />
una epistola <strong>di</strong> Hildegard, la santa propone un parallelo analogo tra i coloro che<br />
amministrano il sacramento della confessione da un lato, e le schiere angeliche<br />
dall‟altro, poiché come le seconde rendono manifesti a Dio gli atti e le azioni<br />
dell‟uomo, i primi ne raccolgono la confessione e intercedono per chiedere la<br />
misericor<strong>di</strong>a del Signore 71 .<br />
In poesia, un parallelo con tale immagine – sostanzialmente originale –<br />
dell‟attribuzione ai de<strong>di</strong>catari <strong>degli</strong> officia riservati agli angeli, si può istituire con<br />
l‟espressione <strong>di</strong> un analogo concetto in una sequenza per S. Giovanni Battista in<br />
69 Cfr. Scivias, 2, 5, 16, ll. 623-7: «Nam angelicum chorum fideliter imitantur. Quomodo? In<br />
abiectione saecularium; quoniam ut angeli nec terrena quaerunt nec concupiscunt, ita et isti eos<br />
hoc modo mirabiliter subsequuntur quod omnia caduca contemnunt».<br />
70 Cfr. Scivias, 2, 5, 20, ll. 747-52: «Quomodo? Nam ut homo a <strong>di</strong>abolica potestate in sancto<br />
baptismo conuertitur, crimina ueteris maculae abiciens, sic et isti terrenas causas in signo uestitus<br />
sui abnegant, in quo etiam et angelicum signum habent. Quomodo? Ipsi enim in uoluntate mea<br />
protectores populi mei positi sunt»; ibi, 21, ll. 756-65: «Vnde qui ex ipsis in sancta conuersatione<br />
probati inueniuntur pastores ecclesiae meae constituantur, quia et angeli qui nulla macula terrenae<br />
causae tanguntur custodes populi mei sunt. Nam sicut angeli coram Deo in duplici honore sunt, sic<br />
et homines huius religionis sunt in duplici uita. Quomodo? Angeli in caelestibus Deo sine<br />
intermissione seruiunt, et etiam in terris homines a <strong>di</strong>abolicis insi<strong>di</strong>is semper protegunt. Sic et<br />
populus iste angelicum or<strong>di</strong>nem imitatur, cum terrena despiciens Deo coti<strong>di</strong>e famulatur et cum<br />
etiam reliquos homines suis orationibus a malignis spiritibus <strong>di</strong>e ac nocte defen<strong>di</strong>t».<br />
71 Cfr. Ep. Hild. 113R, ll. 68-75: «Sed et ipse sacerdos fuit, cum se ipsum in ara crucis pro<br />
hominibus immolauit; cui etiam sacerdotes in sacerdotio suo a<strong>di</strong>uncti sunt, qui angelos imitari<br />
debent, qui nuntii Dei exsistunt. Angeli namque opera hominum ex debito officii sui uelut<br />
scripturam Deo ostendunt, quod sacerdotes faciunt, cum peccata hominum per penitentiam<br />
suscipiunt et ea per indultam misericor<strong>di</strong>am Deo ostendunt».<br />
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