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Cum mystica obscuritate - FedOA - Università degli Studi di Napoli ...

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<strong>di</strong> remittere magna onera va attribuito al Cristo, che pre<strong>di</strong>ca la povertà a chi<br />

voglia seguirlo 67 .<br />

Ma nel riferimento ai magna onera sono evocate, oltre alle implicazioni<br />

dottrinali, anche, sia pur latamente, quelle politiche: è <strong>di</strong>fficile non scorgervi,<br />

anche alla luce dei richiami interni all‟opera della mistica, un riferimento a quei<br />

sacerdoti che avessero trascurato i propri doveri spirituali e confessionali per<br />

perseguire scopi mondani, condotta da condannare senza appello secondo i<br />

principi del riformismo gregoriano, dei quali Hildegard fu fiera propugnatrice nel<br />

proprio tempo 68 .<br />

vv. 11-5: Nam et angelici-uester honor<br />

Nell‟ultima strofa prima della ripetizione del refrain, i destinatari del carme<br />

vengono descritti nell‟atto <strong>di</strong> con<strong>di</strong>videre il proprio officium con le schiere<br />

angeliche: ciò è vero sia per i santi confessori, che partecipano ai cori celesti in<br />

lode <strong>di</strong> Dio, sia per i sacerdoti, i cui doveri nei confronti <strong>di</strong> Dio e nei confronti dei<br />

fedeli sono assimilabili a quelli <strong>degli</strong> angeli. Ancora, i santi confessori vengono<br />

descritti quali fondatori <strong>di</strong> Chiese <strong>di</strong>vinamente ispirati, con riferimento alla<br />

vicenda biografica <strong>di</strong> S. Ruperto <strong>di</strong> Bingen, egli stesso fondatore <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici sacri e<br />

ispiratore <strong>di</strong> Hildegard circa il luogo sul quale far sorgere il monastero del<br />

Rupertsberg. Al contempo, i fundamenta possono essere intesi, in senso allegorico<br />

e tropologico, come riferiti al Cristo quale base, fondamento della Chiesa, e alla<br />

fede nel Redentore nel cuore <strong>di</strong> ogni uomo quale fonte dei bona opera attraverso i<br />

quali l‟intera comunità ecclesiale crescerà fino a trasfigurarsi alla fine dei tempi,<br />

nella Gerusalemme celeste: in tal senso sono dunque i sacerdoti a conoscere nel<br />

profondo la soli<strong>di</strong>tà della fede in Cristo su cui si fonda il retto operare, inelu<strong>di</strong>bile<br />

via verso la salvezza e la futura gloria nel Regno dei cieli, <strong>di</strong> ciascuno dei propri<br />

fedeli. L‟ultimo verso della strofa lega, attraverso l‟avverbio unde, l‟attribuzione<br />

<strong>di</strong> un magnus honor – canonica nella poesia liturgica per i santi confessori – alle<br />

facoltà descritte nei versi precedenti, legate appunto alla carica, all‟honor dei<br />

67 Cfr. ad es. la massima del “cammello”, in Mt. 3,4; 19, 24; Mc. 10,25; Lc. 18,25.<br />

68 Per Hildegard come riformatrice, cfr. l‟introduzione e i riferimenti bibliografici ivi presenti.<br />

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