Cum mystica obscuritate - FedOA - Università degli Studi di Napoli ...

Cum mystica obscuritate - FedOA - Università degli Studi di Napoli ... Cum mystica obscuritate - FedOA - Università degli Studi di Napoli ...

fedoa.unina.it
from fedoa.unina.it More from this publisher
29.06.2013 Views

pulsioni e dalle passioni terrene 7 . Questo significato di imitator richiama chiaramente l‟utilizzo in senso morale di tale termine quale lo si ritrova già nelle lettere di Paolo, laddove egli esorta i fedeli ad essere suoi imitatori, essendo lui imitatore del Cristo 8 : in particolare il v. 1 del nostro carme sembra essere stato influenzato, quantomeno, come sembra palese, nella forma, dal vos imitatores mei estote di 1Cor. 3,38. Imitatores vengono tuttavia definiti, in un brano dello Scivias, coloro che succedono al Cristo nella detenzione dell‟episcopale officium, da onorarsi attraverso l‟esercizio della sapienza e delle virtù 9 – rappresentate rispettivamente come aurum e gemmae, attraverso un simbolismo cui sembra collegarsi l‟immagine dell‟ornatus, qui al v. 4 10 . Ancora, in due ulteriori passi della medesima opera i sacerdoti, aventi la potestà di assolvere o condannare per i peccati commessi, sono descritti nell‟atto di imitari il Redentore nello specifico riguardo la continenza e la castità, al fine di poter essere degni della facoltà di ricondurre i peccatori alla salvezza 11 . Ancora, come nota Barbara Newman 12 , la medesima espressione o vos imitatores excelsae personae è rivolta da Hildegard, 7 Cfr. ad es. Scivias, 2, 5, 7, ll. 366-9: «Vnde etiam, ut audis, omnes isti qui cum suspiriis suis pro caelesti amore integritatem suam conseruauerunt, in caelesti habitatione „filiae Sion‟ dicuntur: quia Filium meum uirginitatis florem in uirginitatis amore imitati sunt»; ibi, 9, ll. 408-12: «Nam ipsi carissimi imitatores Filii mei sunt cum se ita Deo offerunt, ut non sint legati in opinione coniugii nec onerati saeculari causa carnalem copulam respuentes, ne illi cum omni sollicitudine carnis suae subiecti sint, sed hoc cupientes ut gloriosae innocentiae innocentis agni adhaereant»; ibi, 37, ll. 1166-71: «Communis autem saecularis populus uelut caro aestimatur, in qua et casta uolatilia inueniuntur, quoniam qui in saeculo degunt carnaliter uiuentes filios procreant, inter quos tamen castitatis imitatores reperiuntur, scilicet uiduae et continentes, qui ad superna desideria per appetitum bonarum uirtutum uolant»; 3, 10, 26, ll. 751-6: «Sed imago quae contra aquilonem in rota apparet perfectionem Christi et contemptum mundi praetendit: quia plenitudo uirtutum in abiectione saecularium per Filium Dei apertissime declarata est, qui inter homines conuersatus, terrenis non inhians, imitatores suos fortiter ad caelestia toto ardore commonuit anhelare». 8 Cfr. 1Cor. 3,38: «Rogo ergo vos imitatores mei estote»; 10,1: «Imitatores mei estote sicut et ego Christi»; Eph. 5,1: «Estote ergo imitatores Dei sicut filii carissimi»; Phil. 3,17: «Imitatores mei estote fratres et observate eos qui ita ambulant sicuti habetis formam nos»; 1Thess. 1,6: «Et vos imitatores nostri facti estis et Domini excipientes verbum in tribulatione multa cum gaudio Spiritus Sancti»; Heb. 6,12: «Ut non segnes efficiamini verum imitatores eorum qui fide et patientia hereditabunt promissiones». 9 Cfr. Scivias, 3, 8, 25, ll. 1200-6, cit. in n. 24. 10 Cfr. infra, comm. vv. 4-7. 11 Cfr. Scivias, 2, 6, 97, cit. in n. 48; 3, 3, 5, ll. 257-63: «Praefigurans in eis quod sacerdotale officium denudandum esset coniugali officio in aduentu ipsius Filii mei, qui imitandus est a sacerdotibus suis in castitate propter saluationem, quia ipsi perfectissimo caelesti amori sic semper adhaerere debent, ut excutiant prauos mores hominum a contagione peccati, clara et candida pars exsistentes in spiritali dono Dei». 12 Cfr. HILDEGARDIS BINGENSIS, Symphonia, 425 nota al testo. 345

in una lettera del suo epistolarium, ai cardinali Bernardo di S. Clemente e Gregorio di S. Angeli, legati del papa Eugenio III 13 . Risulta chiaro, dunque, come i confessores siano qui descritti essere “imitatori” del Cristo in un duplice senso: laddove i confessori, cioè coloro che tollerarono la prigionia e i tormenti loro inflitti dai persecutori seguitando a professare la propria fede in Cristo, sono di Lui imitatores, cioè seguono le orme del Redentore specificamente nella passione, d‟altro canto anche i confessores, cioè i vescovi ed i sacerdoti, i quali detengono l‟ufficio di elargire il sacramento della confessione, seguono le orme di Cristo. Questi ultimi sono difatti “imitatori” del Redentore sia in senso proprio, essendone successori, sia in senso morale, onorando il proprio officium attraverso l‟esercizio delle virtù che trovarono la più elevata realizzazione nel Figlio incarnato; in tal senso dunque sono, al modo in cui lo intende Paolo, retti imitatores del Cristo, costituendosi come retta guida dei propri fedeli, così che chi segua loro segua in effetti l‟esempio del Figlio incarnato. excelse persone – L‟aggettivo excelsus è canonico per Dio Padre sia nell‟AT (in particolare nei libri sapienziali e nel libro profetico di Daniele) 14 , sia nel NT 15 ; e in un passo della lettera paolina agli Ebrei, dove in particolare viene posta in rilievo la purezza e il distacco dal peccato del Redentore, anche il Cristo quale 13 Cfr. Ep. Hild. 7, l. 1: «Fons aquarum clamat ad uos, imitatores eius […]»; e ibi, ll. 29-31: «Nunc uos, o imitatores excelse persone, fons uiuus clamat hec ad uos, quia uestram personam non decet ut habeatis oculos cecorum, et uestigia uipereorum morum et furtiuam rapinam, denudantes altare Dei»; per il contesto in cui la lettera fu scritta, cfr. HILDEGARD VON BINGEN, Briefwechsel, 36-7. Per quanto concerne la questione, se nella lettera si citi il carme o viceversa, io propendo per la prima ipotesi, e cioè che nella lettera sia contenuta un‟autocitazione del proprio carme da parte di Hildegard: oltre ai rilievi concernenti la differente natura di carmi ed epistole, e la scarsa probabilità che la badessa renana abbia inserito una citazione tratta da una missiva nel complesso contesto simbolico dell propria poesia (cfr. i rilievi fatti anche per la lettera indirizzata a Heinrich von Lüttich in n. 51), a permettere di giungere a tale conclusione è anche la datazione della lettera, risalente all‟invio dei due delegati in Germania nel 1153 (cfr. ibidem), e dunque posteriore alla composizione dello Scivias (di cui il presente carme fa parte), conclusasi nel 1151 (cfr. l‟introduzione). 14 Cfr. ad es. Gen. 14,19; Iud. 13,23; Iob 36,22; Ps. 46,3; 72,11; 76,11; 77,17.35.56; Eccli. 43,2.13; Is. 57,15; Ez. 20,29; Dan. 3,93.99; 4,14.22.29. 15 Cfr. Act. 7,48; 16,17. 346

in una lettera del suo epistolarium, ai car<strong>di</strong>nali Bernardo <strong>di</strong> S. Clemente e<br />

Gregorio <strong>di</strong> S. Angeli, legati del papa Eugenio III 13 .<br />

Risulta chiaro, dunque, come i confessores siano qui descritti essere<br />

“imitatori” del Cristo in un duplice senso: laddove i confessori, cioè coloro che<br />

tollerarono la prigionia e i tormenti loro inflitti dai persecutori seguitando a<br />

professare la propria fede in Cristo, sono <strong>di</strong> Lui imitatores, cioè seguono le orme<br />

del Redentore specificamente nella passione, d‟altro canto anche i confessores,<br />

cioè i vescovi ed i sacerdoti, i quali detengono l‟ufficio <strong>di</strong> elargire il sacramento<br />

della confessione, seguono le orme <strong>di</strong> Cristo. Questi ultimi sono <strong>di</strong>fatti “imitatori”<br />

del Redentore sia in senso proprio, essendone successori, sia in senso morale,<br />

onorando il proprio officium attraverso l‟esercizio delle virtù che trovarono la più<br />

elevata realizzazione nel Figlio incarnato; in tal senso dunque sono, al modo in cui<br />

lo intende Paolo, retti imitatores del Cristo, costituendosi come retta guida dei<br />

propri fedeli, così che chi segua loro segua in effetti l‟esempio del Figlio<br />

incarnato.<br />

excelse persone – L‟aggettivo excelsus è canonico per Dio Padre sia nell‟AT (in<br />

particolare nei libri sapienziali e nel libro profetico <strong>di</strong> Daniele) 14 , sia nel NT 15 ; e<br />

in un passo della lettera paolina agli Ebrei, dove in particolare viene posta in<br />

rilievo la purezza e il <strong>di</strong>stacco dal peccato del Redentore, anche il Cristo quale<br />

13 Cfr. Ep. Hild. 7, l. 1: «Fons aquarum clamat ad uos, imitatores eius […]»; e ibi, ll. 29-31: «Nunc<br />

uos, o imitatores excelse persone, fons uiuus clamat hec ad uos, quia uestram personam non decet<br />

ut habeatis oculos cecorum, et uestigia uipereorum morum et furtiuam rapinam, denudantes altare<br />

Dei»; per il contesto in cui la lettera fu scritta, cfr. HILDEGARD VON BINGEN, Briefwechsel, 36-7.<br />

Per quanto concerne la questione, se nella lettera si citi il carme o viceversa, io propendo per la<br />

prima ipotesi, e cioè che nella lettera sia contenuta un‟autocitazione del proprio carme da parte <strong>di</strong><br />

Hildegard: oltre ai rilievi concernenti la <strong>di</strong>fferente natura <strong>di</strong> carmi ed epistole, e la scarsa<br />

probabilità che la badessa renana abbia inserito una citazione tratta da una missiva nel complesso<br />

contesto simbolico dell propria poesia (cfr. i rilievi fatti anche per la lettera in<strong>di</strong>rizzata a Heinrich<br />

von Lüttich in n. 51), a permettere <strong>di</strong> giungere a tale conclusione è anche la datazione della lettera,<br />

risalente all‟invio dei due delegati in Germania nel 1153 (cfr. ibidem), e dunque posteriore alla<br />

composizione dello Scivias (<strong>di</strong> cui il presente carme fa parte), conclusasi nel 1151 (cfr.<br />

l‟introduzione).<br />

14 Cfr. ad es. Gen. 14,19; Iud. 13,23; Iob 36,22; Ps. 46,3; 72,11; 76,11; 77,17.35.56; Eccli. 43,2.13;<br />

Is. 57,15; Ez. 20,29; Dan. 3,93.99; 4,14.22.29.<br />

15 Cfr. Act. 7,48; 16,17.<br />

346

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!