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Cum mystica obscuritate - FedOA - Università degli Studi di Napoli ...

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utilizzato da Luca per descrivere i festeggiamenti seguiti al ritorno del filiolus (et<br />

manducemus et epulemur; et coeperunt epulari) 34 .<br />

vv. 9-12: o quam magnam-penam eius<br />

Laddove nella strofa precedente i martiri sono presentati in virtù della loro<br />

appartenenza alla Chiesa dei redenti in Cristo, comunità che loro stessi hanno<br />

contribuito a costituire attraverso la loro testimonianza, le immagini <strong>di</strong> cui consta<br />

la seconda parte del carme sono passibili <strong>di</strong> una duplice interpretazione: una<br />

letterale, riferita ai de<strong>di</strong>catari dell‟antifona, e una tropologico/morale, che<br />

permette <strong>di</strong> leggere in particolare i vv. 9-12 come una lode della virginitas <strong>degli</strong><br />

appartenenti agli or<strong>di</strong>ni monastici, quali erano per l‟appunto anche Hildegard e le<br />

sue consorelle del Rupertsberg. Dunque, una magna merces attende in un‟altra<br />

vita non solo i martiri, che testimoniano il Cristo a costo della propria vita, ma<br />

anche coloro che su questa terra si sottopongono alle privazioni e perseguono<br />

l‟esercizio delle virtù; allo stesso modo, il riferimento al <strong>di</strong>sprezzo del corpo fisico<br />

(despicere corpora, v. 10), se da un lato ben si ad<strong>di</strong>ce alla celebrazione liturgica <strong>di</strong><br />

coloro che perseguirono l‟esempio del Cristo fino alla morte, può d‟altronde<br />

essere inteso, dal punto <strong>di</strong> vista tropologico/morale, come un richiamo alla<br />

mortificazione delle pulsioni fisiche, corporali, terrene, propria <strong>di</strong> colui/colei che<br />

ha scelto <strong>di</strong> condurre la propria vita in purezza e castità. E l‟imitatio Agni, il<br />

plasmare la propria esistenza sul modello della passione del Cristo, è propria non<br />

solo <strong>di</strong> coloro, come i martiri, che seguono le orme del Redentore in senso<br />

proprio, sacrificandosi come l‟Agnello <strong>di</strong> Dio che si è immolato per la salvezza<br />

del genere umano; ma è perseguita anche dai cristiani, la cui imtiatio in senso<br />

morale del sacrificio del Cristo consiste nell‟esercizio delle virtù <strong>di</strong> continenza e<br />

patientia. Allo stesso modo, a rendere onore a tale sacrificio e all‟Ecclesia su <strong>di</strong><br />

esso fondata, sono sia i martiri, che testimoniano la Redenzione immolando sé<br />

stessi, e nel fare ciò offrono esempi e<strong>di</strong>ficanti alla Chiesa dei fedeli; sia d‟altro<br />

34 Al v. 7 il Riesencodex, come riportato dagli apparati critici sia della Newman (cfr. HILDEGARDIS<br />

BINGENSIS, Symphonia, 423 apparato critico), sia <strong>di</strong> Berschin (cfr. HILDEGARD VON BINGEN,<br />

Symphonia, 256), in questo punto riporta epulantis in luogo <strong>di</strong> epulantes; si tratta probabilmente <strong>di</strong><br />

una corruzione, poiché tale lezione non compare in alcuna fonte manoscritta (neanche in quelle<br />

riportanti il testo dello Scivias) al <strong>di</strong> fuori dal co<strong>di</strong>ce compilato dopo la morte <strong>di</strong> Hildegard.<br />

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