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Cum mystica obscuritate - FedOA - Università degli Studi di Napoli ...

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Dunque, l‟immagine dell‟ardor ardentis allude qui ancora alla con<strong>di</strong>zione<br />

dell‟anima casta anelante l‟unione mistica con il Cristo, con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> cui<br />

Giovanni è evidentemente rappresentato quale modello, analogamente a quanto<br />

accade in O speculum columbe 19 . L‟utilizzo <strong>di</strong> tale locuzione in ardore ardentis<br />

nel passo citato dello Scivias potrebbe a mio parere essere stato ispirato a sua<br />

volta da un brano in particolare delle Homiliae in evangelia <strong>di</strong> Gregorio Magno,<br />

dove viene descritta la con<strong>di</strong>zione dei componenti la gerarchia angelica dei<br />

serafini, i quali, temporalia mente transcendentes, contemplanti il volto <strong>di</strong> Dio<br />

ardono d‟amore per Lui, amant et ardent, e trovano quiete nel loro proprio ardore,<br />

in ipso suo ardore requiescunt 20 . È a mio parere più che plausibile, guardando al<br />

ricorrere in tale passo gregoriano dei temi dell‟amare in ardore ardens, della<br />

quies 21 e del <strong>di</strong>stacco dalle cose terrene, che tale descrizione dei serafini da parte<br />

dell‟illustre Padre della Chiesa possa essere stata non ignota ad Hildegard, e abbia<br />

potuto influenzare la badessa renana nella raffigurazione che già nella sua opera<br />

visionaria offre della con<strong>di</strong>zione dell‟anima casta ed electa, che sceglie la<br />

virginitas, principio fondante dell‟Incarnazione e della Redenzione, elevandosi al<br />

<strong>di</strong> sopra delle cure terrene, e anelando l‟unione con Dio, nel cui amplexus trova<br />

quiete, e per amore del quale arde incessantemente.<br />

Per quanto riguarda l‟utilizzo <strong>di</strong> effulgere in tale contesto, non sembrano<br />

esservi ipotesti <strong>di</strong> rilievo. Il verbo in questione è ampiamente attestato già in età<br />

classica, in prosa come in poesia 22 , e seguita ed esserlo in età tardoantica e<br />

me<strong>di</strong>oevale 23 ; per quanto riguarda le Scritture, compare solo nel libro sapienziale<br />

19 Cfr. in particolare il comm. ai vv. 8-9 <strong>di</strong> tale componimento.<br />

20 Cfr. GREG. M. in evang. 2, 34, 11, ll. 62-8: «Et sunt nonnulli [scil. seraphim] qui, supernae<br />

contemplationis facibus accensi, in solo con<strong>di</strong>toris sui desiderio anhelant, nihil iam in hoc mundo<br />

cupiunt, solo aeternitatis amore pascuntur, terrena quaeque abiciunt, cuncta temporalia mente<br />

transcendunt, amant et ardent, atque in ipso suo ardore requiescunt, amando ardent, loquendo et<br />

alios accendunt, et quos uerbo tangunt, ardere protinus in Dei amore faciunt».<br />

21 La quies è, nel carme O speculum columbe, rappresentata come quies amplexuum, cioè quiete<br />

dell‟anima nell‟unione mistica con Cristo, cfr. tale componimento, comm. vv. 8-9.<br />

22 Per le attestazioni del verbo effulgere nella poesia <strong>di</strong> età classica, cfr. ad es. VERG. Aen. 2, 616;<br />

5, 133; 8, 677; 9, 731; GERM. Arat. 412; MANIL. astr. 3, 514; 5, 725; SEN. Herc. 25; STAT. Theb.<br />

6, 571; ID. Ach. 1, 231.295; 10, 119; ID. silv. 1, 2, 231; 1, 5, 42; VAL. FL. Argon. 6, 27.596; SIL.<br />

ITAL. Pun. 3, 695; 9, 231; 15, 140; 16, 576. Per le attestazioni in prosa cfr. ad es. LIV. 22, 1, 11;<br />

28, 15, 11; 41, 21, 13; 45, 7, 3; POMP. MELA chor. 1, 95; PLIN. epist. 6, 20, 18; PLIN. nat. 4, 1;<br />

SEN. ad Luc. 79, 14; 120, 13; ID. nat. quaest. 1, 5, 9; 2, 59, 11; 3, 18, 5; 7, 15, 1; SERV. Aen. 2,<br />

616; 4, 409; 8, 677; 9, 109; TAC. <strong>di</strong>al. 20,5; ID. hist. 4, 29; ID. ann. 2, 47; 13, 13; 14, 22.<br />

23 Per le occorrenze in poesia <strong>di</strong> effulgere in età tardoantica e me<strong>di</strong>ovale, cfr. ad es. TERT. adv.<br />

Marc. 4, 112; CLAUD. carm. 8, 10; PAUL. NOL. carm. 19, 152; SEDUL. carm. pasch. 4, 262; SIDON.<br />

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