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Cum mystica obscuritate - FedOA - Università degli Studi di Napoli ...

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Commento<br />

vv. 1-3: O dulcis-ra<strong>di</strong>x<br />

L‟appellativo dulcis è tra<strong>di</strong>zionalmente riferito a Giovanni. D‟altronde, sia tale<br />

appellativo, sia l‟immagine dell‟electus appaiono essere qui ispirati – così come il<br />

simbolismo <strong>di</strong> cui già si sostanzia buona parte del componimento O speculum<br />

columbe 1 – al Cantico dei cantici o all‟esegesi <strong>di</strong> tale libro veterotestamentario in<br />

senso mistico.<br />

In primo luogo qui si allude alla dulcis gratia accordata nel Regno dei cieli<br />

agli electi, evocata già da Ambrogio nell‟ambito dell‟esegesi del Cantico; in<br />

secondo luogo, l‟immagine – presente nel medesimo libro sapienziale – del dulcis<br />

fructus è riferita dalla stessa Hildegard, in un passo dello Scivias, all‟unione<br />

mistica tra l‟anima e il Redentore.<br />

L‟apparente elisione del sostantivo cui si riferisce il participio ardens in<br />

effulgere in ardore ardentis si spiega a mio parere con un cosciente riferimento ad<br />

un‟immagine dello Scivias, effulgere in ardore ardentis desiderii, che già nel testo<br />

visionario costituisce la rappresentazione <strong>di</strong> un legame mistico con il Cristo<br />

attraverso un simbolismo ispirato dagli scritti <strong>di</strong> Gregorio Magno nei quali viene<br />

descritta la con<strong>di</strong>zione delle schiere angeliche che godono della visione <strong>di</strong>vina. Al<br />

<strong>di</strong> là del detto riferimento, in questo caso ardor ardentis potrebbe essere, alla luce<br />

del significato <strong>di</strong> tale locuzione nel contesto del carme, tradotto sostantivando il<br />

participio ardens e mantenendo il riferimento al desiderium rivolto all‟unione con<br />

il Cristo, intendendo dunque “l‟ardore <strong>di</strong> colui che arde nel desiderio”.<br />

La ra<strong>di</strong>x, infine, allude in un senso certamente alla castità e alla verginità<br />

dell‟apostolo, virginitas che è appunto il principio, ra<strong>di</strong>x, della Redenzione; ma in<br />

altro senso Giovanni è descritto come ra<strong>di</strong>x in quanto profeta, essendo i profeti<br />

tra<strong>di</strong>zionalmente rappresentati appunto attraverso l‟immagine delle ra<strong>di</strong>ces: il<br />

riferimento alla facoltà profetica <strong>di</strong> Giovanni costituisce qui a mio parere un<br />

tramite per i due successivi versi 4-5, riguardanti in particolare tale visio<br />

dell‟evangelista e autore dell‟Apocalisse.<br />

1 Cfr. il comm. a tale carme, passim.<br />

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