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Cum mystica obscuritate - FedOA - Università degli Studi di Napoli ...

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segue un verso, melo<strong>di</strong>camente assai ricco e complesso, destinato all‟esecuzione<br />

<strong>di</strong> un solista 48 .<br />

Inni e sequenze, invece, erano parte della celebrazione liturgica della<br />

messa: i primi, le cui origini affondano nei primi secoli della cristianità,<br />

presentano una struttura assai regolare, che si <strong>di</strong>pana lungo una serie <strong>di</strong> strofe<br />

aventi ciascuna la medesima struttura ritmica e melo<strong>di</strong>ca 49 . La sequenza è invece<br />

un componimento maggiormente complesso, che presenta una struttura binaria,<br />

costituita cioè dal susseguirsi <strong>di</strong> coppie <strong>di</strong> strofe rispondenti l‟una all‟altra dal<br />

punto <strong>di</strong> vista sia ritmico, sia melo<strong>di</strong>co; tale genere liturgico ebbe origine<br />

probabilmente intorno all‟VIII sec., dall‟evolversi della melo<strong>di</strong>a dell‟iubilus –<br />

cioè del lungo melisma 50 cantato sull‟ultima vocale a dell‟alleluia che nella<br />

liturgia della messa seguiva (da qui la denominazione: sequentia) il canto<br />

graduale 51 – melo<strong>di</strong>e sulla quale si iniziò ad adattare dei testi poetici strutturati<br />

come sopra descritto 52 .<br />

I carmi della Symphonia presentano tuttavia una caratteristica precipua,<br />

che li <strong>di</strong>stingue da buona parte della poesia del suo tempo, caratterizzata da<br />

un‟elevata cura formale e stilistica 53 : tutti i carmi liturgici della Symphonia – sia<br />

antifone e responsori, sia inni e sequenze – presentano <strong>di</strong>fatti una forma<br />

essenzialmente libera, non sottoposta ad alcuno schema né metrico/ritmico, né <strong>di</strong><br />

rime: sono essenzialmente testi in prosa concepiti per essere cantati su una<br />

melo<strong>di</strong>a appositamente composta, testi la cui scansione in versi deriva dunque<br />

48 Per il responsorio, cfr. SAINT HILDEGARD OF BINGEN, Symphonia, “Introduction”, 14-5;<br />

FASSLER 1998, 151-3; HILEY 1993, 69sqq.; MGG XI, coll. 313-25.<br />

49 Cfr. SAINT HILDEGARD OF BINGEN, Symphonia, “Introduction”, 15-6; HILEY 1993, 140sqq.;<br />

MGG VI, coll. 987-1030.<br />

50 Per melisma si intende un «gruppo <strong>di</strong> parecchie note cantate su una sola sillaba», CATTIN 1991,<br />

203.<br />

51 Il graduale era un canto responsoriale eseguito sui gra<strong>di</strong>ni dell‟ambone dopo la lettura dell‟AT,<br />

cfr. ibi, 108sqq.<br />

52 Sulla sequenza, la sua struttura e le sue origini, cfr. MGG XII, coll. 522-49; CROCKER 1966;<br />

“The beginnings of the sequence” in DRONKE 1986, 115-44; FASSLER 1993, 38sqq.<br />

53 NEWMAN 1998, 178, confronta giustamente la forma poetica <strong>di</strong> Hildegard com quella,<br />

maggiormente evoluta stilisticamente, <strong>di</strong> due autori a lei contemporanei come Ildeberto <strong>di</strong><br />

Lavar<strong>di</strong>n (1056-1133; per un profilo dell‟autore e alcuni cenni bibliografici, cfr. LexMA V, 11-2;<br />

per l‟e<strong>di</strong>zione dei suoi carmina, cfr. HILDEBERTUS CENOMANNENSIS, Carmina minora; ID.,<br />

Carmina miscellanea) e Adamo <strong>di</strong> S. Vittore (ca. 1107-47; per la figura <strong>di</strong> Adamo <strong>di</strong> San Vittore e<br />

le ipotesi sulla sua biografia, cfr. FASSLER 1984 e 1993, praesertim 206-10 e 243sqq; per un<br />

recente, ampio stu<strong>di</strong>o circa l‟intero corpus <strong>di</strong> sequenze ascritto ad Adamo cfr. GROSFILLIER 2008).<br />

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