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Cum mystica obscuritate - FedOA - Università degli Studi di Napoli ...

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attraverso la me<strong>di</strong>azione del Redentore; in tal senso i cristiani sono dunque, per<br />

Giovanni, filii Dei 213 .<br />

in electa amicitia nove sobolis – Tale immagine è certamente, in parte, ispirata<br />

dall‟esegesi mistica del Cantico: electa amica è l‟anima unita al Cristo, che è<br />

definito nova soboles in un Commentario al Cantico redatto da un allievo <strong>di</strong> San<br />

Bernardo, Philippe de Bonne Esperance 214 . In questo senso i vv. 11-2 sono ancora<br />

espressione, come i vv. 8-10, del legame peculiare <strong>di</strong> Giovanni, che è <strong>di</strong>lectus<br />

<strong>di</strong>scipulus, con il Redentore.<br />

Tuttavia, qui, così come per l‟immagine dello specialis filius, si apre un<br />

<strong>di</strong>verso livello <strong>di</strong> significato, non più semplicemente allegorico, ma tipologico,<br />

relativo alla Redenzione del genere umano: filii e amici electi sono infatti, proprio<br />

secondo il Vangelo <strong>di</strong> Giovanni, i cristiani costituenti la Chiesa fondata nel Cristo,<br />

i redenti cui è stato promesso il Regno dei cieli, tra<strong>di</strong>zionalmente rappresentati<br />

quale nova soboles, come germoglio <strong>di</strong> un‟umanità rinnovata nella salvezza.<br />

Dunque Hildegard, nei versi finali del componimento, ribadendo il legame mistico<br />

<strong>di</strong> Giovanni con il Cristo, attraverso tali allusioni al vangelo giovanneo trasla tale<br />

legame dal piano microcosmico, morale, al piano, come detto, allegorico della<br />

Redenzione del genere umano, annunciata attraverso le parole dello stesso<br />

apostolo cui è de<strong>di</strong>cato il carme.<br />

Qui si rivela infine l‟effettiva struttura del carme, il quale è in effetti<br />

sud<strong>di</strong>viso, come correttamente nota Walter, in tre pericopi (Abschnitte) 215 , tuttavia<br />

presenta in più una chiusa, costituita dai vv. 10-2, che solo apparentemente è parte<br />

dell‟ultima pericope. Io proprrei <strong>di</strong>fatti, per questo carme, una siffatta<br />

sud<strong>di</strong>visione – <strong>di</strong>fferente da quella suggerita dal Walter, che parla <strong>di</strong> tre sezioni <strong>di</strong><br />

213 Cfr. ad es. Io. 1,11-2: «Quotquot autem receperunt eum de<strong>di</strong>t eis potestatem filios Dei fieri his<br />

qui credunt in nomine eius qui non ex sanguinibus neque ex voluntate carnis neque ex voluntate<br />

viri sed ex Deo nati sunt»; 1Io. 3,1-2: «Videte qualem caritatem de<strong>di</strong>t nobis Pater ut filii Dei<br />

nominemur et sumus propter hoc mundus non novit nos quia non novit eum carissimi nunc filii<br />

Dei sumus et nondum apparuit quid erimus scimus quoniam cum apparuerit similes ei erimus<br />

quoniam videbimus eum sicuti est». Per il concetto <strong>di</strong> figliolanza <strong>di</strong>vina in Giovanni, cfr.<br />

VELLANICKAL 1977, passim, ma praesertim 90-103.<br />

214 Cfr. infra.<br />

215 Cfr. WALTER 1979, 234-5, cit. supra.<br />

232

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