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Cum mystica obscuritate - FedOA - Università degli Studi di Napoli ...

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vv. 8-9: o suavissima quies-solis<br />

La suavissima quies amplexuum solis quale appellativo rivolto a Giovanni,<br />

<strong>di</strong>scepolo pre<strong>di</strong>letto del Cristo 138 , è immagine assai complessa, all‟interno della<br />

quale, come spesso accade nella poesia <strong>di</strong> Hildegard, si fondono richiami ad<br />

immagini <strong>di</strong>fferenti, ciascuna costituente un‟allusione ad un <strong>di</strong>verso aspetto della<br />

figura <strong>di</strong> Giovanni così come la badessa renana intende rappresentarla. In larga<br />

parte i vv. 8-9 appaiono essere ispirati alla rappresentazione allegorica –<br />

soprattutto, sembra, <strong>di</strong> quella frequente nella mistica cistercense e ispirata<br />

all‟esegesi del Cantico dei cantici quale fiorì e si <strong>di</strong>ffuse nel medesimo ambiente<br />

dal XII sec. in poi 139 – della contemplazione <strong>di</strong>vina quale abbraccio mistico con<br />

Dio, unione <strong>di</strong> cui è modello Giovanni, apostolo pre<strong>di</strong>letto del Cristo. In tale<br />

contesto si innestano tuttavia un ulteriore elemento figurale: l‟immagine del sol<br />

rappresenta qui, ancora sulla base dell‟esegesi del Cantico, <strong>di</strong> nuovo il Cristo<br />

come sposo mistico dell‟anima. La medesima immagine del Cristo/sol allude<br />

tuttavia inoltre alla facoltà, riconosciuta a Giovanni già dai Padri della Chiesa, <strong>di</strong><br />

“contemplare il sole”, cioè <strong>di</strong> contemplare i misteri <strong>di</strong>vini, <strong>di</strong> cui mostra la<br />

conoscenza nei primi suggestivi versetti del suo Vangelo (in principio erat<br />

Verbum…).<br />

Nella terza sezione del componimento, che si apre con i vv. qui analizzati, si<br />

celebra dunque l‟apostolo come <strong>di</strong>scepolo pre<strong>di</strong>letto del Cristo, alludendo tuttavia<br />

allo stesso tempo, a mio parere, alle caratteristiche <strong>di</strong> tale figura quali in<strong>di</strong>viduate<br />

nei versi precedenti, cioè la visio e la castitas 140 . L‟immagine nel suo insieme mi<br />

sembra accostabile, sotto molti aspetti, al simbolismo impiegato da Hildegard nei<br />

componimenti in onore <strong>di</strong> S. Orsola per descriverne la vicenda spirituale, in<br />

particolare riguardo l‟evocazione dell‟amplexus mistico con il Cristo 141 ; amplexus<br />

che è legato, sia per Giovanni, sia per Orsola, al tema della castitas. Le due figure<br />

sembrano dunque, come traspare dall‟utilizzo delle medesime immagini riferite ad<br />

138 Cfr. comm. v. 10.<br />

139 Le immagini della suavis quies contemplativa e <strong>di</strong> Giovanni come modello dell‟abbraccio<br />

mistico dell‟anima con il suo sposo celeste sembrano tuttavia in parte essere anticipate in alcuni<br />

passi dell‟epistolario <strong>di</strong> Pier Damiani, cfr. infra.<br />

140 Cfr. supra.<br />

141 Per l‟occorrenza <strong>di</strong> tale immagine nei componimenti della Symphonia de<strong>di</strong>cati a S. Orsola, cfr.<br />

infra; in tali componimenti l‟amplexus è inoltre evocato in riferimento al Cristo quale Agnus, altro<br />

punto in comune con il carme qui in analisi (cfr. comm. v. 10).<br />

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