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Cum mystica obscuritate - FedOA - Università degli Studi di Napoli ...

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fondazione è in effetti il fine ultimo della creazione vista in speculo da Giovanni<br />

quale profeta dell‟Apocalypsis.<br />

vv. 5-7: o mira flori<strong>di</strong>tas-te<br />

L‟immagine <strong>di</strong> cui si sostanzia la seconda pericope del carme descrive Giovanni<br />

come il fiorire del germen <strong>di</strong>vino nell‟uomo, cioè come la piena realizzazione del<br />

principio <strong>di</strong>vino <strong>di</strong> vita e virtù che, già instillato nell‟anima umana con la<br />

creazione, viene ricreato e rinfrancato nell‟uomo con la Redenzione operata dal<br />

Cristo; ciò perché la castità e la continenza dell‟apostolo è conforme al fulgido<br />

esempio in tal senso offerto dal Redentore, che ricrea tale principio <strong>di</strong>vino<br />

nell‟uomo incarnandosi, cioè assumendone la natura e purificandola dal peccato;<br />

Incarnazione che è d‟altronde inoltre rappresentata come “fiorire”. Dunque<br />

Giovanni è, <strong>di</strong> nuovo, “immagine, modello”, speculum dell‟uomo perfettamente<br />

purificato grazie al fiorire del flos/Christus dalla virga/virgo, e “fiorire” delle virtù<br />

dal principio <strong>di</strong>vino innestato nella natura umana e ricreato attraverso l‟opera<br />

redentiva.<br />

flori<strong>di</strong>tas – Il termine flori<strong>di</strong>tas è assai raramente attestato prima <strong>di</strong> Hildegard:<br />

laddove in epoca classica non sembra affatto riscontrarsene l‟utilizzo, nei secoli<br />

successivi appare spora<strong>di</strong>camente in alcuni scritti in prosa inteso come “fiorire”,<br />

“fioritura”, in senso sia proprio che traslato 99 ; in poesia pure ricorre<br />

rarissimamente 100 .<br />

99 Cfr. ad es. BRUNO CARTHUSIANORUM, Expositio in Psalmos, In Ps. 102, PLD 152, 1173b: «Et<br />

ita est sicut fenum quod <strong>di</strong>es ejus, sic efflorebit, id est deflorebit, scilicet ex flori<strong>di</strong>tate ad<br />

marci<strong>di</strong>tatem cito perveniet, sicut flos agri, qui cito marcescit […]»; cfr. inoltre BERENGOSUS<br />

TREVIRENSIS, Sermones, 5, PLD 160, 1033c, abate <strong>di</strong> Trier nella prima metà del XII sec. (per un<br />

profilo biografico e alcuni cenni bibliografici preliminari, cfr. LexMA I, 1940), autore dunque assai<br />

vicino, geograficamente e cronologicamente, a Hildegard; qui la Chiesa viene infatti descritta<br />

come ornata dalla “fioritura della forza verdeggiante <strong>degli</strong> apostoli” (flori<strong>di</strong>tate apostolicae<br />

viri<strong>di</strong>tatis … ornata), sia impiegando il termine flori<strong>di</strong>tas, sia evocando un concetto molto caro ad<br />

Hildegard, cioè quello della viri<strong>di</strong>tas, della “forza verdeggiante”, del principio vitale che determina<br />

la fioritura: «Primo quidem, quia ecclesia nostra flori<strong>di</strong>tate apostolicae viri<strong>di</strong>tatis seu smarag<strong>di</strong>nis<br />

re<strong>di</strong>mita, lucescit gemmis». Allo stato, non è possibile stabilire quali siano gli effettivi rapporti tra<br />

i sermones <strong>di</strong> Berengoz von Trier e l‟opera <strong>di</strong> Hildegard: essendo tuttavia il primo contemporaneo<br />

ma leggermente anteriore della seconda (Berengoz muore tra il 1125 e il 1126), è ipotizzabile che<br />

la mistica possa aver conosciuto la sua opera, ed esserne stata ad<strong>di</strong>rittura influenzata anche dal<br />

punto <strong>di</strong> vista lessicale. Mancando tuttavia finora un‟e<strong>di</strong>zione critica e un conseguente stu<strong>di</strong>o<br />

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